Solennita’ del Ss. Corpo e Sangue di Cristo

Published in Domenica Missionaria

“Dategli voi stessi da mangiare..” Lc.9,11-17

 La solennità odierna celebra il Sacramento dell’Eucaristia, il più grande dei Sacramenti, che rende realmente presente Cristo sotto le specie del pane e del vino, e gli permette di perpetuare nei secoli, il Sacrificio del Calvario. Gesù ci ha fatto questo Dono alla vigilia della sua Passione e Morte, per lasciarci un segno concreto dell’amore suo e del Padre.

/ Questa solennità del “Corpus Domini” è stata istituita nel 1264 dal Papa Urbano IV, per un intimo bisogno del popolo cristiano di manifestare esternamente e pubblicamente l’omaggio di adorazione a Cristo presente nell’Eucaristia, sotto i segni del Pane e del Vino consacrati. E ciò avvenne anche dopo il famoso miracolo di Bolsena, quando durante la s. Messa celebrata da un sacerdote che dubitava sulla presenza del Corpo e Sangue di Cristo, vide con meraviglia sgorgare dall’Ostia consacrata, sangue vivo che macchiò il corporale(1264).

> Con la riforma liturgica del Vaticano II, questa solennità presenta pure il mistero dell’Eucaristia, in una visione più ampia e più completa, come rito memoriale della Pasqua del Signore. Questo rito ha la struttura di un convito, di un banchetto celebrato in memoria del Signore che riproduce la Cena del Signore, quando Gesù  prese il pane e il vino, e dopo aver reso grazie, lo diede agli apostoli perché si nutrissero, e aggiungendo: “Fate questo in memoria di me”.

 Non bisogna però dimenticare che questo rito memoriale della Pasqua del Signore, è un convito sacrificale, è il sacrificio del Signore compiutosi con visibile spargimento di Sangue sul Calvario, 20 secoli fa. E’ questa misteriosa oblazione sacrificale di Cristo che viene a rendersi presente sull’altare, ogni qualvolta se ne fa la memoria attraverso il convito eucaristico. Se pertanto l’Eucaristia è convito sacrificale, o sacrificio conviviale, un’autentica, perfetta e integrale partecipazione alla s. Messa, si realizza soltanto mangiando il Corpo e bevendo il Sangue di Cristo.

a. Il re e sacerdote Melchisedek, una delle figure più tipiche dell’AT.(I Lettura), offre a Dio pane e vino e benedice Abramo capostipite del popolo eletto, in un gesto di ospitalità che ricorda l’accoglienza alla stessa tavola e l’apertura a tutti. Abramo riconosce l’altissima funzione del sacerdote e gli diede “la decima di tutto”.

b. Paolo(II lettura) ci trasmette, a più di 20 anni dalla morte di Cristo, il nuovo e definitivo senso della Pasqua di Cristo, come liberazione e salvezza dal peccato.Ora questo sacrificio di Cristo è il nuovo memoriale e perciò deve essere perpetuato per comando di Cristo stesso. L’atteggiamento comunitario, celebrandolo, è quello di colui che è “in cammino”. L’Eucaristia impegna tutta la comunità ecclesiale: mangiate, bevete, annunciate..E’ una responsabilità che coinvolge tutta la vita di coloro che partecipano di quel pane e di quel vino.

c. Come nell’Ultima Cena, Gesù comanda agli apostoli di preparare da mangiare, ma è Lui in realtà che dona. La Chiesa, sul comando di Gesù, continua ad offrire quel pane che Gesù continua a donare come se stesso(suo corpo). S. Luca ci dice che Gesù, dopo aver parlato del Regno di Dio alle folle e guarito i sofferenti, per non rimandare digiuna tanta gente, moltiplicò i cinque pani e i due pesci. Questo miracolo di Gesù, viene riferito direttamente all’Eucaristia.Visto in questa prospettiva eucaristica, lo sfamare una folla affamata può richiamare ai cristiani anche il comando di Gesù: ”Fate questo in memoria di me”. Già le prime comunità cristiane, sollecitate dagli apostoli, usavano fare le “raccolte” di beni e di denaro per i poveri durante la celebrazione eucaristica. La preoccupazione per la fame che tormenta tanta parte dell’umanità, e l’interessamento per alleviarla, divengono elementi della celebrazione dell’Eucaristia.

/ Pertanto oggi, che cosa ci suggerirebbe Gesù moltiplicando i pani per la folla, nel deserto? Di organizzare una campagna contro la fame del mondo? Purtroppo oggi, in seguito al ripiegamento aggressivo del mondo occidentale e ricco, sui propri privilegi alimentari, 2/3 dell’umanità sono sotto-alimentati. E il mondo che dispone di cibo in abbondanza coincide esattamente con i paesi cristiani di antica data, così come con le società tecnicamente più evolute.

“Ci sono molti che non hanno pane perché quelli che ne hanno, ne conservano troppo per se stessi”(Manry).

 Ma non va mai dimenticato che la “fame degli uomini” non è fame di solo pane, ma soprattutto è “fame di Dio”. Ci sono altre fami, meno materiali, che i soli mezzi tecnici non sono in grado di soddisfare. Se ci si preoccupa così poco di chi manca del pane quotidiano, ci si preoccupa forse di più di chi è privo di amore? Quando Gesù si è rifiutato di congedare la folla senza averle procurato da mangiare, col suo gesto di accoglienza non le ha offerto forse anche il pane dell’amore? L’amore fa capire l’Eucaristia. E’ Cristo che sfama e per Lui il pane diventa segno di fraternità e di condivisione. Non si può spezzare e mangiare quel Pane eucaristico e poi continuare a vivere come se gli altri non ci fossero: è rinnegare l’Amore, cui si dice di credere mangiando il Corpo del Signore.”L’Eucaristia edifica la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia”(Giovanni Paolo II).

Gesù a Betlemme si è fatto “bambino” perché i semplici lo potessero trovare; e a Gerusalemme, nell’Ultima Cena, è diventato “pane”, perché i deboli lo potessero mangiare e mangiandolo, ritrovassero ogni giorno la forza di amare, in attesa della sua venuta.

/ Oggi abbiamo tante piazze piene ma tante chiese sempre più vuote. L’”homo aeconomicus” ha preso il posto dell’”homo religiosus”.

/ Le visite in Banca sostituiscono le visite al SS. Sacramento in chiesa. La nuova forma di religione è la religione dell’economia e de denaro!..

/ Si calcola che in Italia, per riempire le ciotole di cani e gatti, si spendono 3 miliardi e mezzo di euro all’anno,senza considerare che poi, bisogna correre ai ripari, dopo averli fatti diventare troppo obesi..! Tale somma è l’intero debito estero della Guinea(Africa)!.

> Don P. Mazzolari ha scritto:”Se Dio esiste.. e se i poveri esistono, non ho diritto di vivere come mi pare e piace”.

> Un turista, visitando il Nord-Est brasiliano, incontrò un giorno un povero contadino e gli chiese: “Quanti pasti al giorno fate in Brasile?”. Il contadino lo guardò con stupore e rabbia insieme, poi rispose:”Quanti pasti?..Ma io non mangio tutti i giorni!..

/ Quando Gesù è entrato nella sua Passione, quando ha collocato le prime pietre della sua Chiesa, non ha tenuto una conferenza stampa sulla salvezza del mondo. Era venuto il momento di tacere e di pagare di persona, dando sulla Croce una prova tangibile del suo amore per noi. Non facciamo del Vangelo un libro sbiadito del passato, perché il Vangelo è sempre un annuncio che attende da noi la risposta dell’amore, che solo può assicurare la presenza indefettibile di Gesù all’umanità.

Mangiare questo Pane, vuol dire vivere la vita divina di Gesù: ”Chi mangia la mia carne…dimora in me ed Io in lui..Colui che mangia di me, vivrà per me”.

Questa unione è anche pegno della risurrezione dell’ultimo giorno: “ed Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

 

Last modified on Sunday, 22 May 2016 00:29

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