Attorno alla Parola - XXXIII C

Published in Domenica Missionaria
{mosimage}Al fine di favorire i fedeli che hanno difficoltà a partecipare nei giorni feriali alle celebrazioni per l’anniversario della dedicazione della propria chiesa, la Conferenza Episcopale Piemontese ha stabilito per il corrente anno che tutte le chiese dedicate al culto (eccetto le cattedrali, che ricordano la propria dedicazione nel giorno dell’anniversario) trasferiscano in questa domenica la celebrazione della propria chiesa. In tal modo le chiese della diocesi celebrano nel medesimo giorno questa “solennità della Chiesa locale”, rafforzando il legame che unisce le comunità locali con il vescovo nell’insieme della comunità diocesana, “Chiesa particolare”, nella quale “è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica e Apostolica” (Congregazione per la dottrina della fede - Lettera Communionis notio, n.9)

Il 12 novembre del 1916 il nostro carissimo Padre fondatore, dopo aver in giornata contemplato con gioia il suo santuario, così si esprimeva alla sera con i suoi figlioli missionari: “Vedete, se oggi foste andati alla Consolata avreste visto accese per tutto il giorno 12 candele: quattro a S. andrea, sei tutt’attorno e due ai lati, così come a ricordare i dodici apostoli. È l’anniversario della dedicazione, una festa solennissima già dall’antichità, dalla bibbia”. E, tradendo la propria fede e devozione, il Padre tenne una delle sue più lunghe conversazioni. Descrisse le solenni celebrazioni bibliche ed ancora il lungo rituale di oltre cinque ore del pontificale romano, preceduto da digiuni e preghiere.


La consacrazione del primo tempio voluto da Davide e realizzato da Salomone fu una festa protrattasi per sette giorni e sette notti, segnata dal fuoco e dalla nube, indice del gradimento e della presenza di Dio. La gente fischiava per la meraviglia.

La dedicazione del secondo tempio, nel 515 a.C., dopo la distruzione e l’esilio di Babilonia. La dedicazione fu caratterizzata dalla proclamazione solenne della lettura del libro sacro, acclamato da tutta l’assemblea.

Poi le feste nel tempio già profanato dai riti ellenici e purificato da Giuda nel 164 a.C. e grandiosamente ampliato dal re Erode con nove anni di lavoro e dieci mila operai. È in questo terzo tempio che Gesù passeggiava durante la festa della dedicazione, detta hannuka o encenie. Era inverno, osserva l’evangelista. La festa infatti cominciava il 25 dicembre e si protraeva per otto giorni al canto degli alleluia e dei salmi 112-117.

Nell’era cristiana, dopo il periodo clandestino delle chiese domestiche, sorgono nel terzo secolo le prime chiese e basiliche. Ovunque era un pullulare di templi. Così Eusebio, lo storico imperiale, rievoca l’avvenimento: feste di dedicazione in ogni città; insieme uomini e donne, ilari nello spirito e nella mente, glorificavano Dio; digiuni, processioni, triplice incensazione, aspersioni con acqua gregoriana, cenere – sale – vino, unzione dei quattro corni dell’altare. E quasi a sigillo, sotto l’altare si deponevano i corpi dei martiri. Commentava S. Ambrogio, deponendo i corpi dei martiri Gervaso e Protaso: “Dove il Cristo offre se stesso come ostia, là prendono posto le vittime trionfanti da lui riscattate”.

Così nella cappella di San Giuseppe, nell’altare messo dal Fondatore alla Consolatina, potete venerare la finestrella confessionis con le reliquie dei martiri.

Il Concilio ha dato il via ad un nuovo rituale, pur sempre ispirato ai tre concetti tradizionali: Domus Dei, domus sanctificationis, domus ecclesiae.

Lo spazio del tempio viene ridisegnato secondo la triangolarità dei ministeri liturgici. Non più il monumentale altare tuttofare per un sacerdozio che usurpava ogni ministero, bensì il triplice punto di riferimento ministeriale: altare, ambone, cattedra. Tre spazi per la presenza di Cristo; per tutti e tre va quindi il segno della venerazione, l’incenso e il bacio. Tre gesti carichi di significato, purtroppo messi fuori uso perché vanificati come puro rituale.

L’altare, dominato dal crocifisso, è ridimensionato alla semplicità della mensa del cenacolo e al dire di S. Agostino: altare ecclesiae ipse Christus. Frase che P. Morando ha voluto inciso sull’altare del noviziato (Bedizzole). Osservava S. Crisostomo: “Questo meraviglioso altare che pur essendo di semplice pietra riceve il Corpo di Cristo”. Dall’altare, posto in posizione centrale, tutto si diparte e all’altare tutto si orienta.

L’ambone, che vuol dire salire, non più elevato ma pur sempre decoroso, si aggancia all’altare ed è il luogo della Parola, della teofania, della manifestazione del Cristo, maestro di verità. Per questo il diacono vi intronizza l’evangelario, al canto del’alleluia, tra luci e incenso. Al bacio del vangelo segue l’acclamazione del ministro e del popolo: Verbum Dei, alleluia.

Terzo elemento è la cattedra circondata dalle sedi dei celebranti che, mediatori, si aprono ad anfiteatro verso l’assemblea, segno della presenza del Cristo.

Domus Dei, il tempio, è anche domus ecclesiae, casa della chiesa, ossia casa della convocazione, casa dell’assemblea, casa della fraternità. Avverte S. Agostino: la dedicazione della casa di preghiera è la festa della nostra comunità; ma noi stessi siamo casa di Dio. Siamo sì pietre vive, come dice San Pietro, ma noi diventiamo casa di Dio solo quando siamo uniti nella carità, strettamente connessi, perfettamente combacianti.

L’arco dell’assemblea si chiude nella riserva eucaristica ove il Cristo continua la sua presenza sacramentale in mezzo a noi. Andatevi sovente, invita il Fondatore, stateci volentieri, con affetto e, come lui, orientiamoci anche fisicamente verso il tabernacolo.

Hic est domus et porta coeli, anticamera del paradiso. La raggiera splendente del Crocifisso sembra compiere il cammino tracciato dalla liturgia della dedicazione. Dal tempio storico, al tempio spirituale, al tempio celeste, quello escatologico, cioè futuro.

Con gioia e con letizia celebriamo oggi il giorno natalizio di questa chiesa; ma il tempio vivo e vero dobbiamo essere noi. E lo saremo se come gli apostoli con Maria saremo perseveranti nello spezzare il Pane sulla mensa, nell’ascolto della Parola dall’ambone, nell’amore fraterno. Così volle il Fondatore, così le Costituzioni presentano l’icona della nostra famiglia missionaria e mariana.
Last modified on Saturday, 07 February 2015 21:54

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821