PREGHIAMO CON GIUSEPPE ALLAMANO LA SPERANZA

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1. Allargare il cuore alla speranza

Giuseppe Allamano esortava frequentemente i suoi missionari e missionarie ad allargare il cuore alla speranza, perché il cuore di Dio è più grande del nostro. La speranza è la virtù degli ardimentosi - affermava sovente - di coloro che non accettano nella loro vita l’immobilità, che hanno orizzonti ampi, che con coraggio affrontano le sfide quotidiane come nuove opportunità. Il cristiano infatti non dovrebbe avere paura di allineare le proprie attese e i propri sogni a quelli di Dio che “vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4).

Dallo zio S. Giuseppe Cafasso, Allamano ereditò questo sguardo positivo su se stesso, sull’ambiente circostante e sulle persone con cui veniva a contatto nel suo ministero sacerdotale. Eppure quelli erano tempi in cui l’influsso del rigorismo giansenista d’oltralpe si faceva sentire anche nella città di Torino, bandendo dalla vita cristiana ogni atteggiamento di misericordia, benignità e bontà. Anche la virtù della speranza sembrava non avere spazio nell’insegnamento teologico e nella catechesi alle comunità cristiane.

Pure la società odierna fatica a trovare delle ragioni per sperare. Coloro che mettono la propria fiducia nel Dio della Bibbia hanno allora più che mai il dovere di «rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in loro» (1 Pietro 3,15). Spetta a loro cogliere ciò che la speranza della fede contiene di specifico, per poter viverlo e donare agli altri. Lo sottolinea anche Benedetto XVI nell'enciclica Spe salvi: “Noi abbiamo bisogno delle speranze – più piccole o più grandi – che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l'universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere” (Spe salvi 31).

 

2. La Parola di Dio

Salmo 124 - Protezione di Dio


Chi confida nel Signore è come il monte Sion:

non vacilla, è stabile per sempre.

I monti cingono Gerusalemme:

il Signore è intorno al suo popolo

ora e sempre.

Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi

sul possesso dei giusti,

perché i giusti non stendano le mani

a compiere il male.

La tua bontà, Signore, sia con i buoni

e con i retti di cuore.

Quelli che vanno per sentieri tortuosi

il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi.

Pace su Israele!

 

3. scoltiamo la parola del Beato Allamano

«La fiducia è una confidenza amorosa nella Divina Provvidenza che ci accompagna in ogni passo della nostra vita. Abbandoniamoci in Dio e lasciamo tutto nelle sue mani. Egli è padre e fa tutto per il nostro meglio. Non si deve temere mai né per l’Istituto, né per ciascuno in particolare. In tutto, anche nelle più piccole cose, solleviamoci a Dio e confidiamo in Lui solo, qualunque sia il corso degli avvenimenti. Non fondiamo la nostra confidenza nei mezzi umani che sono in noi: talento, forze, virtù, ecc., o che sono negli altri. Facciamo sempre quello che possiamo da  parte nostra,  poi  lasciamo tutto nelle mani del Signore, senza timore. Egli lascia mai l’opera a metà» (CVV 94)

«La speranza più esimia, più robusta si chiama confidenza. La confidenza è come la quintessenza della speranza. Essa ci è necessaria per coprire la sproporzione che passa tra il nostro nulla e l’altezza della nostra vocazione... La confidenza è necessaria a tutti. È necessaria ai cattivi per rialzarsi dai vizi e mettersi con coraggio sulla via della virtù: Mi alzerò e andrò da mio Padre” (Lc 15,18). È necessaria ai tiepidi per scuotersi e infervorarsi: “Buono è il Signore verso chi lo cerca” (Lam 3,25). Ma più, direi, è necessaria ai fervorosi. Lo è per non scoraggiarsi davanti alle richieste di Dio, come per non perdersi d’animo nelle frequenti cadute, nei difetti e peccati che si commettono» (CVV 93).

«L’essenziale è ricavare del bene da tutto. S. Paolo ci assicura che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm  8,28). Sì,  tutto, anche i peccati, quando c’è la buona volontà. Da tutto, anche dal peccato, si può ricavare del bene, quando siamo umili» (CVV 93).

«Il pensiero del paradiso deve essere vivo nella nostra mente. È un tale pensiero che ha fatto i santi, che popolò i deserti di eremiti, le case religiose di consacrati e i paesi di missione di ferventi missionari. Vedete, questo pensiero opera in noi grandi effetti» (CVV 92).

 

4. Rifletto sul salmo 124 e interrogo me stesso in silenziosa preghiera

Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. In tutta la Bibbia, Dio è il riferimento sicuro della fiducia umana, sicuro come una roccia, come il monte Sion. Solo su di lui il popolo d’Israele può edificare la propria storia che avrà così un fondamento solido, capace di affrontare qualsiasi avversità. La roccia, il monte Sion, la rupe, non sono appellativi di inerzia ma di salvezza: «Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare» (Salmo 62, 3).

Su chi e su che cosa pongo la mia fiducia, l’appiglio sicuro che mi fa procedere sereno nel cammino della vita? È la fiducia filiale in Dio la mia forza intima su cui costruisco costantemente il mio presente e progetto il mio futuro?

I monti cingono Gerusalemme, il Signore è intorno al suo popolo, ora e sempre. La bella immagine di Gerusalemme, circondata e difesa dalle montagne, non può non ricordare l’abbraccio di Dio-Padre per ciascuno dei suoi figli. La speranza nasce dal mio rapporto con Dio che considero Padre amoroso, pieno di cura e di attenzione per me.

Com’è il mio rapporto con Dio? Lo considero “Padre amoroso”, oppure lo sento ancora distante da me e lo vedo piuttosto come giudice severo?

La tua bontà, Signore, sia con i buoni e con i retti di cuore. Ecco la sorgente della speranza biblica. Se Dio è buono e non cambia mai il suo atteggiamento verso di noi né ci abbandona, allora, qualunque siano le difficoltà - se il mondo così come lo vediamo è talmente lontano dalla giustizia, dalla pace, dalla solidarietà e dalla compassione - per noi non è più una situazione definitiva. L’amore di Dio può capovolgere ogni situazione che apparentemente spinge a “di-sperare”.

Pace su Israele!. Il salmo 124 si conclude con il classico augurio del pio Israelita: Shalom, pace! È il saluto di speranza e uno sguardo rivolto con fiducia al futuro. Questa speranza è tante volte espressa con la nozione di promessa. Quando Dio entra in relazione con gli esseri umani, questo va generalmente di pari passo con la promessa di una vita più grande, di un futuro migliore. La promessa è una realtà dinamica che opera delle possibilità nuove nella vita umana. Questa promessa guarda verso l’avvenire, ma si radica in una relazione con Dio che mi parla qui e ora, che mi chiama a fare delle scelte concrete nella mia vita. I semi del futuro si trovano sempre in una relazione presente con Dio.

 

5. Trasformo in preghiera le parole di alcuni testimoni della speranza del Beato Allamano

«Giuseppe Allamano era sostenuto da una forte speranza che lo accompagnò per tutta la vita. Di questa virtù aveva alta stima e ce ne faceva apprezzare l’importanza».

Signore, la tua presenza nella mia vita alimenti costantemente la mia speranza. Che io sappia ogni giorno guardare in avanti con infinita fiducia nel tuo amore che sempre mi accompagna. E che sia capace di influenzare anche gli altri con il mio atteggiamento ottimista.

«Voleva che fosse bandito da noi ogni scoraggiamento, che è un perdere tempo che dispiace a Nostro Signore, e diceva con ardore: “Paradiso”... Paradiso... guardare al Paradiso, volerlo guadagnare a qualunque costo... essere sicuri di andarvi... Tirare la mira su ben in alto».

Signore, fa di me una persona ben ancorata nel futuro, capace di vivere con sereno impegno il presente che il tuo amore mi elargisce. Sia il Paradiso, che nella tua bontà hai riservato per me, la stella polare che mi guida nella fatica del cammino, mentre con fiducia spargo tanti semi di un mondo rinnovato che, al momento opportuno, porteranno il loro frutto.

«G. Allamano incontrò certamente delle difficoltà, che non erano né lievi, né poche. Ma si può ben dire che quanto più numerose e maggiori erano queste difficoltà che si avanzavano sul sentiero, tanto maggiore e più viva era la fiducia che egli riponeva nel Signore, pienamente certo che il Signore non avrebbe mancato di favorirlo dei suoi aiuti».

Signore Gesù, noi sappiamo che la tua croce non è maledizione, ma apertura verso prospettive nuove di vita. Fa che io sappia attingere dalle tua croce la fiducia profonda che ogni mio dolore, vissuto con te, è sorgente di vita per me, il prossimo e il mondo intero.

 

6. Chiedo a Maria il dono della speranza e della fiducia in Dio

Ave stella del mare,
madre gloriosa di Dio,
Vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo.

"L'ave» del messo celeste
reca l'annunzio di Dio,
muta la sorte di Eva,
reca al mondo la pace.

Spezza i legami agli oppressi,
rendi la luce ai ciechi,
scaccia da noi ogni male,

chiedi per noi ogni bene.

Mostrati Madre per tutti,
porta la nostra preghiera,
Cristo l'accolga benigno,
lui che si è fatto tuo Figlio.

Vergine santa fra tutte,
dolce regina del cielo,
rendi innocenti i tuoi figli,
umili e puri di cuore.

Donaci giorni di pace,
veglia sul nostro cammino, 
fa che vediamo il tuo Figlio,
pieni di gioia nel cielo.

Gloria all'altissimo Padre,
Gloria al Cristo Signore,
Gloria allo Spirito Santo,
l'inno di fede e di amore. Amen.

 


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