Solennita’ di Tutti I Santi

Published in Domenica Missionaria

“Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.

La solennità di tutti i Santi è la celebrazione della “santità universale della Chiesa”. Durante l’anno la liturgia propone alla venerazione, fa ricordo e memoria di alcuni Santi e gruppi di Martiri, ma i Santi non sono solo quelli inseriti nel calendario ufficiale della Chiesa.! La Madre Chiesa, con la festività odierna, intende ricordare e celebrare la memoria di tutti i giusti che già godono della visione beatifica di Dio, che vivono nella gloria di Dio insieme con Cristo, vincitore del peccato e sulla morte. Pertanto nella celebrazione sono inclusi non solo i beatificati e i canonizzati, ma anche quelli sconosciuti e non compresi nel martirologio, ma che sono però iscritti nel libro della vita. Tra questi ci sono – e lo speriamo – anche i nostri parenti e amici che ci hanno preceduto nel viaggio verso l’eternità beata. E speriamo di esserci anche noi, se lo meriteremo!..

/ S. Bernardo: “A che serve la nostra lode ai Santi?.. I Santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. E’ chiaro che quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro.. Nutriamo la brama della loro gloria e felicità: sollecitiamola, così per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere”.

Fondamento teologico della festa dei Santi è la stessa Santità di Dio, il suo immenso amore, l’onnipotenza della sua grazia. Dio solo è santo. Ma Dio nella sua bontà e nel suo amore, ha voluto partecipare agli uomini e alle donne, la sua stessa santità.

Icone e realizzatore della santità di Dio è Gesù Cristo. Egli è la santità visibile di Dio, la sorgente diretta e immediata; Cristo è il mediatore di santità tra Dio e gli uomini. Con la sua morte e la sua risurrezione, Gesù ha riconciliato tutti gli uomini con il Padre, li ha redenti, giustificati e resi santi.

Luogo privilegiato della santità è la Chiesa,Sacramento universale di salvezza”, santa e peccatrice, ma santificata continuamente da Cristo. La “Chiesa celebra oggi la sua vocazione alla santità a cui il Signore la chiama e continuamente la sospinge attraverso il dono dello Spirito”(Lumen Gentium).

I mezzi attraverso i quali Cristo conferisce la santità, sono i Sacramenti. Con questi segni efficaci della grazia, Gesù trasmette la sua santità alla Chiesa, che portano l’uomo alla vita di Dio. La santità è dono dell’amore di Dio e risposta dell’uomo all’iniziativa divina. I credenti infatti fanno la loro prima esperienza personalizzata con il sacramento del Battesimo, che ci inserisce nella famiglia di Dio e depone in noi il sigillo della santità di Dio. Ora la santità iniziale suppone lo sviluppo, un perfezionamento che avviene con la recezione degli altri Sacramenti, soprattutto con l’Eucaristia.

4. Inoltre la santità donata da Dio e da Cristo, ha il suo principale agente nello Spirito Santo, diffuso a piene mani nel cuore dei credenti, attraverso il Sacramento della

Lo statuto della santità è il Vangelo, la “buona notizia” di Cristo, e più concretamente, il messaggio delle Beatitudini. Il Vangelo è la carta fondamentale della sequela di Cristo, e diventa per i Santi e i santificati, norma assoluta di vita, di conformazione a Cristo. La felicità promessa da Gesù appartiene a chi teme il Signore; è promessa ai poveri, a coloro cioè che non contano nella società, se sanno mettere in pratica la loro fiducia in Dio. I Santi sono coloro che hanno preso sul serio il Vangelo, anche solo una singola parola, secondo lo spirito delle Beatitudini. Le Beatitudini si rivestono in concreto del volto dei Santi che hanno saputo tradurre l’unico messaggio che ha in Cristo la sorgente e il fondamento, nelle molteplici espressioni proprie della storia e della vita.

Per es. la “povertà” per S. Francesco d’Assisi e l’”amore” per S. Teresa del Bambino Gesù..

6. I Santi che la Chiesa celebra sono coloro che hanno superato la tensione tra il “già” e il “non ancora”. Santi non si nasce, ma lo si diventa attraverso un continuo sforzo di abnegazione. I Santi sono quelli che sbagliano, ma che chiedono perdono a Dio e riprendono il cammino confidando sempre nell’aiuto di Dio. “Il Santo non è colui che non cade mai, che non sbaglia mai, ma è colui che cerca di non cadere e che ricomincia sempre da capo”(S. Ambrogio). Santo non è quindi un uomo perfetto, non è un uomo di valore: è una persona che non vale niente, che non è Ma, per questo niente, Dio passa, come l’acqua di una sorgente per il vuoto spalancato di una conduttura, per poter dare alle anime la sua Grazia da bere. Per cui il Santo è un buon conduttore di Dio. In pratica il Santo è una persona straordinariamente normale, che ha vissuto in maniera straordinaria le cose ordinarie della vita.

Fare bene il bene, perché il bene non fa rumore e il rumore non fa bene”(S. Giuseppe Cafasso e il B. G. Allamano). “Si isti et istae, cur non ego”?, si domandava spesso S. Agostino.

La santità è possibile a tutti e non un appannaggio di pochi. Essa è doverosa, e tutti siamo chiamati a farci santi perché siamo stati redenti e tutti siamo amati da Dio. Coloro ai quali è destinato il messaggio della santità, si trovano tutti fondamentalmente nella stessa situazione: siamo tutti peccatori e per questo siamo chiamati alla santità. In fondo, la festa di tutti i Santi è la festa della chiamata, della vocazione universale alla santità. La cultura del mondo laicizzato che fa a meno di Dio, deride questo concetto di santità, perché secondo i criteri del suo giudizio, si esalta un umanesimo ateo, si premia l’egoismo e si pubblicizza il godersi la vita. Questi in realtà sono tutti criteri e modelli che conducono l’uomo all’infelicità, alla depressione e alla disperazione, perché privano della ragione ultima della vita

7. I Santi sono perciò i veri modelli da seguire e da imitare: sono i nostri avvocati e intercessori, perché godendo già della visione di Dio, implorano grazie e l’aiuto necessario per i fratelli che lottano e che si rivolgono a loro con la preghiera, affinchè giungano alla meta beata pure loro.

Maria SS. la più santa tra le creature, che custodiva nel suo cuore le Parole del Figlio, ci aiuti a testimoniare al mondo, attraverso la nostra vita, la forza dell’amore, e le bellezza della santità.

 

// Quante sono le Beatitudini secondo S. Matteo? Talora si risponde che sono 8, ma se le contiamo attentamente ci accorgiamo che in realtà sono 9.

  1. Nei rapporti con Dio:
  2. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (es. S. Francesco d’Assisi)
  3. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. (S. Rita da Cascia // S. Monica)
  4. Beati i miti, perché erediteranno la terra. (S. Vincenzo De’ Paoli // S. Francesco di Sales).
  5. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.( S. Teresina di Gesù B.).
  6. Nei rapporti col prossimo.
  7. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. (S. Massimiliano Kolbe).
  8. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. (S. Maria Goretti // S. Domenico Savio).
  9. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.(S. P.Claver // S.Giovanni 23°/                                                   
  10. Teresa di Calcutta).
  11. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.(Tutti i Martiri).
  12. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.(Mt.5,1-12). ( E qui dovremmo trovarci tutti!).

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