II DOMENICA DI AVVENTO

Published in Domenica Missionaria

“ Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore..”. Lc. 3,1-6

 

Dopo un lungo silenzio in cui non c’erano stati più né segni né profeti, Dio parla di nuovo, e l’eco della sua voce che tuona nella solitudine del deserto, annuncia una svolta della storia del mondo, è che il Signore sta per venire. Dio fa udire la sua voce in mezzo alle voci discordanti della storia, mentre i grandi lo ignorano o lo disprezzano. Pertanto questa ultima voce nel deserto, dopo il lungo silenzio di Dio è quella di Giovanni Battista.

Nella liturgia dell’Avvento, la figura del Battista, ha una particolare evidenza e importanza.

/ Con una precisione da storico moderno, l’evangelista Luca situa nel tempo,(tra il 27 e il 28 d.C.), collegandosi con la storia universale, la predicazione di Giovanni Battista, legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento, ultimo profeta che proclama prossima la salvezza di Dio per tutti gli uomini, e non soltanto per il popolo ebraico. La vocazione di Giovanni è intimamente legata alla venuta di Gesù Cristo, al suo avvento; essa consiste nel predicarlo, nel precederlo e nel prepararlo. E poiché Cristo è sempre “Colui che viene”, è evidente che la vocazione di Giovanni rimane sempre attuale e la sua missione insostituibile per noi.

Dai profeti fino a Giovanni Battista – dice S. Agostino – fu il tempo delle promesse; da Giovanni Battista fino alla fine dei tempi, è il tempo del loro compimento. I Padri della Chiesa distinguevano questi due tempi, chiamando il primo, il tempo della figura e il secondo, il tempo della realtà.

/ Il cuore della predicazione del Battista è contenuto in quella frase del profeta Isaia: “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore”. In realtà il testo originale di Isaia parla non di “voce” nel deserto, ma una “via” nel deserto. Gli evangelisti, applicando il testo al Battista che predicava nel deserto di Giuda, hanno modificato la punteggiatura: “Una voce che grida: Nel deserto preparate la via al Signore”(Is.40,3). Una “via” tracciata nel deserto richiama i grandi eventi della Bibbia: l’esodo dall’Egitto, quando il Signore seguiva il suo popolo nel deserto e, per così dire, gli tracciava davanti una strada verso la salvezza; e poi il ritorno dall’esilio, atteso e immaginato come un nuovo esodo verso la libertà.

Pertanto, sulla bocca del Battista questo nuovo esodo verso la libertà implicava una promessa e anche un impegno concreto di azione.  

/ Gerusalemme era una città circondata dal deserto: a oriente le strade di accesso, appena tracciate, erano facilmente cancellate dalla sabbia mossa dal vento, mentre a occidente si perdevano fra le asperità del terreno degradante verso il mare. Quando un corteo o un personaggio importante doveva giungere, bisognava uscire dalla città e andare nel deserto per tracciare una strada meno provvisoria; si tagliavano gli sterpi, si colmava un avvallamento, si spianava un ostacolo, si riattivava un ponte o un guado. Così si faceva, per esempio, in occasione della Pasqua per accogliere i pellegrini che arrivavano.

A queste realtà si ispira Giovanni Battista, il quale allacciandosi al passato, vuol dire ai suoi contemporanei, e a noi, che sta per arrivare uno che è al di sopra di tutti, uno che è chiamato “Colui che deve venire”, l’atteso delle genti; occorre tracciare un sentiero nel deserto, perché egli possa arrivare. Ora, fuori della metafora, nella realtà, questo sentiero non si traccia sul terreno, ma nel cuore di ogni uomo; non si traccia nel deserto, ma nella propria vita. E per farlo, occorre convertirsi:raddrizzare i sentieri del Signore”. Questo presuppone una realtà amara: l’uomo è come una città invasa, fin sotto le mura, dal deserto; egli si è chiuso in se stesso, col suo egoismo, ha complicato le sue vie con il peccato e vi è rimasto irretito dentro come in un labirinto.

Isaia e il Battista parlano metaforicamente di burroni, di monti, di luoghi impervi. Basta chiamare queste cose con i loro veri nomi, che sono: orgoglio, egoismo, infedeltà, violenze, terrorismo, menzogne, ipocrisie, impudicizie, superficialità, ubriacature di ogni tipo, tutti peccati frutto della “cultura della morte”. Ci si accorge allora che il discorso è anche per noi, è per ogni uomo che in questa situazione desidera e attende “la salvezza di Dio”. Perciò “drizzare un sentiero per il Signore” ha dunque un significato concretissimo: significa mettere mano alla riforma della nostra vita.

/ Pertanto la nostra vita si svolge tra due venute del Signore: quella dell’Incarnazione(la prima venuta del Signore a Betlemme) e quella della parusia(l’ultima venuta del Signore alla fine dei tempi). Ma c’è un venuta del Signore che è già in atto, adesso, “la venuta di mezzo”(S. Bernardo), che si realizza nei Sacramenti, nella Chiesa, con la Grazia di Dio. E’ per questa “venuta di mezzo” che dobbiamo drizzare un sentiero, aprire un varco, prima che sia troppo tardi..

Ma se ci lasciamo aiutare, Dio spiana, Dio colma, Dio traccia la strada, col nostro aiuto, affinché arriviamo alla salvezza.

/ “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”: è una espressione propria di Luca. La “salvezza” è opera di Cristo Signore, per tutta l’umanità. Luca lo ripeterà al termine del suo Vangelo: “Nel nome(di Gesù) saranno predicate a tutte le genti, la conversione e il perdono dei peccati”. E ancora Luca lo ripeterà nel libro degli Atti, quando alla fine, dirà per bocca di S. Paolo: “La salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi l’ascolteranno”(At.28,28).

/ Prima della venuta di Gesù era Giovanni Battista che gridava: “Preparate la via del Signore”.

Ora è lo Spirito Santo che grida nel nostro cuore: “Preparate la via al Signore”.

/ S. Gregorio Nazianzeno: “ Dopo la prima incerta luce del precursore, viene la Luce stessa, che è tutto fulgore. Dopo la voce, viene la Parola, dopo l’amico dello Sposo, viene lo Sposo stesso”.

/ Giovanni Battista è: 1. Il Profeta. Il Battista annuncia la venuta del Redentore; egli è il più grande dei profeti. La sua importanza è la prossimità col Messia che annuncia.

Il Precursore. Il Battista non solo annuncia l’imminenza della grazia del Messia e della sua salvezza, ma la inaugura. Giovanni cammina davanti a Gesù, è il testimone della luce di Cristo e lo mostra al mondo. E per questo invita alla penitenza per meglio preparare la sua venuta tra gli uomini.

3. L’amico dello Sposo. Giovanni Battista è colui che, secondo le antiche usanze nuziali, conduceva la fidanzata allo sposo. Giovanni ha la gioia di vedere che la sua testimonianza è ascoltata, e i suoi discepoli riconoscono Gesù. La sua felicità è completa quando ha portato le anime a Cristo. Giovanni poi si fa da parte per lasciare i suoi discepoli con lo Sposo, e poi terminato il suo servizio, può scomparire, affrontando la sofferenza e la morte.

Giovanni Battista è stato la voce che ha annunciato Gesù e che lo ha presentato al mondo.

Questa è la sua opera e la sua testimonianza.

/ Pertanto, ora noi ci prepariamo con umiltà e fede a vedere la salvezza del Signore che viene a noi nell’Eucaristia. Gesù ci viene incontro perché possiamo andargli incontro. Ma per usufruire di questa salvezza, bisogna prima morire a se stessi e convertirsi. Questo è il messaggio del Battista.

/ Maria, la Madre di Gesù, l’Immacolata, nel suo concepimento, proclama la realizzazione completa dell’annuncio del Battista: “Ogni uomo vedrà la salvezza del Signore”.

 

 

                       10/12/2006               *****************                              p. Mario C.

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