III Domenica di Pasqua

Published in Domenica Missionaria

 “ E’ il Signore!…  Simone di Giovanni, mi ami tu?.. Pasci le mie pecorelle”. Gv. 21,1-19

Il carattere proprio ed essenziale di ogni Domenica, è quello “pasquale”. Ogni Domenica, nella celebrazione eucaristica, ricordando la Risurrezione di Cristo, celebriamo la “nostra Pasqua”, la “piccola Pasqua” che poggia sull’Eucaristia, pegno e lievito di una continua risurrezione.

Qui riconosciamo “il Signore”, come il discepolo che Gesù amava, disse a Pietro: “è il Signore”.. Dopo la risurrezione, Gesù continua ad essere presente e operante nella sua Chiesa.

Alle apparizioni nel Cenacolo sbarrato di Gerusalemme, Gesù ne fa seguire altre per confermare la sua risurrezione e per completare il mandato missionario ed ecclesiale degli apostoli. Le apparizioni di Gesù risorto hanno lo scopo di far percepire la sua realtà di “risorto” e di far passare gli apostoli dalla fede del Cristo storico alla fede nel Cristo della fede. Di qui l’insistenza degli evangelisti di sottolineare l’incredulità e la difficoltà dei discepoli nel riconoscere Cristo risorto; essi stentano a riconoscere subito Gesù.

/ Nel brano evangelico, l’apparizione del Cristo risorto a sette discepoli, sul lago di Tiberiade, segna una tappa importante nella crescita della fede pasquale, e Gesù rivela la sua presenza nel segno della pesca miracolosa e nel convito mattutino preparato con premurosa e delicata amicizia per i suoi apostoli..

> Il brano odierno del Vangelo di Giovanni, è pieno di simboli e di allegorie, e bisogna capire bene cosa Giovanni vuole dimostrarci con questo episodio. Cerchiamo perciò di scoprire il significato di quanto ci viene descritto nel Vangelo, che non è un fatto di cronaca, ma una catechesi pasquale.

* Il “mare” = rappresenta il luogo della vita ove l’uomo si trova.

* I “7 discepoli” = 7 è un numero perfetto, è la pienezza, la Chiesa con a capo Pietro.

* “Andare a pescare” = vuol dire immergersi nell’apostolato, in missione.

* La “barca” = è la Chiesa o la comunità del popolo di Dio.

* La “notte” della pesca = è l’assenza di luce, l’assenza di fede e di Gesù nella nostra vita.

* “All’alba” = è il tempo della preghiera e di Gesù.

* “ Fallimento nella pesca”= è lo scoraggiamento, è il poggiarsi sulle proprie forze e progetti umani. * “Pietro si cinse ai fianchi la sopravveste poiché era spogliato” = rivestirsi di Cristo dopo la nudità 

    del peccato e dello scoraggiamento.

* “La rete piena di pesci non si spezzò”= è lo stare insieme della comunità e nella Chiesa con Pietro. * “Il fuoco di brace con pesce e pane” = è l’Eucaristia, è Gesù che si fa ancora servo e cibo.

*  Le due mense alla Messa: Parola ed Eucaristia.

> Notiamo ancora che il Signore risorto si mostra al mattino, all’alba. Il verbo greco(“este”) fa intendere che stava là, che già c’era, forse c’era fin dalla notte, ma non lo si poteva vedere; lo si vede al mattino. E Gesù si manifesta mediante tre segni, in tre modi diversi, anche se complementari.

1. In primo luogo, Gesù premia la costanza di chi ha perseverato insieme, nel gruppo, rimanendo legato al proprio posto malgrado le difficoltà: questa costanza viene premiata con la presenza stessa di Gesù.

2. In secondo luogo, Gesù premia la costanza di chi segue con fiducia le sue indicazioni, in un primo momento, da parte di un estraneo. Gli apostoli vengono ricompensati con la pesca abbondante, che si contrappone alla lunga e faticosa ricerca della

3. Infine, Gesù si manifesta ai suoi, con la sua consueta benignità e amicizia, chiedendo ed offrendo qualcosa, per far sì che ci sia una vera fusione di cuori. Gesù c’è ed è sempre vicino e agisce da

/ Gesù si mette a disposizione dei suoi discepoli, li serve. E’ il “Servo” che prepara ancora la mensa e ci invita a condividere il pasto Come il Padre aveva mandato il Figlio nel mondo, così il Signore Gesù ora invia in missione i suoi discepoli. La rete traboccante di pesci è la parabola vivente di un apostolato che il Risorto renderà fecondo, e di cui Pietro, a motivo dello speciale amore che nutre per il Maestro, assumerà la responsabilità suprema. Cristo manda i suoi apostoli come “pescatori di uomini”; Egli stesso dirige la pesca; è Lui a riempire la rete, è Lui a investire Pietro della sua autorità di “Pastore”:(notiamo un’unica barca, simbolo dell’unica Chiesa di Cristo; un solo gregge e un solo pastore. L’iniziativa è di Pietro nel tirare a riva la rete.): la fede di Pietro si fonda sull’esempio di Cristo. Il destino di Pietro sarà quello di ogni credente: da una fede entusiasta che traccia il suo cammino, passerà ad una fede matura capace dei più alti servizi per causa del Vangelo.

/ La fermezza degli apostoli e la gioiadi essere oltraggiati per amore del nome di Gesù” non si spiega se non per un grande amore a Gesù. “Noi abbiamo creduto all’amore”, dichiara S. Giovanni, e la caratteristica della Chiesa nascente era questo sentimento profondo che cementava i cristiani e diventava oggetto di meraviglia in chi osservava il loro modo di vivere. L’amore di Cristo portava all’amore reciproco e verso il prossimo. Noi cerchiamo le sue tracce fuori della nostra vita: ma Gesù cammina sulle nostre strade. Gesù attende che torniamo ad occupare nostro posto nella sua casa, nei suoi progetti e nel suo cuore. Un posto che resterà “vuoto”, ma sempre disponibile, benchè lontani da Lui.  Il cristiano convinto e coerente, se intende rimanere fedele al Vangelo, deve essere capace e disposto a dire dei no” a ciò che è contrario al Vangelo. Il nodo della vita cristiana sta proprio qui.

/ Ma al di là della morte troveremo ancora Lui ad attenderci sull’altra riva, e allora come a Pietro, verrà il coraggio di gettarci in acqua per raggiungerlo, rivestiti di Lui.

// S. Agostino: Giovanni fu il primo discepolo a riconoscere il Signore risorto, ma è Pietro ad andare per primo da Lui. Pietro e Giovanni rappresentano le due facce della Chiesa: la Chiesa che lotta e si affatica(Pietro = vita attiva), e la Chiesa che contempla(Giovanni = vita contemplativa). La Chiesa conosce due vite: una è nella fatica, l’altra nel riposo; una lungo la via, l’altra in patria; una nel lavoro dell’azione, l’altra nel premio della contemplazione.. La prima è simboleggiata nell’apostolo Pietro, l’altra in S. Giovanni”.

/ Oggi c’è tanto bisogno di testimoniare l’amore, ove regna odio, violenza, terrorismo, ecc…

// Racconto missionario. In un centro di ascolto di una missione nel Brasile, il Padre missionario fu invitato a fare un breve commento sul Vangelo odierno di S. Giovanni, e il missionario commentò:

“La presenza e la parola di Gesù produsse il miracolo dei pesci: senza Gesù niente pesci, con Gesù 153 grossi pesci. Questo vale per la nostra vita, per le nostre pescagioni quotidiane”.

Una povera donna brasiliana, intervenne subito dicendo: “No, Padre, ti sbagli: non è quello il miracolo, il miracolo non sono i tanti pesci. Gli apostoli avevano pescato tutta la notte. La mattina ributtano le reti perché l’ha detto Gesù: potevano dirgli che era inutile, ci avevano già provato in ore migliori e in acque più generose. Invece si fidano e gettano le reti. Questa loro fiducia è il miracolo, Padre. Noi mamme lottiamo da anni perché qui la vita non diventi tanto cara da compromettere la vita dei nostri figli. Ma è inutile, c’è chi ne approfitta e ci sfrutta. Ma qui stasera Gesù ci invita a buttare ancora le reti e noi sulla sua Parola andiamo avanti, anche se ci sembra umanamente inutile.

Capisce, Padre: questo è il miracolo, cioè pescare la speranza”.(Brasile: aprile 1997).

 

 

 2006                                          ******************                                  p. Mario  C.

Last modified on Sunday, 03 April 2016 11:25
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