Santissima Trinità

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Hai rivelato l’“ammirevole mistero”

“Oh Dio, che mandando al mondo la Parola della veritá e lo Spirito santificatore hai rivelato agli uomini l’ammirabile mistero.. (Orazione della Colletta)

Hai rivelato l’“ammirevole mistero”. In questo caso, rivelare non é sinonimo di “hai fatto capire”. Nessuna persona puó penetrare questo mistero della Trinitá. Semplicemente possiamo vederne gli effetti: l’unitá, la corresponsabilitá, il ruolo specifico di ciascuno nell’unitá infrangibile di Dio.

“Ho ancora molte cose da dirvi… quando venga lo Spirito…. tutto ció che appartiene al Padre é mio..”. Unitá indissolubile. Quello che é di Uno é di Tutti e quello che appartiene a tutti, appartiene anche a ciascuno. Quale lezione per l’uomo e la donna di oggi! La nostra società parla molto dei diritti di ognuno, di dare a ciascuno ciò che gli corrisponde secondo giustizia, dei diritti dei piccoli gruppi, delle minoranze… ma nessuno parla di rinunciare ai propri diritti per darli agli altri come si realizza nella Trinità “ciò che é del Padre é mio, e lo Spirito darà quello che é mio a voi”.

Certamente, é imposibile per noi raggiungere questa identitá assoluta tra gli uni e gli altri, sarebbe il paradiso in terra. Ma allo stesso tempo, siamo chiamati allo sforzo di preoccuparci di condividere con gli altri la nostra vita e i nostri talenti. Superare gli esclusivismi, gli egoismi, i circoli chiusi, i razzismi, ecc. L’unitá di Dio in se stesso ci invita a pensare nel proverbio umano “L’unitá fa la forza”. La crescita e il benessere dell’umanitá si fondono sul lavorare insieme, sull’equitá nella distribuzione dei beni. Una globalizzazzione effettiva delle risorse, delle ricchezze, delle tecnologie. A tutto questo mi pare, ci invita il mistero dell’unitá di Dio. Tuttavia la nostra societá, considerata postmoderna, invita al personalismo, all’individualismo. Devo preoccuparmi per me stesso, vivere in armonia con gli altri senza creare conflitti e senza subirne, per non sentirmi male. Una religione e un’etica in cui ognuno é libero di fare ciò che desidera e gli conviene, sempre con l’attenzione di non irritare altri che potrebbero reagire contro di noi (sono tutte le forme di religione Light dei nostri tempi, le varie teorie della nuova era, i movimenti religiosi “naturali”..). La globalizzazione vera, se si riuscisse a realizzarla, sarebbe il perfetto cammino dell’umanità verso l’imitazione dell’unità di Dio nella diversità personale”. Il cammino é iniziato, ma rimane molto fragile e soggetto al cambio di umore delle persone. Sempre abbiamo presentato la famiglia come l’icona quasi perfetta della Trinità, dove diverse volontà si fondono in una unità spinte e sostenute dall’amore. Tuttavia oggi questa icona si é frantumata. Sono piú le cause di divisione che i motivi di unione delle famiglie.

D’altra parte, unità non significa scomparire nell’anonimato, non essere persone irrepetibili, uniformità che impedisce di pensare e ci trasforma in marionette o in semplici ripetitori. Essere uniti significa essere corresponsabili e solidali in tutto. Appoggiarsi mutuamente, offrire le proprie capacità per la mutua crescita. Essere uniti significa tendere tutti verso una stessa meta nel rispetto dei diversi cammini che ci portano a quella meta. Diceva il Beato Allamano che non dobbiamo vivere in comunità (nella società) come delle statue che non si toccano, ma dobbiamo agire insieme, rispettando ciò che ognuno deve fare ma attenti ad offrire il nostro sostengo a chi ne ha bisogno. Non sostituire nessuno, ma disposti a collaborare con tutti.

Nel mistero trinitario, la meta é l’amore vicendevole e la salvezza dell’uomo. Ma ogni persona della Trinitá ha il suo compito specifico e lo svolge in modo differente. Gesù fatto uomo, ha predicato, guarito, sofferto… lo Spirito invece entra nelle menti, nel cuore, nell’interiorità delle persone e le stimola ad agire facendogli conoscere “tutta la verità”. Mentre il Padre dona la vita, il soffio di Dio é il fondamento e l’inizio di tutta l’avventura umana. L’unità quindi non toglie l’iniziativa e la diversità. Gesù stesso disse: “un regno diviso in se stesso va in rovina e una città o una famiglia divise, non possono sussistere. E tuttavia, in un regno non tutti fanno le stesse cose e non tutti pensano uguale anche se tutti vogliono il bene e la prosperità di quel regno. Così mi pare deve essere anche per noi: dobbiamo cercare l’unità nella meta, nel fine, ma rispettare la diversità dei cammini:

- Politiche diverse ma un solo fine: il bene comune;

- Filosofie e teologie che, per diverse vie, cercano di dare una risposta alle situazioni umane materiali, intellettuali e spirituali;

- Impegni diversi nell’aiuto e nella solidarietà;

- Ministeri differenti nella chiesa, nell’evangelizzazione…

Ad ognuno un dono e una missione differente, diceva Paolo nelle sue lettere (i carismi di ognuno), ma tutti per un fine unico.

Celebrare la festa della Trinità, mi pare voglia dire celebrare due grande valori:

1 – la ricerca dell’unità (lavorare insieme nei vari campi per raggiungere un fine comune. Cerchiamo quello che ci unisce non quello che divide, diceva Giovanni XXIII).

2 – Corresponsabilità: ognuno deve contribuire al raggiungimento della meta secondo le proprie capacità, i talenti ricevuti. Nessuno deve essere escluso, nessuno deve sentirsi più o meno degli altri. Ognuno é importante e vale se sarà capace di mettere al servizio di tutti, le sue molte o poche capacità, come hanno fatto il Padre creatore, il Figlio Salvatore e lo Spirito illuminatore- consolatore.

Invochiamo lo Spirito di Gesù affinché ci conceda di essere agenti di unità nella vita quotidiana, come cittadini, e come cristiani.



Pro 8, 22-31;
Sal 8;
Rm 5, 1-5;
Gv 16, 12-15
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
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