Le letture della liturgia di questa domenica rivelano chi è Dio e chi siamo noi.
Appare chiara la figura di Dio Padre misericordioso che aspetta a braccia aperte il ritorno a casa del figlio che lo ha lasciato. Il figlio della parabola del vangelo scelse di vivere lontano dalla casa paterna usando l’eredita’ricevuta per soddisfare il desiderio di felicità nel piacere mondano. Ben presto si trovò solo, affamato e il pensiero torna alla casa paterna dove c’e’ pane in abbondanza. Eccolo sulla via del ritorno con la speranza di essere accolto in qualità di servo. Quale sorpresa quando vede il Padre corrergli incontro accogliendolo con un caloroso abbraccio. Alla sua confessione il Padre risponde facendogli indossare abiti regali e offrendo un banchetto di festa. Quale esperienza d’amore gratuito, di tenerezza sconvolgente, di bontà infinita, di misericordia senza limiti. Non un rimprovero, un cercare di far capire lo sbaglio compiuto, ma solo un’esperienza d’amore che lo accoglie come figlio.
Il Vangelo d’oggi afferma che i pubblicani e i peccatori si avvicinano a Gesu’ per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:” Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.
Noi a quale categoria di persone apparteniamo? Ci riteniamo giusti o peccatori?
La persona umana ha dei limiti, sbaglia, è peccatrice, ma è sempre figlia di Dio, perdonata perché amata. Il Figlio di Dio, Gesu’ Cristo ha pagato il nostro riscatto, in Lui e con Lui possiamo tornare dal Padre per partecipare al banchetto del Regno preparato per noi.
A volte abbiamo smarrito la via e come il figlio minore del vangelo abbiamo usato male i doni ricevuti dal Padre. In altre occasioni abbiamo seguito degli idoli costruiti con le nostre mani, come gli ebrei della prima lettura. Cerchiamo la felicità nelle cose di questo mondo e forse la troviamo solo per brevi istanti. Stanchi, delusi, affamati, un richiamo affiora nel nostro cuore: ”Nella casa del Padre c’è gioia vera, pace, amore gratuito. Perché non tornare? Forse la paura di ricevere un castigo, una punizione, la vergogna della nostra condizione rallenta il passo verso casa. Forse abbiamo l’immagine di un Dio giudice, Padre severo che ci rende difficile accogliere il suo invito di partecipare al banchetto di festa, come il figlio maggiore della parabola d’oggi. Lui si ritiene giusto, esegue gli ordini del Padre, lavora nella sua vigna, non è andato lontano a sperperare i beni. Il ritenersi giusto gli vieta di gustare la gioia di essere perdonato, amato, di entrare alla festa. Dio Padre ci aspetta a braccia aperte. Lui offre a tutti il suo amore di Padre e Madre, aspetta solo una nostra libera decisione di andare verso lui. Riconoscendoci bisognosi del suo perdono, sperimentiamo la sua grande bontà, la gioia vera, profonda che niente e nessuno ce la può dare.
S. Paolo afferma: “Gesu’ è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesu’ Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo tutta la sua magnanimità” 1Tim.1;15- 16
L’amore misericordioso di Dio è quanto colpisce ogni persona, anche chi ancora non ha conosciuto Gesu’ Cristo. La domanda che emerge dal profondo del cuore è: ”Dio ama veramente anche me? Queste parole esprimono il profondo desiderio della persona di incontrare l’amore misericordioso di Dio e di sperimentare la gioia di sentirsi amata veramente ed accolta nella sua realtà personale. E’ quanto noi missionari sperimentiamo spesso qui in Mongolia.
Dio è pronto a donare la sua grazia a tutti coloro che la desiderano, apriamogli il cuore. Possa lo Spirito Santo rompere i nostri indugi, paure, legami piccoli o grandi che ci fanno dubitare dell’essere degni di essere amati ed accolti nella nostra realtà di persone mancanti e peccatrici.
La Consolata ci guidi ad incontrare Gesu’ per avere la forza, il coraggio di accogliere la nostra fragilita’, il nostro peccato per incontrare l’amore misericordioso del Padre, il suo perdono e gustare la gioia del partecipare al banchetto preparato per noi ed essere con Lui sempre. Questa è la Gioia di Dio: donarsi totalmente alla sua creatura. Nel vangelo di oggi Gesu’ dice:” Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
Es 32, 7-11. 13-14;
Sal 50;
1 Tm 1, 12-17;
Lc 15, 1-32