XXXIII Domenica - T. O. - Anno B

Published in Domenica Missionaria

Letture:
Dn.12,1-3,
Sal.15;
Eb.10,11-14.18;
Mc.13,24-32 - Le ultime realtà.

Canto al Vangelo:
Alleluia, alleluia.
Vegliate e state pronti,
perché non sapete in qual giorno verrà il Signore.

«Il cristianesimo è escatologia dal principio alla fine e non solo in appendice»; «tutta la predicazione cristiana, tutta l'esistenza cri­stiana, e la Chiesa stessa nel suo insieme, sono caratterizzate dal loro orientamento escatologico» (Boltmann).

Con la risurrezione di Gesù, infatti, il mondo e la storia sono entrati nella loro fase finale, nella pienezza dei tempi. Le promesse di Dio si sono com­piute e i cieli e la terra nuovi sono già stati inaugurati. In Cristo, Dio ha già detto la sua parola definitiva; in noi è già stato deposto lo Spirito che è il seme delle realtà future.

Il cristiano costruisce oggi il futuro

Comprendere ciò significa comprendere che il cristiano è l'uomo del futuro, non l'uomo che «aspetta il futuro» che gli sarà dato dopo la morte; ma che costruisce oggi il suo futuro.

È questa la grande opera della Chiesa; ed è lungi dall'essere compiuta. Infatti “La vita futura non è futura, perché oggi si entra in essa” (Dertillanges). Tutta la vita terrena dell’uomo e tutte la storia dell’umanità entra ogni giorno nella vita eterna grazie alla Pasqua di Cristo.

Il cristiano ha un triplice compito: personale, sociale e cosmico. Il peccato di Adamo ha avuto un contraccolpo anche nel cosmo e nella materia, che è diventata opaca (nasconde Dio invece di manife­starlo), pesante (trascina verso il basso invece di elevare) e ribelle all'uomo («con il sudore del tuo volto mangerai...»), così la redenzione di Cristo ha toccato tutto l'universo. Egli ha salvato tutto l'uomo, anche il corpo destinato alla risurrezione e alla gloria insieme allo spirito. Solidale con il primo Adamo nella caduta, tutta la creazione è chiamata a partecipare alla vittoria del se­condo Adamo.

San Paolo vede la natura tesa verso la redenzione e sente i suoi gemiti (Rm.8,12-22). Tutte le cose tendono a Cristo il quale «ricapitolerà in sé il creato» (Ef 1,9). Cristo, Salvatore dell'uomo, lo è anche dell'universo. Il cristiano con il suo lavoro, con i sacrifici e la preghiera preparerà quella trasformazione dell'universo nei «cieli nuovi» e nella « terra nuova » che inaugurerà il definitivo regno di Dio

Il cristiano in cammino non è solo

Il cristiano è un pellegrino su questa terra, in marcia verso la vera Patria. Egli considera la terra non come una dimora permanente, ma come la tappa di un viaggio. Per questo non vi costruisce una casa, ma una tenda, come il viandante che sosta nel deserto.

Per Cristo, con Cristo e in Cristo...

Il compito del cristiano nel mondo è di non considerarsi un evaso, ma un impegnato nell’incremento, nella riuscita, nella salvezza del mondo. Sa che l'universo intero ha un solo principio e una sola fine: Cristo, perché per mezzo di lui sono state fatte tutte le cose e in lui trovano la loro consistenza.

Il cristiano si impegna volontariamente a questa gigantesca impresa, al suo posto, a suo tempo, con le propri risorse. Non lavora da solo: collabora... Lavora con coraggio perché la fatica è dura; con fede, perché il compito è misterioso senza proporzione con le forze umane; lavora con impegno, perché il travaglio non è un'agonia, ma un parto (J. Mouroux).

Maria SS. è l’aurora del mondo nuovo per noi che siamo ancora in questa valle di lacrime e viviamo nella fede che il Sole sorga; diventa il fulgido sole di luce e amore per i beati che formano la Chiesa trionfante.

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