XXII Domenica Del Tempo Ordinario

Published in Domenica Missionaria

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Mc.7,1-8. 14-15. 21-23

Con questa Domenica, si riprende la lettura del Vangelo di Marco, interrotta nelle domeniche precedenti, dal discorso di Gesù sul “pane di vita”, del Vangelo di Giovanni(cap.6°).

/ Il brano odierno del Vangelo di Marco(cap.7), contiene la controversia sulle tradizioni dei farisei riguardanti la purità e l’impurità: interiorità ed esteriorità, essere ed apparire.

In fondo però è in causa un problema più vasto: qual’ è la vera “Legge” di Dio e con quale “spirito” dobbiamo eseguirla?

I farisei che Gesù ha di fronte, si preoccupano di una purezza esteriore, e trascurano invece quella interiore del cuore. Gesù disse un giorno di sé: “Non sono venuto per abolire ma per dare compimento alla Legge”(Mt.5,17). Pertanto le tre letture di oggi ci offrono un esempio dal vivo di questo aspetto della predicazione di Cristo.

  1. a. Tutto il discorso di Mosè ascoltato nella prima lettura, è un invito all’osservanza dei Comandamenti di Dio. La Legge non è contro l’uomo, ma per l’uomo e per il suo bene, come è un bene per un fiume avere due argini che gli permettono di scorrere raccolto, e di non disperdersi in una palude. Per la legge il popolo d’Israele è stato liberato dalla schiavitù per essere libero di servire a Dio. La legge gli fa sentire il suo “Dio vicino a sé”, come nessun’altra divinità lo è con gli altri popoli. Questo era fondamentale per l’AT. ma lo è anche per il NT. Gesù infatti dice: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”(Mt.19,17), fare cioè la volontà di Dio.
  2. b. Anche Giacomo ce lo ha ricordato nella II lettura: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”.
  3. c. Nel brano evangelico, abbiamo sentito come i farisei volevano prendere in fallo Gesù, non per amore di Dio, non per amore della legge divina, ma per l’odio che avevano contro di lui. Lo osservavano tutti i giorni, ma non erano riusciti a trovare niente di sbagliato nel suo comportamento. Alla fine ci riusciranno, facendolo condannare a morte per bestemmia, in nome – così dicevano - della Legge di Dio! Nel frattempo osservarono i seguaci di Gesù, per poterli incriminare e condannare le infrazioni contro la legge, come quando rimproverarono a Gesù: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde, cioè non lavate”?

/ Ma in che consiste il perfezionamento della legge apportato da Gesù? La novità più profonda è che Gesù sposta tutto il senso della legge, dall’esteriore all’interiore, dalle labbra al cuore, “dal di fuori” dell’uomo, al suo “di dentro“. La radice che fa un frutto buono o un frutto cattivo, è il cuore, cioè l’intenzione dell’uomo. E abbiamo sentito da Gesù la lunga lista delle “cose cattive che contaminano l’uomo”. In pratica Gesù se la prende contro il formalismo consistente in una osservanza puramente estrinseca della legge, priva di cuore, deformata dalle indebite aggiunte umane: un mucchio di pratiche minuziose senz’anima, da praticarsi fino all’ossessione!

Ricordiamo che gli ebrei avevano 613 precetti: 248 positivi( come il numero delle ossa del corpo umano), e 365 precetti negativi( come i giorni dell’anno). Gesù proclama il principio che il vero rapporto con Dio, deve sprigionarsi dall’interiorità dell’uomo, quando proviene dal cuore.

/ Un racconto ebraico dice: Quando Dio creò Adamo ed Eva, li rivestì di luce(in ebraico = OR). Dopo il loro peccato li ricoprì di pelle( in ebraico = IOR) per cui essi divennero opachi.

La luce divina non traspariva più da loro, come prima.

/ Ma Gesù a chi dice tutte queste cose, solo ai farisei del suo tempo? Queste parole sono rivolte anche a noi, oggi, quando dice: “Ascoltatemi tutti e intendetemi bene”! Il fariseismo non è finito con i farisei, ma insidia anche oggi la vita religiosa degli uomini. Anche oggi c’è il rischio di ridurre la fede a certe pratiche religiose formalistiche e di credersi tanto più pii e a posto con Dio quanto più numerose sono le devozioni che coltiviamo, le candele che accendiamo, i pellegrinaggi che facciamo, le Messe per i morti che facciamo celebrare, senza parteciparvi né fare la comunione, ecc. tutte queste cose, sacrosante in se stesse, possono diventare gesti meccanici, abitudinari, riti magici fatti per liberarci da eventuali disgrazie, malocchi, o per ottenere qualche grazia dal buon Dio!

Attenti all’ipocrisia: l’esteriore è visto dagli uomini e anche noi ci teniamo tanto ad apparire e ad “essere ammirati dagli uomini”(Mt.23,5). Dio guarda il cuore, l’intenzione. Il culto è monco se non perviene a trasformarsi in carità verso il prossimo. L’amore di Dio si esplica nell’amore ai fratelli.

Gesù ci dice: “Dio è Spirito, e coloro che lo adorano, lo devono adorare in spirito e verità”(Gv.4,24). In “spirito”, significa con l’interno, con il cuore, col di dentro, amarlo con tutto se stessi. “In verità” vuol dire fare quel poco di bene di cui siamo capaci, con purezza di intenzioni e con sincerità; essere onesti con Dio, sapendo che tutti gli altri, vedono solo la facciata, ma Dio scruta il cuore.

/ S. Agostino: “Interrogate il vostro cuore, analizzate il vostro intimo, vedete quanto amore si trova in voi, e accrescetelo..Cos’è più prezioso dell’amore? Il denaro e i beni che possiedi costituiscono solo il valore del tuo patrimonio. L’amore che hai dentro di te, costituisce il valore della tua persona stessa”.

/ Qualcuno ha osservato: ” Nel mondo della moda e delle modelle(passerelle), sotto il vestito, c’è niente! Solo l’apparenza conta. Siamo così abituati ad essere ipocriti con gli altri, che finiamo per essere ipocriti con noi stessi”!..

/ Paolo VI: ”L’uomo vale più per quello che “è”, che per quello che “ha”.

/ La beatitudine di Gesù: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”: e in questo eccelle Maria Santissima.

/ Affidiamoci alla forza redentrice di Cristo che diviene operante in noi nell’Eucaristia che stiamo celebrando. Facciamo in modo che il Signore non possa dire di noi: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”, ma grazie appunto all’Eucaristia, possiamo dire con Mosè: “ Quale grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?”.

 

 

Last modified on Monday, 24 August 2015 10:10

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