III Domenica di Quaresima

Published in Domenica Missionaria
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Gesù risorto è il segno
della nuova alleanza



Es 20,1-17;

1 Cor 1,22-25;
Gv 2,13-25


Come nella natura ci sono le stagioni, così nell’anno liturgico ci sono questi periodi favorevoli per la nostra anima – la Quaresima è come una primavera spirituale per la nostra anima.

La Quaresima è la verifica del proprio impegno spirituale basato non su un modello di santo, ma su Dio stesso – il cristiano ha perciò un ideale infinito: “siate perfetti come perfetto è il Padre vostro celeste” (Mt 5,48).

La verifica dell’esistenza cristiana ha un testo privilegiato nel decalogo che la liturgia oggi ci fa meditare, esso è un disegno perfetto dei nostri legami con Dio e col prossimo. L’uomo realizza pienamente se stesso quando si avvicina a Dio nell’amore a Lui, e quando si avvicina ai fratelli nell’amore e rispetto – liberandosi dalla schiavitù dei falsi idoli che l’uomo, dato la sua natura fragile, è tentato di costruirsi per rendere comoda la sua vita. Gesù ci chiede di non avere nessun idolo, e noi durante la Quaresima dobbiamo esaminare per vedere se nella nostra vita abbiamo degli idoli, cioè delle realtà a cui diamo un culto e a cui ci assoggettiamo in modo indebito.

Alla fine della sua prima lettera Giovanni ci dice “figliuoli guardatevi dai falsi dei!” (1 Gv 5,21). L’idolo è un male che minaccia sempre la nostra esistenza e ci impedisce di vivere una vita bella, nella giustizia, nella pace e nell’amore (Albert Vanhoye).

Il brano evangelico inizia precisando il tempo e il luogo dove si trovava Gesù: “si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme”. Come ogni pio ebreo, anche Gesù si reca coi suoi discepoli nella città santa per la Pasqua, la festa più importante. Il Tempio di Gerusalemme era il cuore della vita di Israele, e era ritenuto il luogo più santo della terra. Il Tempio comprende- va un edificio sacro e grandi cortili nei quali c’era in usanza la vendita sul posto degli animali destinati al sacrificio e il cambio della moneta richiesta per l’acquisto degli animali e per le offerte.

Durante la sua vita pubblica la prima volta che salì al Tempio Gesù vi trovò dei mercanti e dei banchieri che si curavano dei propi affari; allora Gesù si fece severo e fattosi una sferza di cordicelle incominciò a scacciare i venditori e a rovesciare i tavoli dei cambiavalute. Egli fece questo non per disprezzo dei sacrifici, ma per il rispetto che porta alla casa di preghiera.

Con il gesto dell’espulsione dei mercanti Gesù si è presentato come un personaggio, come il Figlio di Dio-Messia, realizzando in tal modo la profezia di Malachia (3,1) che parla della venuta del Signore nel suo Tempio per purificarlo.

“Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio luogo di mercato”, si riferiva ad un oracolo del profeta Zaccaria che dopo aver annunciato la comparsa di un mondo completamente rinnovato, un mondo in cui il Signore sarebbe divenuto re di tutta la terra ed il paese sarebbe stato trasformato in giardino, concludeva “non vi sarà più alcun commerciante nella casa del Signore dell’universo” (Zc 14,21).

I discepoli presenti alla scena si ricordano di un passo della Bibbia che vedono incarnato da Gesù “lo zelo per la tua casa mi divora” (Sal 69,10).

La dedizione totale di Gesù alla volontà del Padre, costituisce il motivo della sua morte.

I Farisei lo affrontano dicendo “che segno mostri di questo tuo potere di purificare il Tempio?” Chiedono una giustificazione e una spiegazione. Dà una risposta volutamente enigmatica “distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Egli parlava del Tempio delsuo corpo che sarebbe stato distrutto con la passione e la morte e sarebbe stato riedificato in tre giorni con la sua risurrezione. I Giudei increduli vogliono un segno ed egli accetta la sfida e preannunzia loro il più grande dei segni: la sua risurrezione.

La figura di Gesù appare già con l’autorevolezza di Figlio di Dio, che parla e agisce in nome e col potere di Dio. I Giudei chiedono una prova che legittimi il gesto compiuto, e la parola di Gesù annuncia due eventi: la distruzione del santuario e la ricostruzione. C’è il sarcasmo da parte dei Giudei “questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”, ma anche il ricordarsi degli apostoli: con la risurrezione al terzo giorni il segno preannunciato oggi da Gesù sarà manifesto e sarà accolto nella fede adorante (è lo Spirito che dopo la Pasqua rende presenti alla memoria degli apostoli parole e atti passati di Gesù di Nazareth).

Tutti e quattro gli evangelisti parlano della scacciata dei venditori del tempio perché è un gesto messianico profetico che dice l’inizio del tempo in cui ci sarà la purificazione del Tempio e del modo di rendere culto a Dio; che dice che inizia la nuova era in cui non si compie più sacrifici di animali ma c’è il vero sacrificio della nuova alleanza; con questo gesto annunzia la fine di questo luogo di culto e preannuncia se stesso come Tempio del nuovo culto, della nuova alleanza tra Dio e gli uomini.

Il corpo di Gesù come Tempio di Dio è in linea con il pensiero di Giovanni: il Verbo incarnato ha posto la sua tenda permanente fra gli uomini perché fosse il luogo della presenza di Dio sulla terra.

Secondo Giovanni l’Agnello di Dio non mette soltanto ordine nel tempio, ma per il fatto stesso della sua presenza manifesta che i riti sacrificali sono decaduti, d’ora in poi la riconciliazione di Israele si fa mediante il dono che Gesù fa di se stesso. Già il profeta Malachia preannunciava che tutti i sacrifici del Tempio sarebbero cessati: “perché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura” (Ml 1,11).

Non occorrono più buoi, pecore e colombe per i sacrifici perché Gesù “per noi si offrì a Dio Padre in sacrificio di soave odore” (Ef 5,2). Tutti i sacrifici dell’Antico Testamento erano una preparazione al vero sacrificio del Nuovo Testamento, la Messa.

Non ci si ferma più al Tempio di Gerusalemme, ma il Tempio è aperto al mondo intero perché Gesù è il nuovo Tempio di Dio: “credimi donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete... ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Pa- dre cerca tali adoratori...” (Gv 4,21).

Il Concilio Vaticano II dice “con la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i cristiani sono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo per offrire, mediante tutte le opere di cristiano, sacrifici spirituali a Dio e proclamare le meraviglie di colui che dalle tenebre li ha chiamati alla sua mirabile luce”.

Come santa Teresina: il metodo della piccolezza delle cose, come luogo di espressione della grandezza dell’amore.

Con il suo amore e i suoi sacrifici faceva sì che i raggi si spargessero sulle anime da salvare. Non c’è più alta missione, diceva Beethoven, che arrivare a toccare il sole e spargerne i raggi sulla terra.
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12
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