Oltre i confini

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La prima parte di questo incontro di preghiera, centrato sulla figura di Giona, "profeta ribelle".

Canto

Guida Prima di iniziare questo momento d'incontro con il Signore, chiediamo che venga a visitarci il suo Spirito perché, purificati nel cuore, ci apriamo all'ascolto della sua parola e il nostro cuore si dilati fino alle dimensioni del mondo.

Lettore Signore, Parola del Padre, che squarci l'eterno silenzio e vieni a risuonare nell'inquieto frastuono del nostro cuore: abbi pietà di noi.

Tutti Signore pietà.

Guida Cristo, luce del mondo, che poni in ogni cuore una scintilla della tua realtà, affinché possa essere fiaccola che brucia nella notte oscura: abbi pietà di noi.

Tutti Cristo pietà.

Guida Signore, esegeta del Padre, che sveli il mistero nascosto taciuto per secoli e offri a tutti il lieto annunzio di salvezza: abbi pietà di noi.

Tutti Signore pietà.

A questo punto si può introdurre solennemente la bibbia, preceduta da un mappamondo (o altro simbolo, che richiami all'universalità). Intronizzata la Scrittura e posto il mappamondo al centro, questo può essere circondato da una serie di piccoli lumi, simbolo dell'attenzione con cui Dio avvolge tutti i popoli.

Guida Interrogando la Scrittura e, in particolare il libro del profeta Giona, vogliamo comprendere cosa il Signore suggerisce al nostro modo di intendere la missione, per metterci all'ascolto della sua volontà e cercarla di attuarla. Il primo cammino da compiere parte dal nostro cuore: è da lì che prende mossa la missione universale, che si rivolge a tutti, senza distinzione.
La vera conversione passa sempre attraverso la notte oscura, per la via della croce, del dolore, della solitudine, del buio più totale... come sono stati i tre giorni passati da Giona nel ventre della balena; come i tre giorni passati dal Signore Gesù nel cuore della terra, dopo la sua morte. La missione diventa efficace se i primi ad essere evangelizzati dal Signore sono gli stessi inviati.

Lettore Dal libro del profeta Giona.
La parola del Signore fu rivolta a Giona per la seconda volta. Gli disse: "Sù, va' nella grande città di Ninive e annunziale il messaggio che io ti dico!". Giona si mise in cammino per andare a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, lunga tre giorni di cammino. Giona, dopo essersi inoltrato in città per il cammino di un giorno, proclamò: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!". I niniviti credettero a Dio e proclamarono un digiuno, vestendosi di sacco, dai più grandi ai più piccoli. Quando la notizia arrivò al re di Ninive, egli si levò dal suo trono, si tolse di dosso il manto reale, si vestì di sacco e andò a sedersi sulla cenere. Egli fece bandire in Ninive, per decreto del re e dei suoi grandi: "Uomini e bestiame, grande e piccolo, non gusteranno alcunché, non pascoleranno e non berranno acqua! Ci si copra di sacchi e si invochi Dio con forza! Ognuno si converta dalla sua condotta cattiva e dalla violenza di cui ha macchiato le mani! Chissà che Dio non si ravveda e cambi, cosicché receda dall'ardore della sua ira e non periamo!". Dio vide le loro azioni, che cioè si erano convertiti dalla loro cattiva condotta. Dio allora si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.
(Gn 3, 2-10)

Tutti (a cori alterni)

Dall'abisso a te grido, o Signore:
Signore, ascolta la mia voce;
siano attente le tue orecchie
alla voce della mia preghiera.

Se le colpe tu consideri, o Signore,
chi potrà sussistere?
Ma presso di te c'è il perdono,
in vista del tuo timore.

Spero, Signore, spera l'anima mia;
attendo la sua parola.
L'anima attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.

Attendi il Signore, o Israele, poiché
con il Signore c'è la misericordia,
abbondante è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Guida Dio richiama Giona al suo compito: questa volta, il profeta obbedisce al comando di Dio. Ma non è del tutto convinto della missione da compiere, il suo atteggiamento è reticente; fa fatica a passare dall'"io" al "tu" di Dio, dalla notte al giorno, dalla morte alla resurrezione; è ancora avvinto nel suo mondo di pensare, impigliato nelle maglie della sua umanità. Egli non pensa ancora come Dio.

1° Lett. La missione secondo Dio è ben diversa da quella dell'uomo; per questo chiede ai tanti Giona, di ieri e di oggi, di convertirsi e cambiare atteggiamento, poiché la tentazione di sempre è di incasellare la grazia di Dio nei confini ristretti del proprio tornaconto, nel proprio modo di vedere le cose.

2° Lett. Com'è lontano Giona dal cuore di Dio, che è clemente e misericordioso, si commuove quando gli uomini si convertono. E non importa di quali uomini si tratti o a quale popolo appartengano.

1° Lett. La visione universale della misericordia di Dio, l'annuncio della buona novella devono essere portati a tuttii, perché solo in Gesù Cristo c'è salvezza e l'uomo ne ha bisogno. Pietro, alle persone che sono riunite nella casa di Cornelio, così dirà: "In verità, sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto" (At 10, 34).

Canto

Lettore Dal libro del profeta Giona.
Ma ciò dispiacque molto a Giona, che si irritò. Egli pregò il Signore e disse: "Deh, Signore! Non era forse questo il mio pensiero, quando ero ancora nel mio paese? Per questo io la prima volta ero fuggito a Tarsis, perché sapevo che tu sei un Dio pietoso e misericordioso, longanime e di molta grazia e che ti penti del male! Or dunque, Signore, prendi la mia vita, perché è meglio per me morire che vivere!". Il Signore rispose: "È giusta la tua collera? ". Allora Giona uscì dalla città e si sedette di fronte alla città. Si costruì una capanna e vi sedette dentro all'ombra, per vedere cosa sarebbe capitato alla città. Ma il Signore Dio procurò un ricino che crebbe al di sopra di Giona, perché vi fosse ombra sopra la sua testa e fosse liberato dal suo male. Giona si rallegrò molto del ricino. Al sorgere dell'aurora del giorno dopo, Dio inviò un verme; esso rose il ricino che si seccò. Quando spuntò il sole, Dio procurò un turbinoso vento orientale, cosicché il sole dardeggiò sulla testa di Giona. Egli si sentì venir meno e chiese di morire dicendo: "È meglio per me morire che vivere!". Dio disse a Giona: "È giusto che tu sia irritato per il ricino?". Rispose: "Sì, è giusto che io mi irriti fino a morirne!". Il Signore soggiunse: "Tu hai compassione del ricino, per il quale non hai faticato e che non hai fatto crescere; poiché in una notte è sorto e in una notte è finito! E io non dovrei avere pietà di Nìnive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?". (Gn 3, 1-11)

Pausa di riflessione e silenzio.

Guida Chiediamo al Signore di essere generosi nel trasmettere quell'amore che ha invaso il nostro cuore.

1° Lett. A Giona sembra che il Signore abbia privato la sua vita di significato, mostrando clemenza, anziché ardore e vendetta per agli abitanti di Nìnive. Il suo rancore è talmente forte, da chiedere la morte. Giona ancora non è capace di amare, il suo cuore batte solo per se stesso; di fronte alla missione che Dio gli ha affidato, non c'è spazio per l'altro; è meglio la morte. Ma l'Amore è più forte della morte.

2° Lett. Il missionario deve scoprire il senso profondo della sua vocazione: uscire da un contesto limitato per perseguire un ideale che ha come orizzonte il mondo intero. La missione, oggi, chiede di passare da un'attività di convertire, a una proposta di vicinanza con Dio; segnata, dunque, da una dimensione di dialogo, preghiera, condivisione; in altre parole, di Amore per un Dio che ama tutti.

La preghiera del Padre nostro verrà recitata accompagnandola con gesti, che ci aiutano ad essere più consapevoli di ciò che chiediamo.

Tutti Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.

Allarghiamo le braccia, in segno di invocazione e attesa.

1° Lett. Signore, eccoci davanti a te, che sei il padre buono, il padre di tutti. Tendendoti le braccia, ti diciamo che siamo contenti di essere tuoi figli ed essere stati chiamati a collaborare con te, per costruire il tuo Regno.

Tutti Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra.

2° Lett. Signore, vorremmo che la felicità e l'amore che provengono da te arrivassero al mondo intero. Fa' che il nostro cuore non abbia paura di allargarsi a tutti gli uomini e amarli come li ami tu.

Tutti Dacci, oggi, il nostro pane quotidiano.

Tendiamo le braccia in avanti, nell'atteggiamento del povero che chiede...

1° Lett. Dona, a tutti, Signore, il pane per vivere e metti in noi la sollecitudine per i poveri, i lontani, gli oppressi; fa' che siamo coerenti, nelle nostre scelte, con uno stile di vita sobrio e fiducioso della tua provvidenza.

Tutti Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Ora ci scambiamo il segno della pace.

2° Lett. Donaci, Signore, la gioia di sentirci perdonati da te, anche quando siamo stati inoperosi del tuo Regno e abbiamo, così, impoverito la vita della tua chiesa, della nostra comunità, della nostra famiglia. Rendici capaci di perdono e riconciliazione, in un mondo diviso e lacerato da tante discordie.

Tutti E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Allarghiamo le braccia, in segno di liberazione.

1° Lett. Signore, aiutaci a fuggire la tentazione di rinchiuderci, di dividere le persone, di pensare solo ai nostri problemi, di non guardare ai bisogni del mondo. Liberaci dall'egoismo, dal disinteresse per gli altri, da ogni forma di razzismo. Donaci un cuore grande, capace di grandi orizzonti.

Ci fermiamo ancora un po' in silenzio, per riflettere su ogni espressione pregata.

Guida Signore, questi "altri" così numerosi,
così diversi, così svariati, così difficili
che ci hai messo vicini, non li hai
piantati qui per bellezza, per fastidio,
per stimolare la nostra curiosità.
Tu vuoi che viviamo insieme,
per costruire un mondo più vivo,
più unito, più tuo.
Tu vuoi che viviamo insieme
prendendoci per mano,
donando a tutti e ricevendo da tutti.
Aiutaci, Signore, in questo cammino,
perché la nostra vita non sia
come la sciadi una barca sul mare.
Amen. (T. Lasconi)

Canto

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