XII Domenica T.O. - C

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Nascita di Giovanni Battista

La Chiesa ci fa ricordare oggi un personaggio che ha avuto un’importanza speciale nella storia della salvezza: Giovanni Battista, la cerniera tra il Vecchio e il Nuovo Testamento. Da una parte egli si inserisce nella linea dei grande profeti che invitavano il popolo alla conversione, al ritorno a Dio; dall’altra apre la porta a una novità assoluta. Dopo di lui sarà lo stesso “padrone della messe”, “il figlio, erede della vigna”, “l’agnello che toglie i peccati del mondo” colui che parlerà e non già, in profezie, ma annunciando che il Regno di Dio è già presente e in mezzo a noi.

I profeti chiedevano al popolo la fedeltà al patto fatto con Dio lungo la storia; Giovanni Battista invece chiede la conversione come un mezzo di purificazione e preparazione per ricevere qualcosa di nuovo: “io vi battezzo con l’acqua, ma Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo”… Il Battista é il vero prototipo e modello del missionario: io sono la voce. Qualcosa di passeggero. Colui che dovete ascoltare e seguire, verrà pronto. I segni prodigiosi che hanno circondato la nascita del Battista non sono altro che un mezzo di cui Dio si serve per testimoniare che questa persona avrà una missione importante da compiere e una missione affidatagli da Dio stesso. Una missione non facile, una testimonianza che lo porterà, come Gesù dopo di lui, alla donazione totale della vita. Quindi, tutti gli avvenimenti prima e dopo la nascita del Battista, ci ricordano il mistero dell’elezione di Dio. Un’elezione che non significa, escludere gli altri, ma affidare ad ognuno un compito da svolgere secondo i doni ricevuti.

“Cosa sarà questo bambino? Cosa realizzerà nella sua vita? La risposta a questa domanda verrà data lungo gli anni e secondo la fedeltà e l’impegno di ognuno e come ognuno userà la sua libertà di risposta a Dio.

Ma certamente in tutti i chiamati da Dio, con il battesimo, c’è una missione comune. Quella di essere testimoni, voce, missionari di Dio che testimoniano e annunciano la salvezza materiale e spirituale all’umanità.

Nella preghiera iniziale (Colletta) chiediamo: “Dio onnipotente che hai mandato San Giovanni Battista per preparare il popolo alla venuta di Cristo…”. Questa richiesta non é solo per poter riempiere il nostro cuore di gioia spirituale, ma soprattutto per poterla annunciare. Ripetiamo sempre che tutti siamo e dobbiamo essere missionari. Il Battista é un esempio splendido di questo affidamento totale a Dio e alla missione da lui ricevuta.

Dice la prima lettura: Io sono valioso agli occhi di Dio e lui é stato la mia forza. Lui mi ha chiamato fin dal momento del mio concepimento e da quell’istante ha pronunciato il mio nome. É questa una certezza che dobbiamo costruire nella nostra vita: Dio ci ha chiamato, ci sostiene e ci stimola a realizzare la nostra missione di testimoni.

D’altra parte sappiamo che la testimonianza non é per nulla facile, sia per debolezza personale o per l’ambiente che ci circonda o per difficoltà di discernimento o per lusinghe di lasciar perdere e ricompense...Una delle caratteristiche di Giovanni Battista fu, senza dubbio, la sua coerenza. L’elogio fatto di lui da Gesú stesso lo dimostra “chi siete andati a vedere nel deserto: Una canna sbattuta dal vento…? Gli inciampi fisici o morali che incontriamo nella vita possono rompere la nostra fedeltà e coerenza o, a volte, il “molto” che abbiamo (cose, affetti, soddisfazioni, esiti), ci fa dimenticare o essere indifferenti alla testimonianza che dobbiamo dare.

Paolo, nella sua predica ai cristiani di Antiochia (2 lettura) ricorda: “Dio suscitó per i nostri padri il re Davide di cui disse: ho trovato in Davide un uomo conforme al mio cuore, che fará sempre la mia volontá”. Conosciamo, dalla stessa Bibbia, l’operato di Davide (ricordiamo la 1 lettura di domenica scorsa). Non sempre é stato fedele e non sempre si é comportato secondo la volontà di Dio. Tuttavia seppe mettere in pratica il pentimento e la riparazione dei suoi peccati.

Cosi puó succedere per ciascuno di noi. Nonostante ci costi la fedeltà e la coerenza, nonostante gli sbagli, possiamo applicare a noi stessi l’invito del Battista al popolo del suo tempo: “convertitevi perché il regno di Dio é vicino. Date frutti di sincera conversione e non accontentatevi di dire: abbiamo come Padre a Abramo (a Dio, diremmo noi)”.

Allora, l’esempio di Giovanni Battista ci invita ad essere missionari generosi, disponibili alla chiamata di Dio come cristiani o per vocazione specifica. Ma non adattando il messaggio di Dio ai nostri gusti, bensí cercare di mettetelo in pratica e aiutare gli altri a fare lo stesso. “Che sarà di questo bambino?”. Cosa sarà di ciascuno di noi davanti a Dio e cosa diranno di ciascuno di noi i nostri compagni di viaggio? Saremo autentici missionari, fedeli e coerenti o canne sbattute dal vento?

Un esame di coscienza a cui ci invita la liturgia oggi, guardandoci nello specchio di questo pesonaggio biblico, scelto da Dio specificamente per essere la Sua voce.

Che l’eucaristia di oggi e il ricordo della Madre del Salvatore che abbiamo celebrato come Consolata, ci illuminino e ci aiutino ad ascoltare il messaggio di Dio rivolto ad ognuno in particolare come a colui che “Dio ha conosciuto dal momento del suo concepimento” e lo ha scelto per essere suo apostolo.


Is 49, 1-6;
Sal 138;
At 13, 22-26;
Lc 1, 57-66. 80
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
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