Letture:
Is 42,1-7;
Sal. 28;
At. 10,34-38;
Mt. 3,13-17 “Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo”.
Ingresso:
Dopo il battesimo di Gesù, si aprirono i cieli,
e come colomba lo Spirito di Dio si fermò su di lui,
e la voce del Padre disse: “Questo è il Figlio mio prediletto…”.
Importanza - Il battesimo di Gesù è un avvenimento importante nella sua vita, tutti e quattro gli evangelisti ne parlano, e quando si elesse Mattia al posto di Giuda “bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal Battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione” (At 1,21).
Convenienza - Giovanni stesso si rifiuta e accetta soltanto dopo la dichiarazione di Gesù: "... conviene che così adempiamo ogni giustizia", cioè la volontà di Dio che il proprio Figlio si faccia solidale in tutto con gli uomini peccatori.
L'Incarnazione non è soltanto il farsi uomo del Figlio di Dio, ma il farsi fratello dei peccatori, prendendo su di sé la loro realtà di peccato e accettandone tutte le conseguenze. La Croce sarà l'ultimo traguardo di questo "sprofondare", per amore, del Figlio di Dio nell'esperienza umana di lontananza e separazione da Dio. Il battesimo quindi manifesta la scelta fatta da Gesù di essere uno di noi, uno con noi.
Giovanni dice: “tu vieni a me! sono io che ho bisogno del tuo battesimo” (disse la lucerna al sole, la voce alla parola, l’amico allo sposo, il maggiore tra i nati di donna al primogenito di ogni creatura, colui che esultò nel seno di sua madre a colui che fu adorato già dal seno di sua madre, il precursore all’aspettato: colui che fu aspettato e che apparirà – (san G. Nazianzeno).
La voce del Padre: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". E' l'unica volta che nei primi tre Vangeli si ode la voce di Dio (qui e nella Trasfigurazione di Gesù). Se Dio parla è per rivelarci chi è Gesù. E' il Messia.
Nella recita del Rosario il Papa ha inserito, tra i "Misteri della gioia" e quelli del "dolore", i "Misteri della luce" (il giovedì), di cui il primo è il Battesimo di Gesù. È sicuramente un esercizio fruttuoso contemplare con Maria, in questo mistero del Rosario, Gesù "dichiarato Figlio diletto del Padre nel battesimo al Giordano"
Il battesimo di Gesù è simbolo e anticipo del nostro.
San Tommaso d’Aquino dice, “Gesù volle essere battezzato per consacrare con il suo battesimo il battesimo con il quale noi saremmo stati battezzati”.
La scena del Giordano si è rinnovata nel momento del mio battesimo: sono stato accolto nella Chiesa dove ho incontrato Gesù, che è il cuore pulsante di questa famiglia, e Gesù mi ha legato a sé per sempre. E anche su di me è sceso lo Spirito Santo col suo amore. E anche su di me il Padre, abbracciandomi con infinita tenerezza, ha detto: "Questo è mio figlio". È cominciata per me la più grande avventura, la più bella storia d'amore che mai sia stata vissuta, perché Lui mi ha scelto e mi ama, di un amore eterno, perciò il battesimo non può essere ripetuto, imprime il carattere di “figli di Dio”.
Il grande tesoro - Forse per molti rimane il "tesoro nascosto" in casa sua, ma non lo sa o non ha interesse a cercarlo. Alcuni non hanno ancora scoperto che cosa Dio ha regalato loro attraverso il battesimo.
Una trasformazione radicale, una nuova creazione, una nuova nascita. Sono espressioni che nel N.T. tentano di descrivere ciò che nel Battesimo è accaduto nella mia persona.
S. Agostino, rivolgendosi ai neo-battezzati, lo evoca con parole colme di entusiasmo: "Rallegriamoci e rendiamo grazie a Dio. Non soltanto siamo diventati cristiani, ma siamo partecipi della vita di Dio con la Grazia santificante Siamo figli di Dio”.
Si tratta di essere responsabili di tale dono: l'appartenenza a Dio, prodotta dal battesimo, ci impegna a vivere come Gesù, che "passò beneficando e risanando tutti".