Negli ultimi mesi in Colombia è continuato lo stillicidio di uccisioni di civili ma soprattutto di leader sociali vittime di un conflitto decennale che stenta a risolversi, malgrado la conclusione dei dialoghi di pace. Negli ultimi due anni la situazione sembra decisamente peggiorata: secondo l'Instituto di Studi sullo Sviluppo e la Pace INDEPAZ, In Colombia nei primi mesi del 2022 ci sono già state 94 vittime e nei due anni precedenti gli omicidi sono stati  338 (2021) e 381 (2020).

A tutto questo contribuiscono i fallimenti e le lentezze delle riforme sociali concordate alla fine dei dialoghi di pace ma realmente mai attuate in modo opportuno e sufficiente; il tentativo di controllare militarmente ampie porzioni di territorio da parte di gruppi al margine della legge e dediti al lucrativo negozio del narcotraffico; una campagna presidenziale come in altre occasioni estremamente polarizzata ma con la novità di un candidato di sinistra in vantaggio nei sondaggi e con serie possibilità di essere il prossimo presidente della repubblica.

Come sempre il maggior numero di vittime le mettono i più poveri, spesso appartenenti a minoranze etniche che si sono organizzate e stanno ottenendo un margine sempre maggiore di consenso e finisco per opporsi ai poteri fattici di sempre.

È accaduto alla fine di marzo l’ultimo triste episodio. Siamo nella zona amazzonica, sulla frontiera con il Perú e l’Ecuador, nella regione del Putumayo dove ormai da decenni lavorano i Missionari della Consolata. Undici morti per adesso accertate (con ancora un numero incerto di dispersi) caduti in uno scontro a fuoco con l’esercito che, secondo il ministro della difesa, erano parte di un gruppo narcoguerrigliero e invece per le autorità indigena che hanno esposto varie denunce, si trattava semplicemente di abitanti di vari villaggi fluviali che si erano riuniti per celebrare una festa e un torneo di calcio. 

Fra di loro anche Pablo Panduro che era governatore (la massima autorità locale nel mondo indigena) oltre che catechista della comunità cristiana del suo villaggio. 

A Puerto Leguízamo un nutrito gruppo di persone si sono strette attorno alla sua famiglia in occasione del funerale, Pablo per il suo impegno era abbastanza conosciuto anche dalle autorità locali. Assieme a lui è stato sepolto anche Brayan Santiago Pama, di appena 16 anni e studente in una delle scuole superiori della cittadina. Anche lui vittima di questa oscura vicenda è stato accompagnato dai suoi compagni di scuola che si sono fatti sentire a chiare lettere nella breve manifestazione posteriore alla messa funebre. 

Presieduta da Mons. Joaquín Pinzón, Missionario della Consolata e Vicario Apostolico di quel vasto territorio amazzonico, hanno partecipato anche tutti i missionari che lavorano in quel centro urbano sperduto nell'Amazzonia colombiana. 

Le foto che accompagnano questa notizia sono state pubblicate nella pagina Facebook del Vicariato. 

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I compagni di scuola di Brayan Santiago

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Mons. Joaquín Pinzón presiede la messa

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La presenza delle autorità indigene che hanno esposto varie denunce

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