CANTO D’INIZIO
S. Agostino paragona la santità ad un edificio che, per essere innalzato, richiede buone fondamenta: sulle quali poi con materiale ben ordinato si costruiscono diversi piani, finché si giunge al tetto; allora si copre e si perfeziona l'edificio dal basso all'alto. Così della nostra santità: essa si fonda sulla fede, si erige colla speranza e si perfeziona colla carità.
(B. Giuseppe Allamano)
PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Concedimi Signore di stare alla tua presenza
e di adorarTi nel profondo del cuore.
Aiutami a fare silenzio intorno a me e dentro di me,
per poter meglio ascoltare la tua voce.
Ispira Tu i miei pensieri, sentimenti, desideri e decisioni
affinché io cerchi sempre e unicamente
quello che è più gradito a Te.
Spirito Santo, dono del Padre,
crea in me un cuore nuovo,
libero per donarsi senza riserve,
seguendo Cristo umile e povero.
Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa,
modello di disponibilità alla voce di Dio,
aiuta la mia preghiera con la tua preghiera.
Amen
LA PAROLA (Gv 20,26-29)
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Riflessioni tratte da LA VITA SPIRITUALE del Beato Giuseppe Allamano e COSì VI VOGLIO
(Al termine di ogni brano si lascia qualche minuto di silenzio
poi si canta un ritornello)
Doppiamente beati
Nostro Signore disse un giorno ai suoi discepoli: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete. Vi dico infatti che molti Profeti e Re vollero vedere le cose che voi vedete e non le videro» (923). Fu certamente gran fortuna vivere al tempo di Nostro Signore, conoscerlo di presenza, udirlo parlare ed essere testimoni di tanti miracoli da lui operati. Questa fortuna non ebbero gli antichi Patriarchi e Re ed i Profeti dell'Antico Testamento. […] I discepoli invece poterono vedere e udire Gesù in persona, trattare con Lui familiarmente.
E noi non siamo beati?
Gesù diceva a S. Tommaso, dopo avergli mostrato le piaghe: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (926). Dunque anche noi siamo beati, se abbiamo fede in Gesù.
E notate: noi siamo doppiamente beati. Prima, perché crediamo senza vedere; poi perché realmente vediamo e ascoltiamo. Non è necessario vedere con gli occhi e udire con le orecchie del corpo, per dire che vediamo e udiamo. Le cose si conoscono anche mediante la storia: per cui sappiamo quanto disse e fece Gesù quand'era su questa terra, e quanto ancora Egli fece, nella Chiesa e per mezzo della Chiesa attraverso i secoli.
Gesù è sempre con noi fino alla consumazione dei tempi. Specialmente Egli è con noi nel SS. Sacramento, dove, vivo come in Cielo, possiamo vederlo con gli occhi della fede e ascoltarlo.
Vivere di fede
La fede è necessaria a tutti i cristiani per salvarsi. Senza la fede è impossibile piacere a Dio (234). Questa fede, senza alcun nostro merito, la ricevemmo nel santo battesimo, che ci ricostituì nell'ordine soprannaturale.
Ora, per avere lo spirito di fede e cioè per vivere di fede, non basta aver ricevuto l'abito della fede nel santo battesimo, non basta fare qualche atto di fede al giorno, come nelle preghiere del mattino e della sera. Vivere di fede significa vivere conforme ai dettami della fede. Lo spirito di fede deve pertanto accompagnarci in ogni atto della vita di comunità, dal mattino alla sera, di giorno e di notte e sia una certezza viva e profonda, che guida la vita concreta.
Nella pratica
PENSIERI - Tutti i nostri pensieri devono essere conformi alla fede. Certo non siamo padroni di quei pensieri che vengono all'improvviso, ma ne siamo padroni quando ce ne accorgiamo. Via dunque i pensieri inutili e quei pensieri che, ove fossero manifestati, ci causerebbero vergogna. Quando ci accorgiamo di un pensiero, diciamo a noi stessi: Questo pensiero piace a Dio? Sì, Dio solo! Tutto di Dio, tutto da Dio, tutto in Dio!
GIUDIZI - Dai pensieri nascono i giudizi: giudizi sui compagni, sulle disposizioni dei Superiori; giudizi sugli avvenimenti passati o presenti; giudizi sulle cose della terra: onori, ingegno, roba, ecc. Si legge nella vita di S. Giuseppe Benedetto Labre che, passando egli un giorno tutto lacero e cencioso davanti a un signore, si sentì rivolgere questa esclamazione di commiserazione: "Povero disgraziato!". Il Santo tutto giulivo si fermò e rispose: "Oh, no, non sono disgraziato, sono in grazia di Dio! ". Vedete, quel tale giudicava secondo lo spirito del mondo, invece il Santo secondo lo spirito di fede. E così dicasi dei falsi giudizi che altri possono fare di noi. Che importa? Chi mi deve giudicare è il Signore! (256).
AFFETTI - I nostri affetti sono tutti regolati dallo spirito di fede? Non abbiamo alcun affetto o attaccamento in contrasto con questo spirito? Non parlo di affetti cattivi, di amicizie particolari; qui dobbiamo amarci tutti come fratelli, dobbiamo non saper dire chi amiamo di più. Parlo di quegli attaccamenti che uno può avere anche ad una cosa da niente, ma che gli impediscono di essere indifferente a tutto, per poter essere tutto di Dio. Talvolta per un'immagine, per un libro, si mette a soqquadro tutto e tutti. "È mio! ". Macché tuo, è di Dio!
PAROLE - La bocca parla della pienezza del cuore (257). Se il cuore è pieno di Dio, si riversa nelle parole. Le nostre parole perciò dovrebbero sempre essere improntate a pietà, carità, prudenza, non discorsi umani, profani, carnali. Nelle ricreazioni si parla di mille storie e mai si parla di cose di fede.
OPERE - In tutto ciò che facciamo, dobbiamo regolarci secondo lo spirito di fede, specialmente in quelle azioni che riguardano più direttamente il servizio di Dio, noi sacerdoti soprattutto. Mons. Gastaldi, durante la visita pastorale in una parrocchia, avendo trovato i corporali e gli altri lini sacri non affatto puliti, mentre invece la biancheria di casa era tutta linda, si rivolse al parroco: "Lei crede alla presenza di Nostro Signore nel SS. Sacramento?" - "Ma, Monsignore, mi fa un torto!" - "No, no, risponde: ci crede o non ci crede?" - "Certo che ci credo!". - "Tanto peggio! Se lei non credesse, sarebbe scusato, ma poiché crede, è un sacrilegio!". Se interrogassi io ciascuno di voi: "Credi tu alla presenza reale di Nostro Signore nell'Ostia consacrata?", alla vostra risposta affermativa, potrei domandarvi: perché allora quella genuflessione così mal fatta? perché quelle distrazioni volontarie? perché quella noia nella Visita al SS. Sacramento? perché quel non ricordarsi di Nostro Signore lungo il giorno?... No, non basta avere una fede puramente teorica, astratta; bisogna avere una fede pratica, conformando ad essa tutte le nostre azioni.
Quali benefici?
1° Un grande premio in Paradiso, essendo che tutte le nostre opere, vivificate da questo spirito, sono meritorie di vita eterna. 2° Tanta consolazione in vita e grande pace in morte. 3° La fecondità del nostro ministero. 4° Ci porta all'esercizio di tutte le virtù, specialmente dello zelo e del sacrificio. Per contro, la mancanza di fede porta seco: inettitudine al dovere, pene, peccati, poi anche l'indurimento del cuore.
TEMPO DI SILENZIO PER LA MEDITAZIONE PERSONALE
PREGHIERA COMUNITARIA
L: Aiutaci Signore a credere in Te, accresci la nostra fede.
T: Ascoltaci Signore.
L: Aiutaci Signore a modellare noi stessi sull’esempio della Parola.
T: Ascoltaci Signore.
L: Ti affidiamo tutti coloro che ci hanno fatto conoscere Te.
T: Ascoltaci Signore.
L: Aiutaci Signore a condividere il dono della fede con gli altri.
T: Ascoltaci Signore.
PADRE NOSTRO e BENEDIZIONE EUCARISTICA e CANTO FINALE