Dopo qualche giorno dedicato alla spiritualità, la seconda parte dell'incontro dei Missionari della Consolata che lavorano in Asia è stata caratterizzata dalla Conferenza Regionale che si è svolta dal 15 al 18 ottobre 2023. In particolare il martedì 17 ottobre si è eletto il nuovo Superiore Regionale: P. Clement Kinyua Gachoka. Lui svolgerà il suo servizio insieme con coloro che già facevano parte del consiglio: P. Kyoung Ho (Pietro) Han, come Vice Superiore Regionale, e P. Dieudonné Mukadi come Consigliere. La conferenza si è conclusa la sera di mercoledì 18 ottobre con un intervento della Direzione Generale che ha sottolineato l'importanza del promuovere lo spirito di fraternità e l'impegno a favore della missione. In particolare p. James Lengarin, Superiore Generale, ha sottolineato l'unicità della regione asiatica e la necessità di una riflessione personale e comunitaria sulla nostra identità e missione ad gentes.
Dopo la conferenza alcuni missionari sono ritornati nelle loro comunità e luoghi di lavoro ma il gruppo dei più giovani, con meno di dieci anni di ordinazione, si sono recati al Seminario Maggiore Cattolico di Taipei, dove hanno iniziato un incontro di formazione permanente di tre giorni. Si trattava di condividere le sfide che la missione dell'Asia offriva loro e pensare anche a possibili risposte, strategie e soluzioni.
In un primo momento abbiamo ascoltato le nuove esperienze di p. Matthews Odhiambo IMC, di p. Raphael dell'arcidiocesi di Taipei e di Augustine, un laico cristiano convertito dal buddismo.
Sabato 21 ottobre è stata l'occasione di una gita di carattere culturale nella città di Taipei: abbiamo visitato il Tempio di Confucio; il Chiang Kai-shek Memorial Hall (costruito in onore di Kai Shek, lider nazionalista cinese e artefice dell'attuale -e conflittiva- "indipendenza" di Taiwan) e anche l'iconico edificio Taipei 101, il più alto di Taiwan e uno dei più alti al mondo.
Domenica 22 ottobre, giornata missionaria mondiale, abbiamo partecipato alla Messa con gli immigrati filippini a Zhongli, nella diocesi di Hsinchu. Con loro abbiamo celebrato questa domenica con respiro universale e il padre Kenneth Oriando nell'omelia ha detto: "Grazie al Battesimo, tutti siamo missionari; anche voi migranti dalle Filippine, dovete usare il dono della fede che avete ricevuto dallo Spirito Santo per testimoniare Cristo a Taiwan. Oggi, voi e noi sacerdoti siamo missionari a Taiwan". Il gruppo ha poi condiviso il pranzo con gli immigrati e sono ripartiti per la Corea e la Mongolia i missionari che lavorano là.
È stato un momento meraviglioso per pregare, pianificare, condividere, scherzare e sognare insieme come fratelli. Il salmista dice meglio: "Quanto è bello e piacevole quando i fratelli vivono insieme nell'unità!" (Salmo 133). Grazie a tutti.
Ogni mercoledì sera abbiamo un gruppo di condivisione sulla Bibbia e ogni volta cerchiamo di coinvolgere persone nuove. Il gruppo è aperto a tutti, non occorre il certificato di battesimo. Uno dei più assidui frequentatori da tre anni a questa parte è di certo il signor Jiang , regista televisivo in pensione, che da quando si è convertito al cristianesimo è impegnato a tempo pieno alla diffusione del messaggio di Gesù Cristo. Nel frattempo ha anche pubblicato due libri venduti in ogni libreria taiwanese e la sua personalità straripante lo ha reso ancora più famoso nel mondo dei media dell'isola.
Il signor Jiang ci dice convinto: "Due anni fa sono stato battezzato, ed è stata una delle esperienze più intense e più belle della mia vita. Non avevo dieci 10 e nemmeno 22, avevo già 58 anni ed ero già in pensione. Ho sempre fatto il regista televisivo e ho scoperto, tramite i programmi che producevo in televisione, anche storie di credenti. Credenti in Gesù Cristo e nel suo amore. E mi avevano colpito molto: mi chiedevo sempre dove trovavano quelle persone l'energia per fare tutto quel bene? Era questo che mi colpiva".
Voleva scoprire di più la religione cristiana: "Pensavo che l'avrei fatto quando sarei andato in pensione. Ma credo che Dio Padre avesse altri progetti per me. E mi ha mandato un regalo. A dir la verità a quel tempo non pensavo proprio fosse un regalo. Mi ero ammalato di cancro e quella esperienza di malattia è ciò che oggi considero un regalo".
All'inizio è stata dura, fisicamente e psicologicamente: "Proprio in quei mesi ho cominciato a pensare alle storie dei credenti che avevo messo in onda in televisione. Gente semplice ma tenace, che vedeva la chiamata di Dio anche nei momenti difficili. Forse soprattutto nei momenti difficili. Ho affrontato le cure e i momenti bui. Ma, grazie alla medicina ed anche ad una forza interiore inaspettata, a poco a poco mi sono concentrato, rasserenato e rimesso in piedi".
A partire da quell'esperienza, racconta ora, "di sicuro capisco molto di più l'angoscia di chi soffre. E se posso fare anche solo un pezzo di strada con chi ha problemi fisici, morali o psicologici, mi sento più umile e più pronto alla condivisione. La pagina che mi piace di più del Vangelo è quella dei discepoli di Emmaus: quando tutto sembrava perduto, Gesù si è messo semplicemente a camminare con loro e li ha ascoltati, erano così disorientati. Poi ha dato loro molto coraggio. Credo che Gesù abbia fatto la stessa cosa con me: mi ha dato coraggio quando credevo che la luce della mia vita si stesse per spegnere per sempre".
Per questo dice che Dio gli ha fatto un regalo: "Adesso sento un'energia fortissima dentro di me. Voglio imparare nuove cose, comunicare le storie nascoste ma importanti che grazie al mio lavoro scoprivo di settimana in settimana. Perché in fondo anche 'il lavoro' di Dio è sempre consistito nel comunicare un messaggio di speranza quando sembra che non ce ne sia. In questa maniera sento che le storie del Vangelo, che sono di un'ispirazione molto profonda, continuano a ripetersi anche oggi".
Il signor Jiang lavora gratis in due università per formare nuovi registi e direttori di studio televisivo, soprattutto offrendo loro consigli e ispirazione per i loro progetti cinematografici. "Mi ricordo che avevo bisogno di punti di riferimento e di storie significative quando iniziavo la mia professione. Spero di trasmettere ai giovani almeno qualcosa di quello che ho sperimentato in questi anni. Voglio dire loro: non arrendetevi mai, niente vi può sconfiggere!".