“Se tutti i soggetti interessati sapranno accettare con coraggio la giustizia, la libertà, e la verità come pilastri della pace e se le religioni sapranno creare ponti tra individui, popoli e culture, allora potremmo essere ancora segno di speranza per l’umanità. Solo così Adriatico e Ionio, Puglia e Italia e le altre sponde dei nostri mari torneranno ad essere luoghi di comunione per tutti”. Un appello forte per la pace nel Mediterraneo e per l’accoglienza dei migranti - riferisce l'agenzia Sir - è stato lanciato questa mattina dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella Lectio magistralis pronunciata nella basilica di San Nicola a Bari, dove gli è stato conferito il premio ecumenico San Nicola nel giorno dell’inaugurazione della Facoltà teologica pugliese.
Forte appello all'Ue sull'emergenza immigrazione
Il Patriarca che, quest’anno con Papa Francesco si è recato a Lesbo, è tornato a parlare dell’emergenza immigrazione. Il Patriarca ha lanciato una forte denuncia all’Ue: “La stessa Unione europea ha faticato a comprendere la grande valenza del Mediterraneo e la sua portato storico-religiosa, stritolata tra laicizzazione e secolarizzazione”.
Il Mediterraneo è diventato la tomba di tanti fratelli e sorelle che sognavano una vita migliore
“Il Mediterraneo, il mare dell’incontro e della cultura, della convivenza di religioni e popoli – ha detto -, si è trovato improvvisamente attraversato da ondate di disperati che fuggono da guerre, dal fondamentalismo religioso, apparso sulla scena Medio-Orientale, da carestie, prodotte troppe volte dalla ingordigia di pochi a scapito di molti, da tirannie che rendono impossibile la vita, dalla mancanza dei più elementari beni di sopravvivenza”. Il Patriarca ha quindi chiesto come i cristiani delle diverse Chiese possono “alimentare i principi di Dialogo, Amore e Pace, in un mondo sconvolto e davanti ad un mare che è diventato la tomba di tanti Fratelli e Sorelle che sognavano una vita migliore”.
La giustizia tra le nazioni prevalga sugli interessi dell'economia mondiale e della globalizzazione
“Crediamo – ha aggiunto – che il ruolo delle Religioni divenga fondamentale nel creare, avviare e consolidare un principio di comunione per la collaborazione e la comprensione reciproca, allontanando i fondamentalismi che si trovano in tutte le società e religioni. C’è necessità di ricreare la reciproca stima tra i popoli, superando diffidenze, violenza, stragi e genocidi. Bisogna che la giustizia sociale e la giustizia tra le nazioni prevalga sui meri interessi della economia mondiale e della globalizzazione più sfrenata, così da porre fine a migrazioni incontrollate. Nessuno lascia piacevolmente il proprio focolare domestico se non è proprio incalzato dalle necessità o dalla violenza. Allo stesso tempo ci vuole una economia di comunione che sappia accogliere, senza creare il malcontento sociale nei Paesi ospitanti”.
Un pensiero pieno di affetto del Patriarca per il “santissimo fratello” Papa Francesco
“Non possiamo dimenticare in questo solenne momento il fraterno amore e la stima che legano la nostra Modestia, vescovo della Nuova Roma, al Santissimo Fratello Vescovo della Chiesa della Antica Roma, Papa Francesco, a cui inviamo il nostro saluto ed il Bacio di Pace” ha detto il Patriarca il quale ha anche ricordato, andando a braccio, che l’ultima volta che si è incontrato con Papa Francesco è stato ad Assisi ed “era la sesta volta”. “Siamo molto commossi e grati per aver voluto attribuire al Patriarca ecumenico, l’importante riconoscimento del Premio ecumenico ‘San Nicola’”, ha poi aggiunto facendo riferimento al premio. “Lo accogliamo da una parte come un dono di Dio non solo per la nostra Modestia, ma come un riconoscimento alla Santa e Grande Chiesa martire di Cristo, il Patriarcato ecumenico, Primo Trono della Chiesa Ortodossa, che presiede nella carità e nella diaconia all’unità, la sinfonia delle Sante Chiese Ortodosse Autocefali Locali. E dall’altra parte, lo accogliamo come segno profetico dell’unità di tutte le Sante Chiese di Dio, il cui cammino teologico tra le nostre Chiese e l’amore, il rispetto e la collaborazione sono uno dei tratti fondamentali”. (R.P.)
Bartolomeo: un ruolo fondamentale delle religioni per creare comunione tra i popoli
(AsiaNews) –
Le religioni hanno un ruolo fondamentale “nel creare, avviare e consolidare un principio di comunione per la collaborazione e la comprensione reciproca, allontanando i fondamentalismi che si trovano in tutte le società e religioni”, per creare di nuovo rapporto tra i popoli. L’affermazione è stata al centro della Lectio magistralis tenuta questa mattina dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella basilica di san Nicola, a Bari, dove gli è stato conferito il premio ecumenico San Nicola, riconoscimento che la Facoltà teologica pugliese assegna ad eminenti personalità cattoliche ed ortodosse per il servizio reso alla promozione dell'unità dei cristiani.
Un premio che papa Francesco in un telegramma ha definito un “significativo riconoscimento” e un “segno di gratitudine” per il servizio reso da Bartolomeo “alla promozione di una sempre maggiore comunione tra tutti i credenti in Cristo”. Nel messaggio, indirizzato all’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, il papa si unisce “spiritualmente al carissimo fratello Bartolomeo nella venerazione del Santo Vescovo di Myra Nicola, le cui reliquie sono custodite a Bari da quasi mille anni, affidando alla intercessione di questo Pastore tanto amato in Oriente e in Occidente” la comune preghiera “per il desiderato raggiungimento della piena unità dei cristiani”.
Lo stesso Bartolomeo, nel ricevere il premio, ha detto che “lo accogliamo come segno profetico dell’unità di tutte le Sante Chiese di Dio, il cui cammino teologico tra le nostre Chiese e l’amore, il rispetto e la collaborazione sono uno dei tratti fondamentali”.
Nel suo intervento, Il Patriarca ha poi evidenziato l’aspetto “relazionale” della “esperienza comunionale” con Cristo. Essa “significa partecipare insieme della natura divina attraverso la grazia dataci da Dio a tutti gli aspetti della vita cristiana: alle benedizioni, alle prove e tribolazioni, alla consolazione, al sostegno, alla solidarietà, alla fraternità. Significa condivisione della fede, condivisione della spiritualità, pregare gli uni per gli altri, significa realizzare concretamente questa comunione delle nostre vite e metterla in pratica. Significa fare la esperienza di comunione nel dialogo, nella pace e nell’unità”.