I Domenica Quaresima - Anno A

Published in Domenica Missionaria

Letture:
Gn 2,7-9.3,1-7;
Sal.50;
Rm 5,12-19;
Mt 4,1-11  “Vàttene, satana!” – “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”.

Ingresso:
 Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
Gli darò salvezza e gloria, lo sazierò con una lunga vita.

 

Tempo di Quaresima – Nota liturgica:

La durata della quaresima è di circa quaranta giorni, di digiuno ecclesiastico prima della Pasqua.

Con la riforma seguita al Concilio Vaticano II il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo ha riacquistato una sua autonomia liturgica, e il tempo di quaresima termina prima della messa in Cena Domini del Giovedì Santo.

Nel determinare la durata della Quaresima ha un ruolo centrale il numero quaranta, che ricorre frequentemente nelle Scritture. In particolare:

Nel Nuovo Testamento
i quaranta giorni che Gesù passò digiunando nel deserto;
i quaranta giorni in cui Gesù ammaestrò i suoi discepoli tra la resurrezione e l'Ascensione.
Ancora più numerosi i riferimenti nell'Antico Testamento:
i quaranta giorni del diluvio universale;
i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai;
i quaranta giorni che impiegarono gli esploratori ebrei per esplorare la terra in cui sarebbero entrati;
i quaranta giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb;
i quaranta giorni di tempo che, nella predicazione di Giona, Dio dà a Ninive prima di distruggerla;
i quaranta anni trascorsi da Israele nel deserto.

 

Oggi è la prima Domenica di Quaresima e il Vangelo ci ricorda una realtà tante volte dimenticata, l’esistenza del diavolo e del fatto che il diavolo fa di tutto per rovinarci e, per questo, ci tenta in tanti modi.

Nel corso di questi ultimi decenni, molti sono stati quelli che hanno messo in dubbio l'esistenza del demonio. Il diavolo esiste, e il Vangelo ne parla in diverse occasioni. Il diavolo era stato creato buono da Dio ed era l'angelo più perfetto. Il suo nome era Lucifero, che tradotto, significa "portatore di luce". Per orgoglio, si ribellò a Dio e trascinò in questa caduta una moltitudine di angeli che sono detti "demoni".

Per invidia contro l'uomo, il diavolo e tutti gli altri spiriti decaduti non cessano di tentare l'uomo per trascinarlo nella stessa caduta. Per tentarci, il diavolo studia quello che è il nostro lato debole e fa leva su quello per condurci alla perdizione. I nostri lati deboli sono due: l’attaccamento alle cose materiali e l’attaccamento al proprio “io” o superbia. Dio permette queste tentazioni perché, superata la prova, noi possiamo avere un merito e una corona di gloria. Santo non è colui che non ha tentazioni, ma chi le superara, chi le vince.

Il demonio ha tentato persino Gesù. Parlando di queste tentazioni, bisogna dire subito che ci sono due tipi di tentazioni. Ci sono quelle che provengono dall'esterno di noi (come quelle che vengono direttamente dal demonio oppure dal mondo che ci circonda) e quelle che vengono da dentro di noi (quelle che vengono dalla nostra concupiscenza, ovvero dalla nostra inclinazione al male). Quelle di Gesù, chiaramente, erano solo del primo tipo, per il fatto che Lui è la santità stessa e non può avere nessuna inclinazione al male.

Il demonio tentò Gesù

1. - Nella prima tentazione, il demonio disse a Gesù: «Se tu sei il figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane» (Mt 4,3). Gesù rispose: «Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Anche noi veniamo tentati molte volte di preoccuparci delle cose materiali. Gesù ci insegna a cercare innanzitutto il Regno di Dio e tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù. Ecco la Provvidenza di Dio. Se noi penseremo a Lui, Lui penserà a noi.(S. Teresa)

2. - Nella seconda tentazione, il demonio disse al Signore di buttarsi giù dal punto più alto del tempio; gli angeli certamente lo avrebbero soccorso (cf Mt 4,5-6). Gesù rispose: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Mt 4,7). È questa la tentazione di avere Dio che faccia sempre la nostra volontà. Quando preghiamo il "Padre nostro", diciamo: «Sia fatta la tua volontà» e non viceversa. Purtroppo, tante volte, scambiamo per Volontà di Dio ciò che passa per la nostra testa, e ci scandalizziamo poi se non veniamo esauditi. Questa tentazione è diffusa più di quanto possiamo immaginare, anche tra cristiani che si dicono ferventi.

3. - Con la terza tentazione, il demonio sarebbe stato disposto a dare tutto a Gesù, tutti i regni del mondo e la loro gloria, se Gesù lo avesse adorato (cf Mt 4,8-9). Gesù rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"» (Mt 4,10). È questa la tentazione di idolatria, la tentazione di mettere qualcosa alla pari o al di sopra di Dio. Tante volte cadiamo in questo peccato, quando idolatriamo il piacere, il benessere, il denaro e li mettiamo al primo posto nella nostra vita. Chiaramente, è un peccato contro il primo Comandamento.

Dobbiamo dunque difenderci. Ci difenderemo con l’imitazione di Gesù e la preghiera. Gesù ci ha dato l’esempio e in Lui siamo già stati vincitori: apriamo il cuore alla vittoria che Gesù ci ha conquistato. E la preghiera ci inonderà di grazia. Proponiamoci di trascorrere maggiore tempo davanti al Tabernacolo e quello di recitare con fervore il Rosario. Cresciamo in queste forme di preghiera, allora riusciremo a mettere sempre in fuga il demonio tentatore. Si racconta che San Pio da Pietrelcina chiamava "arma" la Corona del Rosario e insegnava che il demonio teme questa preghiera più di tutte le altre.

Il Rosario è un’autentica arma contro le tentazioni. "Adoperiamolo" ogni giorno.

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