Letture:
Ger.21,31-34;
Sal.50;
Eb.5,7-9;
Gv.12,20-33; “È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo”.
Canto al Vangelo:
Gloria e lode a te, o Cristo.
Se uno mi vuol servire, mi segua, dice il Signore,
e dove sono io, là sarà pure il mio servo.
Stiamo giungendo al termine del cammino quaresimale, entriamo nell’ultima Settimana di vita terrena di Gesù. La prossima domenica delle palme, con l’ingresso messianico di Gesù sull’asinello, in Gerusalemme, ci introduce nella Settimana Santa.
Avvenimenti e parole sono già prefigurazione della Passione:
- Il tema di fondo è “è giunta l’ora”, l’ora di Gesù. Giovanni prima disse diverse volte: “non era ancora giunta la sua ora”, quindi nessuno l’aveva potuto arrestare; questa è l’ora stabilita dal Padre, non dagli uomini; nessuno può toccare Gesù prima che giunga quell’ora stabilita dal Padre, in cui Cristo si dà liberamente alla morte per arrivare alla risurrezione.
- «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna….. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
- Le nostre apparenti contraddizioni:
Morire per risorgere;
Morire alla vita attuale per raggiungere la vita nuova
Morire alle cose temporanee per arrivare alle cose eterne
Morire nel nostro corpo per dare la vita eterna all’anima
Non abbiamo altra scelta: la nostra vita temporale finirà e presto, se con essa compriamo la vita eterna, siamo fortunati, se no saremo sfortunati per sempre. Di fronte a questa situazione cosa ci chiede Gesù: “Di credere alle sue parole”.
- Se l’anima si innamora di Dio, tutte le rinunce, le pene, la morte temporali diventano cosa leggera e facile. Se invece l’anima si chiude nella sua piccolezza materiale e temporale di questa vita passeggera, tutto quello che porta all’eterno diventa estremamente pesante e difficile. Non è la sofferenza o la pena che sono diventate grandi, ma è l’anima che è diventata piccola, quindi incapace di sollevarsi oltre le cose materiali. Allarghiamo l’anima nostra credendo alle parole di Gesù, nutrendola dei Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia.
- Se il chicco di frumento non muore nel terreno, non porta frutto, ma quando muore porta frutto abbondante: lo sappiamo, lo vediamo attorno a noi, e perché non ci crediamo? Ci sono tre nemici che ci insidiano continuamente la nostra fede:
1. il mondo con la sua concupiscenza, che è vanità passeggera e falsa
2. il demonio che è furbo ed usa la sua astuzia per impedirci di credere alle parole di Gesù,
3. il nostro io superbo e vanaglorioso, che non vuole piegarsi alla fede in Dio.
- La Messa domenicale è il momento propizio per vincere questi tre nemici:
a - le letture ci danno la Parola di Dio a cui dobbiamo credere; credere richiede un atto della nostra libertà, della nostra volontà; nessuno può credere per me; o ci credo io o rimango senza fede.
b - il Sacrificio di Cristo, ostia pura offerta al Padre, sconta il debito dei nostri peccati; non solo l’offerta in croce, ma con la risurrezione, la vittoria, la glorificazione che Cristo paga per noi.
c - la Comunione ci nutre con il pane dei forti. Se ci sentiamo deboli, questo è il pane che ci rende forti: lo si mangia non solo con la bocca, ma con il cuore e l’anima in un totale atto di fede.
- La Madonna era accanto a Gesù con il suo cuore durante tutta la vita pubblica; siamolo anche noi con la nostra fede.