XXV Domenica Tempo Ordinario

Published in Domenica Missionaria

“Nessuno può servire a due padroni…non potete servire a Dio e a mammona”. Lc.16,1-13

 

Luca nel suo Vangelo si sofferma spesso e volentieri sul tema della ricchezza e povertà, e in modo particolare sull’uso dei beni. Qualunque ricchezza possediamo ora, non è nostra ma è “dono di Dio”, e ci viene chiesto la fedeltà e il buon uso anche nel poco, affinché ci venga dato il “molto” che sarà nostro da godere per l’eternità.

> E’ proprio vero che cambiano i tempi, ma non cambiano gli uomini!  Già 8 secoli prima di Cristo, il profeta Amos condannava coloro che facevano guadagni favolosi col “mercato nero”. E lo stesso si può dire dei nostri tempi: scandali di ogni genere, frodi, tangenti..sono all’ordine del giorno. In tutti i tempi, poi, la ricerca della ricchezza è stata all’origine di molti delitti; ma la serie di questi mali si è allungata, ai nostri giorni: rapine a mano armata, l’industria dei sequestri di persona, lo spaccio della droga, la frode ai danni del fisco, il mercato della prostituzione, industria delle armi.  Ed è molto triste constatare che anche molti cristiani credono di poter conservare una certa religiosità di facciata, ricorrendo a questi mezzi e poi tacitare la coscienza facendo elemosine in chiesa o ad opere di beneficenza!

> La parabola del fattore infedele, ha sempre creato difficoltà d’interpretazione. Gesù richiama l’attenzione sull’amministratore disonesto, che per salvarsi fa il generoso verso i creditori del suo padrone, rinunciando alla propria parte di guadagno.Un fattore corrotto è lodato dal padrone perché ha falsificato i bilanci e la contabilità. Il significato è misterioso ed ambiguo: è evidente che Gesù non ammira la sua mancanza di scrupoli, non viene approvato per la sua disonestà, ma nell’abilità e scaltrezza nel maneggiare il denaro, che distribuito ai poveri, se li rende amici. 

/ Questa è una parabola che esprime il nostro rapportarci a Dio, la nostra relazione con Lui. Il senso di questa parabola è espresso molto bene da Gesù quando dice che, i “figli delle tenebre sono molto più astuti dei figli della luce”. Quell’amministratore corrotto capisce che ormai sta per saltare tutto, e il padrone sta per metterlo alla porta e allora corre ai ripari e subito sa trovare la tavola di salvezza. 

Gesù sembra voglia dirci: come mai siete così accorti e tempestivi nel provvedere alle situazioni drammatiche che si presentano sul piano materiale degli affari, degli affetti, della salute, e lo siete così poco per la vostra salvezza eterna? Nel fare il male abbiamo spesso genialità, ma nel fare il bene, come siamo stancamente mediocri!. Gesù oggi ce lo ripete esplicitamente:” Non potete  servire a Dio e a mammona”, l’uno esclude l’altro. Per Luca le ricchezze sono sempre pericolose e “disoneste”. Se le avete, fatevi degli amici: i poveri. Usate le vostre ricchezze per loro, ed essi vi faranno grandi, ricchi agli occhi di Dio!

> Occorre decidersi veramente per Gesù, o con Lui o contro di Lui; e decidersi significa “credere al Vangelo”, mettersi dalla parte del Signore, cambiare atteggiamento verso la ricchezza terrena; non considerarla più come qualcosa da “possedere” ma qualcosa da “amministrare”, non per il gusto di ammassare, ma come qualcosa da trasformare in gioia per gli altri, per i più bisognosi.

/ Se andiamo al fondo delle cose, non è forse il culto verso il dio denaro la causa principale della persistenza della produzione della droga, della produzione e vendita di armamenti a paesi in via di sviluppo, l’incentivo delle guerre etniche, del terrorismo?. Come spiegare la corruzione, in non pochi governanti, se non perché hanno innalzato un altare a questo dio denaro, idolo insaziabile, che seduce, acceca e provoca divisioni fratricide, e ci fa dimenticare di Dio,unico e vero Padrone?

 I Santi sono stati furbi in fatto di beni e ricchezze: sono stati canali, non conche!

> S. Basilio diceva:”Non sei forse un ladro, tu che delle ricchezze di cui hai ricevuto la gestione, te ne fai padrone?  Il pane che a voi sopravanza, è il pane dell’affamato; il vestito appeso nel vostro armadio, è il vestito di colui che è nudo; le scarpe che voi non portate, sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto, è il denaro del povero. Così tu commetti tante ingiustizie quanta è la gente cui potevi donare!”.

/ Si tratta insomma di restituire al denaro il suo ruolo di “mezzo” e non di “fine”. L’uomo non è “proprietario” dei suoi beni, ma solo “amministratore”, è al servizio di una giusta ripartizione e dovrà rendere conto a Dio di tutta la ricchezza accumulata e non utilizzata!

> S. Agostino: “La “disonesta ricchezza” è la ricchezza di questo mondo..Se desideri la vera ricchezza, vai a cercarla altrove! Tuo padre aveva una grossa fortuna e tu hai ereditato: è legittimo. La tua casa è colma del frutto delle tue fatiche: non ti rimprovero,..ma non chiamare “ricchezze” tutte queste cose. Dare loro questo nome significa già amarle, e se le ami, perirai con esse. Donale, e non perirai; dalle ai poveri, e sarai ricco; semina, e mieterai. Queste cosiddette ricchezze sono menzognere e ingannatrici, portano con sé miseria e precarietà. Dal momento in cui le possiedi, non hai più riposo. Se fossero vere ricchezze ti darebbero la pace. Dio è la nostra unica ricchezza!”.

> Spesso “ricchezza” è sinonimo di “denaro sporco”, e frutto di male acquisti, e anche perché essa è una rivale di Dio nel servizio e nell’amore dell’uomo, diventando un surrogato di Dio e un dio dell’uomo, reso schiavo . Tuttavia nonostante il giudizio negativo, Gesù lascia capire la possibilità di un buon uso delle ricchezze, allorché insinua che l’uso cristiano dei beni di questo mondo, deve servire per aiutare i fratelli bisognosi. “Il denaro- diceva Pio XI – è un cattivo padrone, ma un buon servitore”! Dovremmo lottare per una società in cui il denaro non condizioni l’uomo. Guardare in faccia le migliaia di poveri che muoiono di fame ancora oggi, mentre nelle nostre case confortevoli ci preoccupiamo del mobile nuovo da comprare sul mercato o dell’ultimo modello di lavapiatti o televisore, del vestito ultima moda firmato, ecc. mentre c’è gente che non ha neppure un letto per dormire, e non solo nei paesi sottosviluppati dove il problema è a carattere nazionale, ma anche qui da noi, vicino a noi, nelle periferie delle nostre città, nelle baracche..Non si ha voglia di pensare a queste cose, neanche di guardare certe immagini alla TV che disturbano, mentre si è a tavola! E’ più facile lavarsi le mani e dire: che ci possiamo fare noi, se quelli lì, bambini, vecchi, poveri, ammalati, disoccupati,..sono sfortunati? E’ più facile addolcire la propria coscienza con pratiche esteriori puramente formali: come far celebrare Messe, accendere lumini e candele, e devozioni varie, per sentirsi a posto come cristiani! Però non potremo poi evitare il giudizio di Dio severo e intransigente contro l’ipocrisia. Non perdiamo il sapore e la gioia del donare..

// Accanto all’uso delle ricchezze mettiamoci insieme anche l’uso del tempo a nostra disposizione: si usa dire che il “tempo è denaro”, ebbene, allora come usiamo le ore del nostro tempo? In una settimana abbiamo 168 ore. Prendiamo l’esempio di un giorno: su 24 ore, usiamo 8 ore per lavorare e per attività domestiche; 8 ore per dormire e riposare; 6 ore per divertimenti vari; 2 ore per mangiare: totale = 24. Tutto per il corpo,”frate asino”!(direbbe S. Francesco), e per l’anima cosa dedichiamo al giorno? Poveri noi, che crudeli che siamo per la nostra vita spirituale!. Troviamo tante scuse per la Messa domenicale. Renderemo conto a Dio della pigrizia spirituale!..

> L’imperativo di Gesù è sempre attuale: Convertitevi, scegliete chi volete servire come unico signore della vostra vita; non illudetevi di avere tutto il tempo. Ora è il tempo propizio, ora il tempo della salvezza. Io mi faccio ora tuo cibo e tua bevanda- ci dice ancora Gesù – perché tu creda che ti amo e non abbia più paura di scegliere me e abbandonarti completamente a me.

 

Last modified on Wednesday, 14 September 2016 17:28
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