IL SEMINATORE

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pmsemina

ASCOLTARE VUOL DIRE ACCOGLIERE

 

 

 

Guida: Il contadino della Palestina semina il grano

prima di arare la terra. I semi vanno a finire un po'

dovunque. E il terreno, poi, non è sempre buono.

Molti chicchi si perdono o non producono nessun

frutto. Nei casi migliori il rendimento di un campo è di 20 chicchi per ogni seme,

ma normalmente se ne ricavano solo 10 per 1. Gesù utilizza l'immagine del

seminatore per parlare del regno di Dio. Come quando si seminano in un

campo dei chicchi di grano ci sono delle perdite. Ma alla fine c'è pure un

raccolto. E non è del 10 per 1, ma del 30, 60, 100 per 1. La forza del Regno è più

grande di quanto si immagina.

Canto

 

Preghiera:

La tua Parola Signore è verità, saggezza e giudizio incontestabili

raffinati al crogiolo della storia di generazioni e generazioni di oppressi.

La tua Parola fa tremare i potenti che tentano di soffocarla ogni giorno

con milioni di vuote parole, con sentenze scritte in più lingue.

La tua parola Signore è nostra guida nella logorrea dei mass-media bugiardi

che implacabile ci bombarda ogni giorno per creare insicurezza e paure.

La tua Parola di carne e di storia resta via ai cercatori del giusto,

verità che ci libera e istruisce, nutrimento che ci rinforza alla vita.

(Carrarini)

 

La PAROLA è Gesù Cristo: una Parola presente in tutto quello che ha detto; una

Parola da cogliere in tutto quello che fa, da percepire nella speranza che

desta nel mondo e nel significato che assegna all'esistenza. Una Parola da

accogliere nel suo Vangelo. Ascoltare la Parola vuol dire accoglierla quando si

fa la lettura del Vangelo durante la messa, rifletterci sopra assieme ad altri,

pregando insieme. Si tratta, però, anche di ascoltarla in tutto quello che gli

uomini e le donne compiono sulla terra per radicarvi l'amore di Dio e del

prossimo. La Parola viene percepita anche in tutto quello di grande e di bello

che viene realizzato.

 

Dal Vangelo di Matteo (13,1-9)

 

Meditazione

 

Da “Nuove vocazioni per una nuova Europa” (n.33):

Due libertà in dialogo

La parabola del seminatore mostra che la vocazione cristiana è un dialogo fra

Dio e la persona umana. L'interlocutore principale è Dio, che chiama chi vuole,

quando vuole e come vuole "secondo il suo proposito e la sua grazia" (2 Tim 1,

9); che chiama tutti alla salvezza, senza farsi limitare dalle disposizioni del

ricevente. Ma la libertà di Dio s'incontra con la libertà dell'uomo, in un dialogo

misterioso e affascinante, fatto di parole e di silenzi, di messaggi e azioni, di

sguardi e gesti, una libertà che è perfetta, quella di Dio, e l'altra imperfetta,

quella umana. La vocazione è dunque totalmente attività di Dio, ma anche

realmente attività dell'uomo: lavoro e penetrazione di Dio nel cuore della

libertà umana, ma anche fatica e lotta dell'uomo per esser libero d'accogliere

il dono.

Chi si pone accanto a un fratello nel cammino di discernimento

vocazionale entra nel mistero della libertà, e sa che potrà dare un aiuto solo se

rispetta tale mistero. Anche quando ciò dovesse significare, almeno

apparentemente un minor risultato. Come per il seminatore del vangelo.

Il coraggio di seminare ovunque

Proprio il rispetto d'entrambe le libertà significa anzitutto il coraggio di seminare

il buon seme del vangelo, della Pasqua del Signore, della fede e infine della

sequela. Questa è la condizione previa; non si fa nessuna pastorale

vocazionale se non c'è questo coraggio. Non solo, ma bisogna seminare

dovunque, nel cuore di chiunque, senz'alcuna preferenza o eccezione. Se ogni

essere umano è creatura di Dio, è anche portatore d'un dono, d'una

vocazione particolare che attende d'essere riconosciuta.

(…) È singolare osservare il seminatore della parabola nel gesto ampio della

mano che semina "ovunque"; è commovente riconoscere in tale icona il cuore

di Dio-Padre. È l'immagine di Dio che semina nel cuore d'ogni vivente un piano

di salvezza; o se vogliamo, è l'immagine dello "spreco" della generosità divina,

che s'effonde su tutti perché tutti vuol salvare e chiamare a Sé.

La semina al tempo giusto

Fa parte della saggezza del seminatore spargere il buon seme della vocazione

al momento propizio. (…)Ogni persona ha i suoi ritmi e i suoi tempi di

maturazione. L'importante è che accanto a sé abbia un buon seminatore.

Il più piccolo di tutti i semi

… il seme della vocazione è come un granellino di senapa che, quando viene

seminato, o quando viene proposto o indicato come presente, è il più piccolo

di negato e smentito, è come soffocato da altre attese e progetti, non preso sul

serio; oppure viene visto con sospetto e diffidenza, quasi fosse un seme

d'infelicità.

(…) Il seme della vocazione è il più piccolo di tutti i semi, è debole e non

s'impone, proprio perché è espressione della libertà di Dio che intende

rispettare fino in fondo la libertà dell'uomo.

 

 

 

“Gli si avvicinarono i discepoli…”

Dal Vangelo di Matteo (13,10-23)

 

Canone: Adoramus te, Domine…

Silenzio

Canone (viene ripetuto dopo ogni brano letto)

 

2 Cor 9,10: “Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il

nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà

crescere i frutti della vostra giustizia”.

Sir 6,19: “Accòstati ad essa come chi ara e chi semina e attendi i suoi ottimi

frutti; poiché faticherai un pò per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi

prodotti”.

 

Os 10,12: “Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà;

dissodatevi un campo nuovo, perchè è tempo di cercare il Signore, finchè egli

venga e diffonda su di voi la giustizia”.

 

Gv 12,24-25: “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non

muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita

la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita

eterna”.

 

2Cor 9,6: “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente

raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”.

Gal 6,7-10: “Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno

raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne

raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita

eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo

tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l`occasione, operiamo il bene

verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede”.

Gc 3,18: “Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno

opera di pace”.

Mc 4,31-32: “Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con

quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa

che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono

sulla terrama appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e

fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra»”.

 

Conclusione:

“Abbiamo fede, fede che questo germe della parola di Dio si sviluppi nel

nostro cuore e produca i buoni frutti, tanti ne ha già prodotti nel nostro cuore.

Siete cresciuti buoni, avete ascoltato la voce di Dio anche la parola di Dio, di

invito ad essere consacrati a Lui. Adesso perfezionarsi vivendo la

consacrazione in quella continua luce che viene dal Tabernacolo, in quella

continua grazia che viene dalla comunicazione con l'Eucarestia, in quella

continuata e sempre più illuminata istruzione religiosa. Sì. Avanti. Pensate che

Gesù vi dice: non temete, io sono con voi. Non temete, sono con voi e quando

c'è Gesù cosa fare? Con Gesù tutto. Sia lodato Gesù Cristo”.

(b. G. Alberione ’59)

 

Preghiera finale: La parabola del seminatore

Io mi sono indurito come roccia;

Sono divenuto simile al sentiero;

Le spine del mondo m`hanno soffocato,

Hanno reso infeconda la mia anima.

Ma, o Signore, Seminatore del bene,

La pianta del Verbo fà crescere in me:

Perché in uno dei tre io porti frutto:

Tra il cento (per cento), il sessanta o anche il trenta.

(Nerses Snorhalí)


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