XXX Domenica T.O. - C

Published in Domenica Missionaria
{mosimage}

Una Preghiera Sconvolgente

Vangelo

Quest’oggi Gesù ci parla in una maniera strana, paradossale.

La parabola odierna presenta due figure stereotipate, un fariseo e un agente delle tasse, che salgono all’imponente Tempio di Gerusalemme, per incontrare Dio e pregarlo.

I farisei potremmo definirli “i religiosi” di quel tempo, nel senso che s’impegnavano seriamente a vivere la vita quotidiana come un’offerta continua a Dio, un sacrificio vivente. Nel gruppo dei farisei si trovavano persone di tutti i tipi, dagli imbroglioni ai santi.

Ora il fariseo della parabola si rivolge a Dio, ringraziandolo. Il ringraziamento è senz’altro lodevole. Lui afferma di essere moralmente a posto: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adúlteri; neppure come questo pubblicano.” Nulla fa supporre che le sue parole siano false. Inoltre egli afferma di praticare molto di più di quanto la Legge del Signore lo richieda: “Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo.” Il digiuno era prescritto per poche circostanze all’anno: il “religioso zelante lo pratica volontariamente per ben due volte la settimana! Le decime, che erano una tassa per aiutare le necessità della comunità e che si detraevano solo su alcuni prodotti, il fariseo le paga, per grande zelo e generosità, su “tutti” i prodotti.

Veniamo ora alla preghiera dell’agente delle tasse. Il governo di Roma usava agenti locali per fare il mestiere odiato di raccogliere le tasse. In genere una persona ricca anticipava una grossa somma al governo (l’equivalente delle tasse per una zona) e in cambio riceveva l’incarico di raccogliere le tasse di quella zona. Quello che riusciva a raccogliere in più della somma anticipata, apparteneva agli agenti delle tasse. È comprensibile che ci fossero molti abusi. È per quello che gli agenti delle tasse venivano considerati tra le persone peggiori della società, assieme ai ladri, briganti, vagabondi e immorali. Questa caratterizazione la troviamo non solo nel Nuovo Testamento, ma anche nella letteratura Romana ed Ellenistica. Erano considerati “peccatori” pubblici. Ora, l’agente della tasse della parabola, anche lui si reca al Tempio, alla magnifica casa di Dio ricostruita da Erode, per pregare. Dimostra una grande umiltà. Se ne sta lontano, conscio della propria miseria. Prega con gli occhi bassi, non osando guardare in alto. Si batte il petto in segno di auto-accusa. Dice: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” In altre parole afferma: – Io non sono che un poveraccio. Ho sbagliato tutto. Ho fatto dell’imbroglio e del peccato la mia professione. Solo tu mi puoi dare una mano. Abbi pietà di me, o Dio! –

Risultato della Preghiera

Gesù afferma solennemente: “Io vi dico che questo (= l’agente delle tasse) tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello (= il fariseo); perché chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato».

Perché l’agente delle tasse, quello avido imbroglione che aveva fatto del denaro il “suo dio” per molto tempo, è stato giustificato da Dio (cioè è stato accolto come “amico” di Dio), al contrario di quel “religioso” (quella persona che aveva scelto il servizio di Dio come sua ragione d’essere) che ha lasciato il Tempio senza alcun risultato positivo?

La risposta la troviamo nell’atteggiamento dei due.

Il religioso è convinto che tutta la sua vita, il suo successo, dipende dalle sue azioni, che il bene che lui compie non è un dono di Dio. Inoltre lui disprezza coloro che non giungono al suo livello di virtù: “Ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri; neppure come questo pubblicano.” È anche cieco di fronte a quello che il Signore gli chiede. Afferma, come tanti ‘buoni’ cristiani: – Non ho ammazzato nessuno. Non ho mai rubato nulla a nessuno. Non ho commesso nessun adulterio; che cosa dovrei rimproverarmi? In me tutto è in ordine. Dio e gli uomini devono essere contenti di me, come io sono contento di me. – Dicendo questo, il “religioso” non vede che il Signore non solo ha vietato le cose peggiori, come l’adulterio, l’omicidio e il furto, ma ha anche comandato all’uomo di amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso. Non si rende conto che Dio ci stimola, ci invita, ci sprona ad andare sempre più in alto. Il punto di partenza del fariseo è certamente buono; ma proprio ciò che egli compie di buono lo spinge ad essere sicuro di sé nei confronti di Dio, arrogante nei confronti del prossimo, cieco e auto-compiacente nei confronti di compiti più grandi.

L’agente delle tasse invece, riconosce, con onestà e umiltà, la propria situazione e si apre a Dio. Nella sua preghiera cerca Dio intensamente e si rivolge a lui nel modo giusto. Non fa appello ai propri meriti, ma si richiama unicamente alla misericordia di Dio. Proprio perché si riconosce peccatore osa avvicinarsi a Dio, nella verità. Per la sua sincerità e la sua fiducia viene accolto da Dio, che lo giustifica, lo rende giusto e gli dona la pace che proviene dalla riconciliazione.

Seconda Lettura

Anche la seconda lettura verte sullo stesso tema. Paolo è verso la fine della vita. Prevede per se una morte cruenta, con spargimento di sangue, come di fatto avvenne.

Gettando lo sguardo sulla propria vita passata afferma: “Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.” Le immagini che Paolo usa sono lapidari e bellissime. Tutto il dolore intenso e prolungato che Paolo ha subito nella sua vita e il sangue che sta per versare sono una “libagione”, cioè un’offerta a Dio (di olio, vino o acqua) che veniva versata sui sacrifici. Le vittime offerte e Dio sono le varie chiese fondate, fecondate e fatte crescere da Paolo a costo di tanti sacrifici. I suoi sacrifici sono la “libagione” che li rende ancora più graditi. Paolo si compiace della sua attività: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.”

È sbagliato quello che dice Paolo? Non è simile all’atteggiamento del fariseo del vangelo?

C’è una differenza abissale. Paolo considera le sue azioni, indubbiamente buone, non come esclusivo merito suo, bensì come dono di Dio: “Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato liberato dalle fauci del leone. Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.”

Il Missionario

La tentazione del fariseo del vangelo tocca anche noi.

Noi lavoriamo e c’impegniamo molto per Dio. La nostra vita è tutta impostata sul dono totale di noi stessi: preghiera quotidiana, impegno al celibato, ubbidienza, ecc.

Guardando al lavoro compiuto e ai risultati ottenuti, anche noi possiamo sentire soddisfazione, compiacimento. Possiamo dire frasi come “Quel mio studente è diventato Vescovo!” “Ho costruito una chiesa magnifica!” “Ho procurato borse di studio a tante persone!” “Dopo tanta fatica ho ottenuto un buon risultato!” Questa soddisfazione è una cosa bella.

Gesù ci dice oggi: – Di tutte queste ringrazia il Signore! Guarda tutte le realtà con lo sguardo di Dio! È tutto dono suo! Ricordati sempre della tua realtà, che è un misto di grandezza e di fragilità. Basta poco per cadere, per ammalarti, per morire! Ogni giorno, se sei attento a ciò che ti capita, ti rendi conto di essere fragile e di aver bisogno di Dio. Rivolgiti a lui con onestà e semplicità, e lui non mancherà di ascoltarti. Non disprezzare mai nessuno, perché non puoi conoscere gli intimi segreti degli altri, ma sii sempre aperto a quello che il Signore ti rivela ogni giorno! Allora la tua preghiera sarà un vero incontro con il Papà che ti vuol bene! –


Sir 35, 12-14.16-18;
Sal 33;
2 Tm 4,6- 8.16-18;
Lc 18, 9- 14
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
More in this category: XXXI Domenica T.O. - C »

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821