Immigrati in Italia: in maggioranza cristiani, in calo i musulmani

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Sono in leggera diminuzione gli immigrati musulmani in Italia nel 2016, secondo quanto emerge dal rapporto del Cesnur, il Centro studi sulle nuove religioni. Al contrario di quanto viene detto da alcuni, non c'è alcuna "invasione islamica": gli immigrati di fede musulmana sono scesi a 1.609.000 nel 2016 dal 1.613.500 nel 2015. E su dieci immigrati, in media, cinque sono cristiani e tre musulmani. La maggior parte degli immigrati sono di fede cristiana o cattolica, il che - afferma il Cesnur - comporta un processo di ricristianizzazione di una società sempre più secolarizzata: nelle chiese del Paese, sempre meno frequentate da battezzati italiani, affluiscono fedeli dalle provenienze più disparate. Che rendono inoltre la Chiesa sempre più globalizzata. Francesco Gnagni ne ha parlato con il curatore del Rapporto, lo scrittore e sociologo, nonché fondatore e direttore dello stesso Cesnur, Massimo Introvigne: 

 

R. – Ogni anno il Cesnur rilascia un quadro statistico degli appartenenti a minoranze religiose. Nel 2016 i cittadini italiani che fanno parte di religioni diverse dalla cattolica sono un milione e 781 mila: pari al 3,2 per cento dei cittadini italiani e quindi in aumento rispetto ai 2,9 del 2015. E sono esponenti di 853 chiese, comunità o formazioni religiose diverse.

D. – C’è un leggero calo dell’immigrazione di tipo musulmana, è corretto?

R. – Il dato è che la maggioranza degli immigrati è composto da cristiani: gli immigrati cristiani - tra cattolici ed ortodossi e protestanti - sono sul totale degli immigrati il 53,8 per cento; contro un 32 per cento di immigrati musulmani, che è in leggero calo rispetto al 32,2 per cento del 2015. Tuttavia il fenomeno più importante e forse anche più interessante è questa netta prevalenza numerica di immigrati cristiani rispetto agli immigrati musulmani: qualche volta in tono polemico si parla di islamizzazione, ma c’è anche un fenomeno di ri-cristianizzazione: sono state osservate tante parrocchie in cui il numero di praticanti e anche di persone attive in parrocchia è cresciuta grazie ad immigrati che arrivano dal Perù, dalla Filippine; ci sono romeni cattolici, indiani cattolici, singalesi cattolici… E questo non è un fenomeno che riguarda solo i cattolici, perché riguarda anche le comunità protestanti che spesso sono rianimate e vedono crescere i loro effettivi per la presenza, appunto, di immigrati.

D. – Si potrebbe dire, in pratica, che il contributo degli immigrati in un certo senso è anche quello di avversare una tendenza alla secolarizzazione o comunque anche rinforzare la religiosità all’interno del Paese?

R. – Sicuramente questo è un fenomeno che è stato notato ben prima che da noi in altri Paesi: a Londra o a Parigi spesso i posti lasciati vuoti nelle comunità protestanti, ma anche nelle chiese cattoliche, da fedeli che scivolano fuori dal quadro della pratica, è preso da immigrati dall’Africa o dall’Asia, che spesso hanno un tasso di pratica molto più elevato. Fenomeni già visti e studiati in altri Paesi occidentali, dove ogni anno c’è qualche fedele di meno nelle chiese cattoliche e protestanti, ma dove questi posti vuoti, questi banchi vuoti sono riempiti dagli immigrati. Stiamo vedendo qualcosa di simile anche da noi – ripeto – sia nell’ambito cattolico, sia nell’ambito protestante.

D. – Si potrebbe quindi dire una chiesa o anche una religiosità sempre più internazionale e quindi anche sempre più globalizzata?

R. – Sì, una religiosità globalizzata. E – ripeto – a chi parla di islamizzazione si può dire che vi è anche una nuova cristianizzazione in tante località italiane, grazie appunto al contributo che gli immigrati danno alle comunità cristiane.

D. – Qual è la percezione diffusa riguardo al fenomeno migratorio?

R. – Questo è un dato interessante, perché da varie ricerche vediamo che mentre gli immigrati sono il 9 per cento dei presenti sul territorio, se si chiede agli italiani quanti pensano che siano, la cifra più ricorrente è quella del 20 per cento e quindi una cifra più che doppia rispetto al dato al reale. E poi se si chiede quale sia la religione più rappresentata fra gli immigrati: la stragrande maggioranza – più del 90 per cento degli intervistati – pensa che sia la religione musulmana, l’islam, e certamente sono pochissimi a sapere che invece  più della metà degli immigrati sono cristiani.

Last modified on Monday, 14 November 2016 08:01

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