II Domenica di Quaresima

Published in Domenica Missionaria
{mosimage}

Ascoltatelo!


Gn 22,1- 2. 9a. 10-13. 15-18;

Rm 8,31b-34;
Mc 9,2- 10


Ogni anno la seconda domenica di Quaresima ci porta il Vangelo della Trasfigurazione del Signore, un mistero luminoso che è di grande aiuto per la nostra fede. Tutta la Quaresima è una preparazione a celebrare con fervore il mistero pasquale di Gesù, proprio come ha fatto Paolo, il quale diceva che il suo unico scopo era di “conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze” (Fil 3,10).

Gesù prende con sé i tre apostoli privilegiati, Pietro, Giacomo e Giovanni, e per preparali alla sua passione che Egli ha da poco annunciata (sei giorni prima a Cesarea di Filippo, alle falde del monte Ermon, presso la principale sorgente del fiume Giordano), mostra loro in anticipo la sua gloria.

Per capire bene il mistero pasquale di Gesù, la sua passione, morte e risurrezione, è necessario sapere in anticipo che colui che soffre e colui che è glorificato non è un semplice uomo, ma è il Figlio di Dio che si è incarnato per salvarci. E proprio grazie alla trasfigurazione noi siamo introdotti nella conoscenza profonda del mistero pasquale di Gesù.

Gesù viveva qui in terra come vero uomo, ma nello stesso tempo si trovava nella sua gloria come Figlio di Dio; sul monte Tabor (già Origene 185-253 riportava la tradizione, secondo la quale i cristiani veneravano sul monte Tabor l’evento della Trasfigurazione del Signore) permise che per un momento la sua gloria si manifestasse nel suo corpo mortale “si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime, nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”, ci fa quasi toccare con mano l’inesprimibile, ma si ferma lì. E del resto non poteva fare diversamente!

E accanto a Lui apparvero Elia e Mosè, anch’essi nella gloria: Elia da parte dei Profeti, Mosè da parte della Legge, testimoniavano che la salvezza annunziata nell’Antico Testamento si attua in Gesù – e discorrevano fra loro circa la morte che Gesù avrebbe subito a Gerusalemme, e della nuova ed eterna alleanza che istituirà con il dono della sua vita.

Gesù volle che i suoi apostoli vedessero la trasfigurazione perché avessero la certezza della sua vera identità, perché non vengano meno quando lo vedranno patire, e perché quando risorgerà non pensino che esca un fantasma dal sepolcro, ma un personaggio concreto rifulgente della gloria della divinità che aveva da sempre.

E dalla nube esplode la voce del Padre – il Padre solleva per un momento il velo che copre il mistero della persona del suo Figlio e lo rivela come è davvero “questi è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo!”. Si fa sentire la presenza di Dio (Shekinah) sotto i segni della nube che avvolge i tre apostoli e della voce che parla loro. La designazione del Padre rimanda implicitamente alla confessione di Pietro a Cesarea di Filippo “tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” – ciò che Pietro ha professato è ora divinamente affermato.

Il Padre si compiace nel Figlio perché è pronto a sacrificarsi per la nostra salvezza: il Padre nel suo amore per noi non ha risparmiato il Figlio (Rm 8,32), Gesù nel suo amore per noi ha dato la sua vita.

“Se Dio non rifiuta di sacrificare ciò che ha di più caro, il proprio Figlio, si deve comprendere che Egli non risparmia se stesso, che si spoglia per noi del proprio essere e della propria vita, che dà se stesso a noi mentre ci dà suo Figlio” (J. Moinght).

Anche quando c’è la Messa si entra in questo roveto ardente dell’obbedienza del Figlio al Padre e della compiacenza del Padre verso il Figlio.

“Ascoltatelo!” perché Egli è l’autentico interprete e realizzatore della volontà di Dio – “ascoltatelo” anche quando parla della croce, così anche la nostra vita sarà trasformata in attesa dell’eternità beata. “Gesù ci affranca dalla schiavitù del peccato, e ci invita ad essere creature nuove come Lui in attesa dell’eternità beata”(papa Giovanni XXIII).

Pietro disse a Gesù: “maestro è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per Te, una per Mosè e una per Elia”. Le tende rimandano alla festa delle Capanne o dei Tabernacoli che durava una settimana e, in certo senso, voleva come anticipare il giubilo e la gioia del riposo escatologico. Su questo atteggiamento di Pietro, toccato dal timore religioso che pervade l’uomo alla presenza della divinità, così commenta Beda il Venerabile: “quanto grande deve essere la felicità che circonda in eterno la visione di Dio tra i cori degli angeli, se soltanto l’umanità di Cristo trasfigurata e la compagnia dei due santi, contemplata in un attimo, riempiono di gioia Pietro a tal punto che vuol trattenerli col suo amore perché non se ne vadano”.

Sant’Agostino si è convertito perché ha saputo elevarsi dalla bellezza creata alla bellezza increata e creatrice, Dio gli si è manifestato come bellezza suprema “tardi ti ho amato o bellezza antica e sempre nuova”.

Santa Teresa d’Avila parla dell’immensa bellezza dell’umanità di Gesù “se in cielo non ci fosse altra cosa per dilettare la vista all’infuori della grande bellezza dei corpi glorificati, ciò sarebbe già una grandissima gloria specialmente nel contemplare l’umanità di nostro Signore Gesù Cristo” – e insegna “noi non possiamo piacere a Dio e Dio non vuole accordarci le sue grazie se non attraverso la sacrosanta umanità di Gesù Cristo in cui, come Egli un giorno disse, pone le sue compiacenze. Ne ho fatto l’esperienza moltissime volte, anzi me lo ha detto il Signore stesso; ho visto chiaramente che dobbiamo passare per quest’unica porta se vogliamo che la divina maestà ci scopra i suoi grandi segreti... È cosa importante finché viviamo e siamo uomini, avere davanti il Signore come uomo, altrimenti si fa camminare l’anima nell’aria senza appoggio”.

Gesù parla che deve patire e morire, dice ai suoi discepoli di seguirlo prendendo la propria croce (Mc 8,34), e in questa atmosfera di patire e croce si trasfigura, per dirci che c’è un mondo e una realtà di ordine diverso da quelli della nostra esperienza – dal Breviario “il Signore per rendere la loro fede ferma e profonda e perché attraverso i fatti presenti arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità, e così offrire loro una immagine prefigurativa del Regno dei Cieli”.

In ogni tempo della Chiesa il Tabor e il Calvario sono due eventi da tenere in stretto rapporto (per crucem ad lucem - per mezzo della croce si arriva alla luce). A Lourdes la Madonna disse a Bernadette “ti farò felice, ma non in questo mondo” – questo mondo è una valle di lacrime ma poi ci sarà la montagna della gioia.
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
More in this category: III Domenica di Quaresima »

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821