IV Domenica di Avvento

Published in Domenica Missionaria

 “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Lc.  1,39-48

Nel periodo di Avvento, la liturgia ci parla e ci ammaestra attraverso tre grandi guide: Isaia, Giovanni Battista e Maria; il profeta, il precursore e una madre. Oggi è la volta di Maria.

In tutti e tre i cicli liturgici, la IV Domenica di Avvento è tipicamente “mariana”: l’attenzione si concentra su Maria, figura di madre dolce e silenziosa, su Colei cioè in cui si stanno compiendo il tempo naturale del parto e la pienezza dei tempi della storia della salvezza. Nelle domeniche precedenti, contemplavamo il Redentore quasi da lontano: con lo sguardo di Isaia, che lo vedeva scendere come “rugiada dai cieli”; con lo sguardo di Giovanni Battista, che lo attendeva dal deserto. Oggi siamo invitati a fissare un punto preciso, una persona: Maria SS. Se Avvento significa attesa di Cristo, Maria è l’attesa in persona, la donna che aspetta la nascita del suo Bambino.

/ La pagina del Vangelo odierno ci narra la Visitazione, una scena commovente: due donne che aspettano un bambino si incontrano, l’incontro di due madri privilegiate, e due bambini non ancora nati.. Il Figlio di Maria incarnerà in mezzo agli uomini il Dio invisibile; il figlio di Elisabetta porterà al culmine l’attesa di Israele. La Vita va incontro alla speranza umana: la Vita di Dio e la speranza degli uomini si incontrano.

> Maria SS., dopo il suo consenso a diventare “Madre di Dio”, si recò “in fretta” dalla cugina Elisabetta, in un paese tra le colline della Giudea, per offrire i servizi che una giovane donna può compiere per una donna anziana, che attende di diventare madre. Pertanto la strada che percorse Maria da Nazareth di Galilea ad Ain Karim(ebr. “la sorgente della vigna”) in Giudea, ( sorge a 6 Km. a ovest di Gerusalemme e a 146 Km. da Nazareth), è quella stessa percorsa dall’Arca dell’Alleanza, quando Davide la trasportò attraverso il paese di Giuda fino a Gerusalemme. Tre viaggi: quello dell’Arca, quello di Maria, e quello di Gesù, che seguono tutti lo stesso cammino di Dio diretto verso l’umanità vecchia e bisognosa, gravida di un nuovo uomo che per la gioia della salvezza, sussulta nel grembo di sua madre. Due madri dunque, di ben diversa età, si incontrano in un unico inno di lode a Dio: ma esse quasi scompaiono ed emergono i loro figli non ancora nati.

Il saluto in loro non è un puro gesto di cortesia: la presenza di Maria è la presenza di Gesù. Maria mentre porta il suo Bambino, ella è la “vera dimora” di Dio, e come tale viene riverita dalla cugina. Dio viene ad abitare fra gli uomini, ma la sua dimora non è più un tempio di pietra, ma è una Persona.

> In questa visita di Maria, contempliamo, oltre il mistero, la comunione di 4 Persone, che agiscono in modo speciale e particolare: Maria e il Figlio Gesù in seno; Elisabetta e suo figlio Giovanni.

1. Elisabetta: illuminata dall’alto, riconosce la dignità della Vergine santa, e si inchina di fronte a ciò che rappresenta Colei che è venuta a farle visita, e la proclama benedetta fra tutte le donne, e la benedice. Il cantico di Elisabetta comprende una “benedizione”, che nella Bibbia è sempre legata alla “fecondità”; e poi comprende una “beatitudine”: Maria, la Madre di Dio, è la “credente” per eccellenza. Ora per essere la Madre di Dio, bisogna credere. Quindi Lei è la prima credente.

2. Giovanni Battista: avverte la presenza del suo divino Maestro fin dal seno materno, e sussulta di gioia, dà testimonianza di gioia, esultando, meglio “danzando”. Luca ci dice che il bambino di Elisabetta “danzò” nel seno della madre, alla presenza di Maria, che portava già in sé il Figlio di Dio, così come Davide “danzò” dinanzi all’Arca del Signore, che entrava nella città di Gerusalemme.

Giovanni inaugura così il proprio ruolo di precursore.

3. Maria SS.: contemplando in se stessa i meravigliosi effetti dell’onnipotenza divina, esalta con tutto il cuore il santo nome di Dio e celebra la sua munificenza con canto del “Magnificat”.

Maria esplode nel suo cantico, grido di lode e di gioia, che celebra la fase della storia della salvezza che si sta realizzando. Dio sceglie Maria, la “povera vergine”, come Elisabetta,”la povera sterile”, così come ha guardato a Betlemme, la minuscola borgata di Giuda per scegliervi un ragazzo, l’ultimo della famiglia di Jesse, e farne il Re secondo il suo cuore, a differenza di altri suoi fratelli adulti.

E’ nota questa “illogicità” delle scelte di Dio!..

4. Gesù: tutti e tre i personaggi agiscono, solo Lui , Gesù, sembra immobile!. Nascosto nelle viscere

 della santa Madre, non fa nessun movimento che palesi la sua presenza. Lui che è l’anima di tutto il  

 mistero, appare inattivo nel mistero stesso (Bossuet).

/ Maria SS. ci è di esempio, per l’amore, la fede e l’obbedienza a Dio. Ella è la prima “Maestra” di Gesù come Madre, e la prima “Discepola” di Gesù.

Agostino disse che “la grandezza di Maria non sta tanto in quella di essere “Madre di Gesù” ma piuttosto di diventare “discepola di Gesù”, come Cristo stesso disse un giorno nei riguardi di sua Madre: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”(Lc.11,28).

/ Inoltre notiamo come i “grandi” vanno a salutare e aiutare i meno grandi: Maria da Elisabetta, e Gesù da Giovanni il Battista.

/ Maria infine è la “prima missionaria” che porta Gesù agli altri, ed è la prima “messaggera” del lieto annuncio di salvezza.

“Quando, nella Visitazione, Maria porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche modo, “tabernacolo”, il primo tabernacolo della storia, dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all’adorazione di Elisabetta, quasi irradiando la sua luce attraverso gli occhi e la voce di Maria”(“Ecclesia de Eucharistia”: Giovanni Paolo II).

Il nostro compito, come Maria, è quello di portare Gesù tra gli uomini e farlo nascere nei loro cuori con gioia. Il Tempio di Dio ora non è più una costruzione in pietra soltanto, ma il cuore di ogni credente, come pietra “viva” di Cristo. Perciò:

  • Come Maria SS., anche noi diciamo il nostro “sì” al Signore ( = annuncio a Maria).
  • Come Maria SS. portiamo Gesù agli altri (= visitazione e fuga in Egitto).
  • Come Maria SS. ringraziamo il Signore per tutto il bene che ci fa ( = Magnificat).
  • Come Maria SS. diffondiamo gioia attorno a noi, aiutandoci l’un l’altro a fare tutto quello che Gesù vuole da noi ( = nozze di Cana).

/ La liturgia di questa Domenica così vicina al Natale, è una lode alla “piccolezza” e all’umiltà. Tutto lo spirito del Natale è racchiuso nella piccolezza, nella semplicità, nella modestia. Siamo noi che, purtroppo, abbiamo sommerso la semplicità del Natale sotto la montagna di cose inutili.!

A Natale, dovremmo riscoprire la capacità di stupirci delle piccole cose.

Madre Teresa di Calcutta diceva: “Vorrei essere come una piccola matita nelle mani di Dio, perché Lui possa scrivere grandi opere di amore”.

> “La prova principale della vera grandezza di un uomo consiste nella percezione della propria piccolezza(Doyle).

> Il Crocifisso disse: “Don Camillo, è facile umiliarsi davanti a Dio. Il tuo Dio, invece, si è umiliato davanti agli uomini”. (Guareschi)

> Celebrando l’Eucaristia, noi andiamo incontro a Gesù con Colei attraverso la quale Egli venne a noi, e così si attua l’incessante “visita” di Dio alla sua Chiesa e alla nostra assemblea, per fare di ognuno di noi un “portatore di Cristo”(= cristo-foro) nel mondo.

> Preghiera. Rendici o Signore, ad esempio di Maria, portatori di gioia e di speranza per i fratelli: che la nostra creatività sia a servizio della felicità e del benessere dei vicini e dei lontani.

 

 

Last modified on Sunday, 13 December 2015 12:48
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