XVIII Domenica del Tempo Ordinario

Published in Domenica Missionaria
{mosimage}

La nuova manna

Es 16,2-4.12-15;

Ef 4,17. 20-24.
Gv 6,24-35

Gesù era entrato nella sinagoga di Cafarnao per tenervi il sorprendente discorso sul ‘pane di vita’ che proprio oggi iniziamo a leggere. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si ritira sulla montagna, tutto solo. Poi cammina sulle acque per raggiungere i discepoli che stanno sulla barca, e infine, assieme a loro, giunge alla riva di Cafarnao. La gente che ha partecipato alla moltiplicazione dei pani si è accorta che Lui e i discepoli non sono più lì, e va a cercarli nella direzione di Cafarnao. Incontrato di nuovo Gesù gli dissero: “maestro, quando sei venuto qua?”, e ora incomincia un colloquio fra la gente e Gesù.

“Voi mi cercate perché avete mangiato di quel pane, ma dovete cercare il pane che non perisce”.

Ecco Gesù capisce la necessità: l’uomo ha una famemateriale, ma di più una fame spirituale: fame di cose sublimi, fame di verità e di amore, fame di vita piena e perenne, fame di infinito.

Contardo Ferrini “l’uomo è un ente finito che tende all’infinito”. Una convincente conferma l’abbiamo nelle Confessioni di sant’Agostino: nulla di ciò che è finito può saziare l’infinito dell’uomo. L’uomo è stato fatto da Dio per Dio: “ci hai fatti per Te e il nostro cuore è inquieto finché non riposerà in Te”. Anche alla samaritana che cercava l’acqua al pozzo di Giacobbe, Gesù parla di un’acqua viva zampillante per la vita eterna.

“Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di Lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”. Gesù si chiama il Figlio dell’uomo, termine derivato dal profeta Daniele (Dn 7,13), con questa autodesignazione egli si riferisce alla sua origine celeste: “eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13). Gesù stesso, qualificandosi come il Figlio dell’uomo e il Figlio del Padre, promette di dare un pane nuovo e diverso: un cibo che non perisce, ma che dura per la vita eterna. Questo cibo imperituro è quello che la folla deve cercare di procurarsi; ed è per donare il cibo imperituro che il Padre ha consacrato il figlio Gesù col ‘sigillo’ dello Spirito Santo. In forza del sigillo dello Spirito Santo, impresso dal Padre a Gesù nel battesimo, questi è l’Inviato di Dio, e il datore della vita divina agli uomini” (G. Marchesi).

“Ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero...”. C’è una icona russa, detta, per la sua bellezza,l’icona delle icone: la santissima Trinità è raffigurata in tre persone giovani, leggere, slanciatissime, che formano come un calice-una coppa; con i loro gesti indicano la totale unità che li lega: l’uno si immerge con lo sguardo nell’altro. Davanti a loro c’è una mensa e sulla mensa un agnello: ecco la Trinità è raccolta nell’eucaristia e avvolge l’eucaristia.

La gente capisce che Gesù richiede qualche cosa di più alto da loro e dice: “che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”.
Essi pensavano alle opere del tipo di quelle imposte dalla legge di Mosè, invece Gesù richiede un passaggio-una svolta: dall’ordine naturale all’ordine della grazia “questa è l’opera di Dio: credere in colui che Egli ha mandato” con queste parole Gesù invita i Giudei a credere in Lui.

Non fare dunque le ‘opere’ ma accettare soltanto l’‘opera’ di Dio in noi che ci indica Cristo come il suo inviato, colui nel quale Egli offre la salvezza agli uomini: come davanti al cibo non occorre altro che mangiarlo, così davanti a Cristo non c’è da fare altro che accettarlo come l’inviato del Padre. Però questa è ‘opera’ talmente alta, che solo Dio può compierla in noi: perché è grazia sua - dono di Dio - un’opera di Dio stesso.

Tutto l’atto di fede dal suo inizio fino alla fine richiede la grazia di Dio. La fede comprende tutto l’uomo: intelligenza, volontà e cuore e in più la grazia: l’uomo si muove liberamente verso la fede ma con l’aiuto della grazia. Credere dal profondo dello spirito ove penetra la grazia, quindi essere docili alla grazia, rimettersi alla grazia. Dio ha dato tutti gli uomini a suo Figlio perché per mezzo di Lui avessero la vita: lasciarsi quindi attrarre dal Padre verso Gesù. I miracoli conducono alle soglie della fede, la fede va oltre la ragione, guida l’uomo sulla strada che si apre sul mondo di Dio. Il Vangelo è stato scritto “perché crediate che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,31).

Poiché Gesù ha parlato di fede, la gente ora chiede dei segni. Nei Vangeli capita spesso che le persone chiedano dei segni per poter credere.

Qui dicono a Gesù “quale segno tu fai perché vediamo e possimo crederti? Quale opera compi?”. Per la gente, se Gesù esige la fede, deve compiere un’opera che sia segno della sua autorevolezza, della sua potenza.

La gente rivolge una sfida a Gesù: “i nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: diede loro da mangiare un pane dal cielo”.

La manna era un cibo meraviglioso perché veniva dal cielo. Ma Gesù di nuovo corregge la prospettiva della gente, dicendo che la manna non era veramente un pane dal cielo, ma un pane materiale: Dio aveva impedito la morte per fame dei suoi figli nel deserto. Il pane del cielo, invece, è un pane spirituale, un pane che fa vivere l’anima. Gesù stesso è questo pane, Egli è stato mandato da Dio per essere il cibo delle nostre anime.

Perciò dice alla gente “non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Qui Gesù si fa una rivelazione molto importante: Egli è il vero pane del cielo dato dal Padre; è un dono di Dio per noi, che ci comunica la vera vita, quella spirituale, la vita di relazione profonda con Dio, la vita di fede di speranza di carità (Albert Vanhoye).

Gesù raccoglie il suggerimento biblico avanzato dai suoi ascoltatori per dimostrare che la vicenda della manna ora sta nuovamente attuandosi ma in una forma suprema e definitiva. Il Padre sta ora offrendo all’umanità affamata il ‘pane vero’, l’unico che veramente discende dal cielo e dà la vita al mondo. Nel Credo recitiamo “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo...” (Gianfranco Ravasi).

Finalmente Gesù pronuncia la parola definitiva di autorivelazione: “Io sono il pane della vita”. Questa è l’affermazione più importante di tutto il racconto: “in questo ‘Io sono’ è concentrata tutta la maestosa esigenza di vina di Gesù” (Romano Schnackenburg).

Qualificandosi in assoluto “il pane della vita” Gesù si presenta come l’unico rivelatore di Dio e come l’unico datore agli uomini della vita divina (Gianfranco Ravasi).

Gesù è colui che può soddisfare veramente i nostri desideri più profondi. Presso altre persone o cose possiamo trovare soddisfazioni superficiali, ma non la soddisfazione piena e profonda per la nostra vita; perciò rimaniamo sempre in una situazione di fame e di sete. Invece chi accoglie Gesù pienamente nella propria vita, non ha più fame e più sete, perché i suoi desideri più profondi vengono saziati (Albert Vanhoye).
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821