VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Published in Domenica Missionaria

rondine1971

Is 49,14-15

1 Cor 4,1-5

Mt 6,24-34

 

Oggi il Signore Gesù ci invita a scegliere bene il nostro padrone perché dice che “nessuno può servire a due padroni”. Gesù vuol dire che Dio non può essere preferito a nessuno: è il primo ad essere servito e l’unico ad esigere di essere servito con dedizione totale, alla quale è ordinato e subordinato ogni altro impegno. Già nell’Antico Testamento è detto di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente (Dt 6,5).

I due padroni che si contendono tutto l’uomo sono Dio e Mammona (che significa “ricchezza”) – qui è usato come un nome proprio, come a personificare la ricchezza che infatti è un idolo al quale presta culto chi è avido di denaro (Col 3,5). La ricchezza seduce l’uomo per farne uno schiavo, Dio lo attira per fare di lui un figlio libero (Gv 6,44).

La scelta dell’uomo è tra un bene caduco e ingannevole e il bene sommo e necessario, tra la schiavitù e la libertà. Dio ha creato “buone” tutte le cose per l’uomo (Gn 1,4), i cui disordinati appetiti umiliano la creazione di Dio, trascinandola nella schiavitù dei propri peccati (Rm 8,22) (Salvatore Garofalo).

Perciò bisogna scegliere tra Dio che è amore, e la ricerca egoistica della ricchezza materiale. Non possiamo assumere come scopo delle nostre azioni il denaro, ma l’unione con Dio nell’amore, e dobbiamo fare tutto secondo questo orientamento. In realtà, se ricerchiamo sol tanto il denaro manchiamo dell’amore, il che è molto più grave – l’uomo sarà “più uomo” se si appoggerà meno a se stesso e più a Dio.

 

L’angosciosa preoccupazione per i beni della terra è del tutto contraria alla fede nell’amore premuroso e provvido del Padre celeste, che ha addirittura tenerezza e sollecitudine di madre, più di ogni madre della terra (Is 49,15).

“Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” questo è l’orientamento datoci da Gesù: cercare prima il Regno di Dio e la sua giustizia e poi restare tranquilli perché Dio provvederà (Albert Vanhoye).

Insomma deve sempre predominare un atteggiamento di fede e di fiducia: in caso contrario si ha un animo pagano, di quei pagani che ignorano il vero Dio che è Padre e non credono alla sua provvidenza. Si è uomini “di poca fede” cioè mancanti di una fede degna di questo nome (Salvatore Garofalo).

Il punto incrollabile della nostra vita è l’amore paterno di Dio e la sua provvidenza. In primavera, dopo le piogge, sulle colline di Nazareth e lungo il lago di Tiberiade i campi si coprono di verde e di tanti fiori; tra questi c’è un fiore rosso che ricorda la porpora di Salomone. Gesù godeva le gioie naturali nel guardare i fiori del campo e gli uccelli dell’aria, e un giorno per educare i suoi apostoli all’amore paterno di Dio e alla sua provvidenza disse: “guardate come Dio veste i fiori del campo e nutre gli uccelli dell’aria, e non avrà più cura di voi che valete molto più di loro ai suoi occhi?”. E Gesù porta come le prove: “se vi ha dato il dono prezioso della vita e del corpo che è il più, non vi darà ciò che è necessario per il loro nutrimento che è il meno? – e se provvede con splendore e generosità a creature minori, come i fiori e gli uccelli, non provvederà di più per voi, per l’uomo che è la creatura sovrana?

 

Gesù inculca la fede nell’amore paterno di Dio e nella sua provvidenza: Egli ha lavorato trent’anni nella casa di Nazareth, era conosciuto come il figlio del falegname (Mt 13,55); nella sacra famiglia c’era la forza di volontà e la fiducia in Dio Padre; anche nel Padre Nostro Gesù ci insegna a chiedere il pane quotidiano e a mettere la propria serena attività, senza scoraggiarsi mai davanti all’idea dell’amore del Padre celeste.

 

Dio tutto governa con bontà, Egli ha creato il piccolo e il grande e si cura ugualmente di tutti (Sap 6,7) – ha tutto disposto con misura, calcolo, peso, (Sap 11,20). Tutta la nostra vita è in mano di Dio dal suo inizio al suo termine – tutta la nostra vita dipende da Lui dalle grandi alle piccole cose di cui è intessuta la nostra esistenza quotidiana, perfino i capelli del nostro capo sono contati e non ne cade uno senza che il Padre lo sappia (Lc 21,18).

Dt 32,11: “come l’aquila stimola i suoi piccoli al volo e stendendo le sue ali li protegge, li aiuta e nei pericoli li soccorre”, così Dio dopo che ci ha messi nel grande mare della vita, non cessa di vegliare sulla nostra esistenza.

Sant’Agostino “le tue mani, Dio mio, nel segreto della tua provvidenza non abbandonavano invero la mia anima. Si deve riconoscere e proclamare l’occulta profondità e l’indefettibile presenza della tua misericordia verso di noi”; ed ancora diceva “Dio ha cura di ognuno di noi come se esistesse lui solo e ha cura di tutti come ha cura di questo solo”.

Santa Teresina “come il sole rischiara egualmente i cedri e i più piccoli fiori, quasi che ciascuno di essi fosse l’unico sulla terra, così Nostro Signore si occupa di ogni anima come se non avesse l’eguale; e come nella natura le stagioni sono disposte in modo da far sbocciare nel giorno stabilito la più umile pratolina, nella stessa maniera tutto corrisponde al bene di ciascun’anima”. Santa Teresina si abbandonava in Dio come fa un bambino in braccio a sua madre – e quando era nel dolore anche il cielo era triste e nuvoloso, quando desiderava la neve veniva a nevicare.

Dal Catechismo della Chiesa cattolica n. 313 “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28), la testimonianza dei Santi non cessa di confermare questa verità: così santa Caterina da Siena nel suo “Dialogo della Divina Provvidenza”: “tutto viene dall’amore, tutto è ordinato alla salvezza dell’uomo, Dio non fa niente se non a questo fine”. I disegni di Dio sono nascosti e misteriosi, ma Lui governa, dirige ogni cosa giustamente e per il meglio. Si tratta di dar fiducia a questa autorità sovrana del Padre che è quella di un amore pieno di sapienza (Jean Galot).

 

Gesù ci invita ad abbandonarci all’amore di Dio. I santi hanno messo in pratica questo invito in modo radicale, noi dobbiamo avere questo spirito di vincitori, grazie alla fiducia che riponiamo in Dio.

San Giovanni Bosco aveva solo due anni quando gli morì il papà nella verde età di trentaquattro anni. Nella persona della mamma, Margherita Occhiena, imparò a vedere la figura premurosa e buona di Dio, di cui egli poteva pienamente fidarsi e dal quale si attendeva soltanto del bene. Anche se capitava qualche disgrazia per Giovannino il Signore è sempre un Padre buono e provvidente, mentre la Vergine è la mamma per eccellenza.

L’infanzia di Bernadette è una lunga notte: fame, privazioni, malattie, disprezzo, ma una notte seminata di stelle perché diceva: “quando il buon Dio lo permette non ci si lamenta”.

Papa Giovanni: “davanti a noi la croce di Gesù, su di noi la volontà di Dio”.

Giorno per giorno dobbiamo costruire la nostra fiducia nella provvidenza, proprio perché essa è presente in ogni momento della nostra vita.

È l’amore che fa esistere (M. Blondel).

Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:12

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