San Damiano de Veuster

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Colui che mangia di me, vivrà per me (Gv 6, 57)

1) L’ACCOGLIENZA

Celebrante: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Assemblea: Amen

C:     Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore

e nella pazienza di Cristo,

sia con tutti voi.
    
Assemblea: E con il tuo spirito.

O Signore, Tu hai infiammato il cuore del tuo servo il San Damiano di Molokai, con un ardente amore per i sacri Cuori di Gesù e di Maria; lo hai riempito di zelo per l’Adorazione Eucaristica, e per il servizio ai lebbrosi di Molokai: ultimi fra gli ultimi, morendo lui stesso lebbroso tra i lebbrosi. Come a lui, insegnaci a vivere generosamente, a servirti con amore; a donarci senza riserve, a lavorare senza riposo, annunciando il Tuo amore a tutti gli uomini senza sperare nulla, se non di saper contemplare, vivere e annunciare, le meraviglie della tua misericordia. Te lo chiediamo per Cristo Tuo Figlio e Nostro Signore.

Assemblea: Amen

Breve presentazione della spiritualità e del messaggio  del San Damiano de Veuster

Lettore: P. Damiano scelse di vivere e morire con gli emarginati delle isole Hawaii, i lebbrosi dell’isola di Molokai, e in questo modo aprì il suo cuore alla dimensione universale di essere cuore in quel mondo senza cuore. In vari suoi scritti ribadisce che senza il sostegno della presenza eucaristica, non sarebbe mai riuscito a vivere su quell’isola accanto a persone che vedevano il loro corpo disfarsi giorno dopo giorno, persone la cui unica speranza era quella di morire degnamente. Da buon samaritano, P. Damiano si curvò sopra coloro che la malattia aveva gettato sul bordo della strada, dimenticati da tutti, fino a caricarsi egli stesso del loro stesso giogo, divenendo anche lui lebbroso. La sua testimonianza ci ricorda che l’amore infinito di Dio è fatto di compassione, misericordia e fiducia. Tutti possono trovare in Lui una ragione per vivere, tutti possiamo, cibandosi di Lui, trovare forza e coraggio per donarci ai dimenticati, agli emarginati della nostra società che continuano a giacere sui bordi delle nostre strade. Vogliamo questa sera fermarci a pregare dinanzi all’Eucarestia, come facevano i lebbrosi di Molokai: grazie a P. Damiano si istituì sull’isola l’Adorazione perpetua e anche chi era impossibilitato a recarsi in chiesa, a causa della malattia,  si inginocchiava a pregare sul suo giaciglio. Accogliamo con questi sentimenti l’invito che Giovanni Paolo II fece durante l’omelia in occasione della beatificazione di P. Damiano:  La sua testimonianza è per voi un appello, soprattutto per voi giovani, affinché possiate tutti conoscerlo, e, attraverso il suo sacrificio, crescano in voi il desiderio di amare Dio, fonte del vero amore e di una vita felice, e il desiderio di fare della vostra vita un’autentica offerta.

2) L’ASCOLTO DELLA PAROLA: Giovanni 6, 48 - 58

In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.


3) LA PAROLA CHE SI FA VITA

La Parola di Dio ci interpella

Dalla lettera del San Damiano al fratello Panfilo

E’ ai piedi dell’altare che incontriamo la forza necessaria nella nostra solitudine. E’ lì che ogni giorno ti incontro. Senza il Santissimo Sacramento, una situazione come la mia sarebbe insostenibile. Però con il mio Signore, posso continuare per sempre felice e contento; con questa pace gioiosa nel cuore e il sorriso sulle labbra, lavoro con entusiasmo per il bene dei poveri e sfortunati lebbrosi; così, a poco a poco, e senza tanto rumore, continuo facendo il bene.

Dalle lettere del San Damiano al suo Padre Generale

Trovo la forza nel Sacramento ogni mattina. Lì capisco che devo rinunciare ad ogni ambizione umana. E’ il pane quotidiano per un prete come me. Per un sacerdote come lei…La Comunione è il pane del sacerdote. Me ne cibo e mi sento felice, contento, dolcemente rassegnato a questa situazione un po’ eccezionale nella quale la Provvidenza di Dio ha pensato bene di collocarmi. L’Eucarestia è per me – e per tutti noi – lo stimolo vivo che mi porta a rinunciare ad ogni ambizione terrena o che il mondo può darmi. Mi sembra che senza la presenza continua del nostro Maestro nella mia povera cappella, io non avrei mai accettato di legare la sorte della mia vita alla sorte dei lebbrosi di Molokai.

4) SILENZIO E MEDITAZIONE PERSONALE

5) PREGHIERA CORALE

La nostra risposta alla Parola.

Gesù entra anche oggi nella nostra esistenza e ci dice con fermezza: «Io sono il pane della vita». Noi abbiamo bisogno di questo nutrimento, abbiamo bisogno di assimilare questa presenza d’amore che plasma la nostra vita, che ci dona ogni giorno la forza di offrire noi stessi per la vita dei fratelli, così come fece il San Damiano

Diciamo insieme: Noi ti adoriamo, Signore Gesù.

Nel segno del pane consacrato.

Nel pane che dà la vita al mondo.

Nel pane del servizio e dell’amore oblativo.

Nel pane del sacrificio più puro e totale.

Nel pane della risurrezione e del perdono.

Nel pane come presenza di pace sicura.

Nel pane elevato sul mondo come salvezza.

Nel pane di comunione e di fraternità.

Nel pane che viene spezzato per la liberazione dell’uomo.

Nel pane che toglie il peccato del mondo.

Nel pane che vince il dolore e la morte.

Nel pane che nutre il ricco e il povero.

Nel pane che santifica e rigenera.

Nel pane esposto per la nostra contemplazione.

Nel pane che continua la tua incarnazione.

Nel pane che Maria, la madre, elargisce ai suoi figli.

Nel pane che fa della nostra vita una perenne Eucaristia.

Nel pane che sostenne molti cristiani nel martirio.

Nel pane che ha dato numerosi santi alla tua Chiesa.

Nel pane che ogni sacerdote offre sui tuoi altari.

Tu o Signore sei il mio pane e senza di Te non posso vivere,
non saprei dove andare senza di Te,
non saprei cosa fare e cosa dire, senza di Te.
Signore, Tu sei il mio nutrimento,
Tu sei la forza per la quale Tu mi darai la grazia
di spezzare con i fratelli questo nutrimento,
giorno per giorno.
Saremo anche noi il pane del Signore,
pane distribuito, pane diventato ostia di umiltà. (Carlo Maria Martini)


6) IL GESTO SI FA MANDATO E IMPEGNO

    Vogliamo accogliere la testimonianza del San Damiano de Veuster: fare dell’ Eucarestia la nostra forza, il nostro sostentamento in tutte le situazioni in cui siamo chiamati a vivere: di dolore e di gioia, di solitudine o di fraternità. A questa testimonianza fanno eco le parole che Benedetto XVI rivolse a tutti i giovani presenti a Colonia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù: Il Corpo e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo, consanguinei di Lui. Tutti mangiamo l'unico pane, ma questo significa che tra di noi diventiamo una cosa sola. L'adorazione, abbiamo detto, diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte a noi, come il Totalmente Altro. È dentro di noi, e noi siamo in Lui…Se pensiamo e viviamo in virtù della comunione con Cristo, allora ci si aprono gli occhi. Allora non ci adatteremo più a vivacchiare preoccupati solo di noi stessi, ma vedremo dove e come siamo necessari. Vivendo ed agendo in Cristo, con Lui e in Lui, ci accorgeremo ben presto che è molto più bello essere utili e stare a disposizione degli altri che preoccuparsi solo delle comodità che ci vengono offerte. Io so che voi come giovani aspirate alle cose grandi, che volete impegnarvi per un mondo migliore. Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo, che aspetta proprio questa testimonianza dai discepoli di Gesù Cristo e che, soprattutto mediante il vostro amore, potrà scoprire la stella che noi seguiamo. Andiamo avanti con Cristo e viviamo la nostra vita da veri adoratori di Dio! Amen.

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