E’ RISORTO

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Cel. “O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima,
siano sempre fedeli al tuo servizio.”
(Colletta)

G. Dopo il silenzio del Sabato santo, la Domenica di risurrezione è inaugurata dalla Veglia pasquale e prosegue per tutto il Giorno domenicale. Questa celebrazione notturna è il centro dell'Anno liturgico, la celebrazione principale che genera tutte le altre nel corso dell'Anno. Sant'Agostino invitava i suoi fedeli ad essere svegli «in questa veglia che è come la madre di tutte le veglie e nella quale tutto il mondo veglia» (Sermone 279,1). E ancora: «Che cosa si poteva fare di più conveniente, se non ripetere con la nostra veglia il suo risveglio dai morti?» (Sermone 221,3). La notte di Pasqua è al centro della fede cristiana. Fiamma fragile nella notte, diventa fuoco inestinguibile quando l'annuncio della risurrezione si spande fino ad irradiare ogni cosa, vincendo le tenebre della notte e del male. I simboli, i testi, i gesti, i canti hanno l'unico scopo di proclamare, al cuore degli inquieti, dei disperati e dei sofferenti: La vita è salva! È Cristo risorto il Salvatore del mondo!

 

Salmo Responsoriale ( Sal. 117)

R. Alleluia, alleluia, alleluia.


Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
R.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
R.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
R.

 

+ Dal Vangelo secondo Luca: (Lc 24,1-12)

 

Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto. Parola del Signore.

 

Pausa di Silenzio

 

G. Per antichissima tradizione la veglia Pasquale è  «la notte di veglia in onore del Signore»  (Es 12,42). In questa notte il Signore “è passato”  per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo “è passato” alla vita vincendo la morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro “passaggio” in Dio attraverso il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva del suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (cfr. Ap 19,7-9).

 

Canto:

 

Pausa di Silenzio

 

1L. Nella santa notte di Pasqua la Chiesa ci offre un cibo abbondante, prima dalla Sacra Scrittura e poi dall'Eucaristia.

 

2L. Tutta una serie di letture  a partire dal racconto della creazione fino a una splendida profezia di Ezechiele scandisce il tempo di questa veglia pasquale.

 

1L. Come epistola ci viene proposto un brano della Lettera ai Romani sul battesimo, che è partecipazione al mistero pasquale di Cristo.

 

2L. Il brano del Vangelo ci riferisce la scoperta del sepolcro vuoto da parte delle donne:

 

1L. «Il primo giorno della settimana [cioè, il giorno che noi chiamiamo «domenica»], al mattino presto, esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato».

 

2L. Invece di trovare il sepolcro nello stato che se lo aspettavano, le donne si accorgono che la pietra è stata rotolata via e che non c'è più il corpo del Signore Gesù.

 

1L. Ma due uomini, nei quali noi riconosciamo due angeli, perché sono in vesti sfolgoranti appaiono e dicono loro:

 

Cel. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?».

 

2L. Questa frase deve imprimersi nelle nostre menti e nei nostri cuori, perché è tutto un programma. Il Vivente per eccellenza è risorto. Cristo risorto è il Vivente; la morte non ha più nessun potere su di lui.

 

1L. Tante volte anche noi cerchiamo Gesù tra i morti. Troppo spesso non abbiamo la percezione viva della vita di Cristo risorto, e allora lo collochiamo tra le realtà del passato, che non hanno un influenza diretta sulla nostra vita presente.

 

2L. Dobbiamo invece prendere coscienza che Gesù è risorto, è il Vivente, e che tutta la nostra vita dev'essere orientata verso di lui, sorgente di vita nuova.

 

1L. Gli angeli ricordano alle donne che Gesù aveva predetto la sua risurrezione.

 

2L. In realtà, nei Vangeli le predizioni che Gesù fa della sua risurrezione non sono poi così chiare come noi le ascoltiamo nel testo italiano.

 

1L. Siccome la risurrezione non era ancora avvenuta, si alludeva ad essa con verbi ordinari; non c’era un verbo specifico per indicarla. Venivano usati soprattutto due verbi: «svegliarsi» e «alzarsi».

 

2L. Quindi, né gli apostoli né le donne riuscivano ad afferrare il senso delle parole di Gesù, quando egli diceva:

 

Cel. «Il  Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, alzarsi.

 

1L. Ma ora è chiaro che cosa significa questo «alzarsi», «svegliarsi»: significa la risurrezione. Questa non è un semplice ritorno alla vita ordinaria, non è una rianimazione, ma è una completa trasformazione dell'essere umano, in modo che possa partecipare dell'eternità divina.

 

2L. La risurrezione è un mistero profondo, un mistero trionfale, la vittoria completa sulla morte e su tutte le forze di corruzione. Le donne si ricordano delle parole di Gesù, e capiscono.

 

1L. Ma quando riferiscono agli apostoli l'annuncio che Gesù è risorto, questo annuncio sembra ad essi un vaneggiamento, una cosa irreale, impossibile. Essi non hanno capito le predizioni di Gesù, perché ritengono impossibile la risurrezione, non ne hanno un'idea giusta.

 

2L. Pietro corre al sepolcro e, chinatosi, vede soltanto i teli della sepoltura, ma non capisce. Torna a casa pieno di stupore per l'accaduto.

 

1L. Anche noi dobbiamo essere pieni di stupore,  non nel senso dello stupore di Pietro, ma in senso molto positivo, perché realmente la risurrezione di Gesù è una cosa stupenda, l'evento più importante di tutta la storia umana.

 

2L. Ormai, grazie all'Ultima Cena, alla passione e alla risurrezione di Gesù, il senso della vita è cambiato: invece di andare verso un vicolo cieco, verso la morte e la caduta nello sheol, che per gli ebrei è il luogo dell'esistenza veramente miserabile dei defunti, la vita umana è orientata verso una pienezza al di là della morte.

 

Tutti

 

Oh, se si ripetesse nella famiglia cristiana di questi giorni

quello che sappiamo essere avvenuto a Gerusalemme tra gli Apostoli, dopo l’ascensione di Cristo al cielo, quando tutta la Chiesa,

nata da poco, in assoluta concordia di animi si unì a Pietro,

Pastore degli agnelli e delle pecore, e pregò con lui e per lui!

E si degni l’adorabile Spirito di Dio,

accondiscendendo alle aspettative di tutti, di accogliere questa supplica, che ogni giorno gli viene rivolta da ogni parte della terra:

"Rinnova in questa nostra epoca i tuoi prodigi,

quasi come con una nuova Pentecoste,

e concedi alla Santa Chiesa che,

perseverando concordemente e assiduamente con Maria,

la Madre di Gesù, e guidata da San Pietro,

estenda il regno del divin Salvatore, regno di verità e di giustizia,

regno di amore e di pace. Amen"(Humanae Salutis,23)

 

Canto:

 

Pausa di Silenzio

 

3L. Nell'ora della morte di Gesù, presso la croce vi erano solo alcune donne, tra cui Maria di Magdala, e il discepolo amato, che non riuscivano a credere possibile la fine di quel rabbi e profeta di Nazaret da loro tanto amato.

 

4L. Eppure al tramonto di quel venerdì  la morte sembrava proprio aver posto la parola fine sulla vita di Gesù, l'uomo capace di raccontare in modo unico il volto di Dio.

 

3L. Ma ecco che all'alba del terzo giorno, Maria di Magdala non si rassegna:

 

4L. «Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro».

 

3L. Essa non va per ungere il cadavere, ma è spinta solo dall'amore per quel Gesù che l'aveva liberata da «sette demoni» e restituita alla vita piena, un amore tale da non arrestarsi neppure di fronte alla morte.

 

4L. Maria va alla tomba quando ancora c'è tenebra: è buio non solo intorno a lei ma anche nel suo cuore, velato dalla tristezza e dalla non-fede nell'inaudito, nell'evento della resurrezione. Ed ecco la novità sconvolgente:

 

3L. «Vide che la pietra era stata rimossa dal sepolcro».

 

4L. Essa è smarrita e la sua reazione immediata è quella di pensare a un trafugamento del cadavere; lo testimoniano le parole che rivolge a Pietro e al discepolo amato al termine di una corsa affannosa:

 

3L. «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

 

4L. La sua umanissima relazione affettiva con il Signore non è sufficiente per condurla alla fede nella resurrezione.

 

3L. Qui finisce la prima parte della sua vicenda, ma la ritroveremo poco più avanti «vicino al sepolcro», mentre piange e persevera nella ricerca del corpo morto di Gesù, che le si rivela quale Risorto chiamandola per nome:

 

Cel. «Maria!».

 

4L. Nel frattempo possiamo chiederci: e noi come ci mettiamo di fronte al sepolcro vuoto? Crediamo alla resurrezione di Gesù?

 

3L. Siamo accompagnati in questa domanda anche da Pietro e dal discepolo amato che, spinti dalle parole di Maria, corrono al sepolcro:

 

4L. «Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.».

 

3L. Forse è l'amore di preferenza ricevuto su di sé a renderlo più veloce, perché all'amore si risponde con l'amore che non indugia.

 

4L. «Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.»:

 

3L. Egli attende Pietro, lascia entrare per primo chi per volontà del Signore godeva di un primato nel gruppo dei Dodici.

 

4L. Pietro allora «entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte»:

 

3L. Osserva tutto con precisione, ma neppure il suo sguardo razionale e preciso è sufficiente a cogliere il mistero. Anche lui, per ora, rimane nelle tenebre dell'incredulità.

 

4L. «Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette».

 

3L. Cosa ha visto? Nessun oggetto specifico: è l'assenza stessa che, riempita dall'amore, diventa per lui evocatrice di una Presenza. Del resto Gesù l'aveva promesso:

 

Cel. «Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui»;

 

4L. E così nell'amore che lo lega a Gesù, il discepolo amato comincia a intuire e a lasciar spazio nel proprio animo alla novità compiuta da Dio.

 

3L. Ma per il salto decisivo della fede, per vedere la vita nel luogo della morte, occorre credere alla testimonianza della Scrittura: accostata al vuoto della tomba, la Scrittura la riempie di una Parola che è all'origine della resurrezione, perché è la Parola stessa del Dio della vita.

 

4L. Ecco l'inizio della fede pasquale, che troverà la sua pienezza con il dono dello Spirito capace di illuminare le menti, aprendole all'intelligenza della Scrittura:

 

3L. L'amore per Gesù e la comprensione in profondità della Scrittura si completano a vicenda nel condurre alla fede nella resurrezione...

 

4L. È sulla fede nella vittoria di Gesù Cristo sulla morte che si gioca lo specifico del cristianesimo. Ha scritto l'apostolo Paolo:

 

3L. «Se Gesù Cristo non è risorto, vana allora è la vostra fede.

 

4L. Sì, questo è il senso della grande festa di Pasqua e, insieme, il debito che i cristiani hanno verso gli altri uomini, la speranza che possono offrire agli uomini tutti: ormai la morte non è più la parola definitiva, ma è solo l'esodo da questo mondo al Padre, che ci richiamerà tutti a vita eterna.

 

Tutti

 

A volte sconsolati

ci incamminiamo sui sentieri della vita.

Chiusi nelle nostre piccole visuali,

ci lasciamo prendere da perplessità e paure.

Siamo chiamati dal Risorto a suscitare bontà,

sano ottimismo, carità evangelica,

innescando dinamiche di vita e di accoglienza,

di rispetto, di stima, di fiducia e di incoraggiamento.

Questa è notte di gioia:

gioia del Padre perché è riconosciuto Tale,

gioia tua, Signore, perché realizzi la volontà del Padre,

gioia dello Spirito che ci effonde i suoi doni,

gioia della Madre perché il Figlio ritorna ad essere Dio.

Ogni giorno viviamo la morte

che non deve essere una tomba in cui veniamo sepolti,

ma l'inizio della risurrezione.

Signore Gesù, folgoraci col tuo amore,

spezza le catene della tiepidezza e della rassegnazione,

vinci le nostre resistenze

per risorgere anche noi insieme con te.

Il passato è un sepolcro vuoto, il futuro è la vita eterna.

Pausa di Silenzio

Canto:

Meditazione

Preghiere spontanee

Padre Nostro

 

G. Ecco la veglia, Signore Gesù, che apre il cuore alla speranza e lo strappa ad ogni paura, ad ogni ombra e ad ogni timore. Con la tua risurrezione tu ci doni il fuoco che brucia ogni fragilità e ogni resistenza, che accende il profondo dell’anima, che riscalda e risveglia ad una nuova vita. Con la tua risurrezione tu ci offri una luce: le tenebre non ci spaventano perché tu rischiari il nostro cammino e ci fai intravedere il senso della storia. Ci conduci verso il giorno in cui il progetto di Dio giungerà a compimento. Con la tua risurrezione tu ci fai intendere una parola che unisce l’antica e la nuova alleanza, la creazione e la redenzione, la legge e la grazia in unico, grande racconto di salvezza. Con la tua risurrezione tu ci fai giungere un’acqua che rigenera a vita nuova, che disseta la nostra arsura e ci fa partecipare ad una comunione divina, che trasforma i nostri giorni e ci fa accedere ad una nuova identità. Con la tua risurrezione tu ci inviti alla mensa del Pane di vita, pane che ci sostiene nel nostro pellegrinaggio, pane che nutre il nostro desiderio, pane che sfama le attese più profonde. Ecco la veglia, Signore Gesù, in cui cantare l’Alleluja pasquale che percorre le arterie della storia.

 

Tutti

Preghiera per le vocazioni sacerdotali

Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:

“manda operai nella messe”.

Nella nostra preghiera, però,

riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:

                       mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,

aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.

Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,

un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.

Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.

Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;

soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.

Siano apostoli appassionati del tuo Regno,

ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.

Un’altra cosa chiediamo, Signore:

assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;

coloro, cioè, che, in tuo nome,

invitano, consigliano, accompagnano e guidano.

Siano le nostre parrocchie segni accoglienti

della vocazionalità della vita e spazi pedagogici della fede.

Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:

crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.

Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata

- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,

confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,

custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.

All’intercessione della tua Santa Madre,

affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.

Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni

le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.

(+ Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

 

Canto: Tantum Ergo

 

Tantum ergo Sacramentum

Veneremur cernui

Et antiquum documentum

Novo cedat ritui

Praestet fides supplementum

Sensuum defectui.

Genitori Genitoque

Laus et jubilatio

Salus, honor, virtus quoque

Sit et benedictio.

Procedenti ab utroque

Compar sit laudatio.

 

 

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo.

R Che porta con sé ogni dolcezza.

 

O Padre, che nella morte e risurrezione del tuo Figlio hai redento tutti gli uomini, custodisci in noi l'opera della tua misericordia, perché nell'assidua celebrazione del mistero pasquale riceviamo i frutti della nostra salvezza.

Per Cristo nostro Signore.

Amen

 

Elevazione del Santissimo Sacramento e Benedizione Eucaristica.  Al termine: Acclamazioni:

Dio sia benedetto.

Benedetto il  Suo Santo Nome.

Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.

Benedetto il Nome di Gesù

Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.

Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione

Benedetta la sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.

Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.

Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi. 

 

 

 


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