Giornata Missionaria Mondiale 2008

{mosimage}


Is 45,1.4-6;

Sal 95;
1Ts 1,1-5b;
Mt 22,15-21


Il brano del vangelo di Matteo che il calendario liturgico propone quest’oggi è inserito in un contesto di controversie tra Gesù e i rappresentanti del giudaismo. Siamo a Gerusalemme e sin dai brani precedenti (i vignaioli omicidi, il banchetto nuziale) Gesù sa di essere rifiutato dai sommi sacerdoti e dai farisei. Ancora una volta questi ultimi tentano di coglierlo in fallo nei suoi discorsi (vv15) e gli mandano, insieme ai suoi discepoli, gli erodiani, partigiani della dinastia di Erode quindi i più indicati per andare a riferire all’autorità romana la parola ostile a Cesare che si sperava di far dire a Gesù. Arrivati da Gesù gli sottopongono una domanda scottante: “è lecito pagare il tributo a Cesare?”. Il tranello è palese. Rispondendo negativamente Gesù avrebbe suscitato la reazione dell’autorità romana (tollerante su tutto ma non su questo). Rispondendo affermativamente avrebbe suscitato la reazione della folla, che simpatizzava per gli zeloti che si opponevano al pagamento delle tasse e ne facevano un dovere di coscienza e un criterio di fedeltà al Signore.

Gesù sa che è una domanda ipocrita che non cerca una risposta, ma vuol mettere in imbarazzo. Tutte queste discussioni, e anche quelle che l’evangelista Matteo descrive nei brani che seguono questo (la risurrezione dei morti, il più grande comandamento, il Messia figlio di Davide) non nascono con l’intento di capire, di imparare, ma solo per condannare Gesù e per giustificare il rifiuto comunque deciso, a prescindere da quello che Gesù avrebbe risposto.

Ma questo “botta e risposta” quale provocazioni ci lascia? La tentazione di rimanere spettatori non coinvolti è forte, sicuramente si vive comodi. La nostra riflessione e preghiera ci ha portato a queste considerazioni, legate sia al contesto del nostro vissuto che ad uno sguardo alla giornata particolare che oggi viviamo: la giornata missionaria mondiale.

Gesù ci ricorda di dare a Dio ciò che è di Dio: noi lo traduciamo con il forte richiamo di mettere la Sua parola, la Sua persona al centro della nostra vita. Molto semplicemente: quali scelte, quotidiane o meno, sono orientate dal Vangelo?

Dare a Cesare ciò che è di Cesare: viviamo in un contesto sociale e storico ben preciso, protagonisti consapevoli o meno. E questo richiamo all’autorità politica, volendo azzardare una riflessione, ci rimanda alle nostre responsabilità nei confronti della collettività che ci circonda. Lavoro, scuola, volontariato, tempo libero, acquisti… ogni nostro gesto è fatto di relazione con gli altri ed è occasione di testimonianza.

La risposta di Gesù al versetto 21 è un invito alla riflessione: sarebbe stato forse meglio avere una risposta secca alla domanda posta. Ma Gesù vuol portare il discepolo a riflettere sulla giusta dipendenza da Dio ma anche sulla giusta libertà di fronte allo Stato. Con la sua risposta Gesù non mette Dio e Cesare sullo stesso piano ma tanto meno considera le due realtà come indipendenti. Egli afferma il primato di Dio e quindi la libertà di coscienza che però non privano lo Stato dei suoi diritti. Se non ci fosse questa dipendenza si correrebbe il rischio, da un lato -affermando solo e unicamente il primato di Dio- di privare la società della sua autonomia, dall’altro dell’invadenza dello Stato che porterebbe ad idolatria politica.

Allora dobbiamo metterci del nostro (se vogliamo), cercare di capire cosa è meglio fare o meno. Ma come?

Gesù non ci lascia senza strumenti per poter discernere tra le tante proposte che ci vengono fatte.

Tra questi c’è sicuramente la comunità. E’ significativo in questo senso il saluto rivolto alla Chiesa dei Tessalonicesi (come descritto nella seconda lettura proposta quest’oggi): una Chiesa impegnata nella fede, operosa nella carità e che ha saputo mettere al centro del proprio vissuto il Signore nostro Gesù Cristo (vv 3). Questi pochi versetti della seconda lettura sono uno stimolo a pensare il proprio vissuto di fede come un cammino comunitario, anzi sembra proprio che solo così possa concretizzarsi!

La comunità cristiana deve essere un’occasione di discernimento e di crescita nella fede in ogni momento della nostra vita. La fede poi è “vita vissuta”, ecco quindi che la comunità si apre ai bisogni del prossimo (..operosa nella carità..).

La Giornata Missionaria Mondiale che oggi tutte le chiese celebrano ci ricorda il primo compito che esse hanno: l’evangelizzazione del mondo, la trasmissione di questa fede che a noi per primi è stata donata. Vogliamo ricordare nella preghiera tutti i missionari e le loro comunità: il pensiero corre veloce ai tanti volti conosciuti, religiosi e laici, giovani e anziani, famiglie e bimbi. Con la loro scelta di vita essi testimoniano la bellezza del dono della fede, dono che con gioia (e nelle tante difficoltà) sanno offrire agli altri in tanti modi diversi e in tutte le parti del mondo. Le loro storie ci portano immediatamente alla concretezza del loro vissuto: ancora tante, sono le persone che soffrono… ..nostri fratelli nella fede!

Seguire Gesù e rispondere “sì” al suo invito, come ci suggeriva la liturgia della scorsa domenica, vuol dire anche indossare l’abito nuziale; la fede non può non essere accompagnata dall’impegno per la giustizia. Il Papa ce lo ricorda nel suo messaggio: “La creazione soffre. L’umanità soffre ed attende la vera libertà… Il panorama internazionale, se da una parte presenta prospettive di promettente sviluppo economico e sociale, dall’altra offre alla nostra attenzione alcune forti preoccupazioni per quanto concerne il futuro stesso dell’uomo”.

Allora quel “date a Cesare quel che è di Cesare” potrebbe anche voler dire che non possiamo dimenticarci di vivere in quella parte del mondo fortunata le cui leggi, la cui economia che fa’ legge, spesso dimenticano che i diritti non sono riconosciuti a tutti allo stesso modo. Questa parte del mondo, in cui anche noi viviamo, è chiamata ad essere responsabile, non certo a “limitarsi” nel godere di tanta grazia.

La domanda è sempre quella (ma è bene che non ci si stanchi mai di ripeterla): “che fare? Quale testimonianza offrire?”.

Lo stimolo proposto dalle letture è di “Rendere a Dio quello che è di Dio”: “Guai a me se non predicassi il vangelo” recita lo slogan di questa Giornata per non dimenticare quale è il primo compito di ogni cristiano. Spesso una sfida, alcune volte rischioso, altre “scomodo” mettere Dio al centro delle proprie scelte d vita privata e ancora di più di vita sociale. Ma la sfida è, appunto, trovare le più svariate forme di comunicazione di fede in un mondo che è sempre in movimento e spesso senza riferimenti a cui orientarsi.


Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
More in this category: XXX Domenica TO »

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821