L’accordo sul nucleare iraniano isola ancora di più il regime di Pyongyang

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L’accordo firmato a Vienna sul nucleare iraniano fa terra bruciata attorno al regime di Pyongyang, rimasto l’unico Paese al mondo ad essere dotato dell’arma nucleare e a non avere rapporti con la comunità internazionale. Lo affermano alcuni esperti a seguito dello storico accordo firmato lo scorso 14 luglio tra i Paesi del ‘5+1’ e la Repubblica islamica.

Molti analisti pensano che la riapertura dei dialoghi con Iran e Cuba (due avversari storici degli Stati Uniti) avvenuta negli ultimi tempi possa incoraggiare Washington nell’affrontare anche il problema nordcoreano. Secondo Park Myung-lim, che insegna Scienze politiche alla Yonsei University, i problemi spinosi risolti in modo convincente dall’amministrazione Obama “possono giocare un ruolo positivo per aumentare la pressione sulla denuclearizzazione della Corea del Nord”.

Allo stesso tempo però, nota Park, è probabile che il leader nordcoreano Kim Jong-un incrementi il programma nucleare, necessario “per affrontare problemi sia interni che esterni, come l’instabilità domestica, l’isolamento politico, l’economia povera e l'incremento dei rapporti tra Stati Uniti e Corea del Sud”.

Altri esperti sono invece del parere che l’accordo con l’Iran renderà Washington troppo impegnata per affrontare in tempi brevi il problema costituito da Pyongyang. Chang Yong-seok, analista dell'Institute for Peace and Unification Studies, è dubbioso circa il fatto che “gli Usa possano riaprire i colloqui con la Corea del Nord nel futuro prossimo, perché molti provvedimenti seguiranno per l’applicazione del patto con l’Iran, incluso il dibattito al Congresso [che deve approvare o meno l’accordo ndr]”.

Tutti gli analisti sono concordi nel considerare la situazione di Iran e Corea del Nord molto diverse. La Repubblica islamica è ancora membro del Trattato di non proliferazione nucleare mentre il regime dei Kim vi ha fatto parte dal 1985 al 1993 per ritirarsi in modo definitivo nel 2003.

In secondo luogo, Teheran ha dichiarato che il suo programma nucleare è per scopi pacifici mentre Pyongyang descrive sé stessa nella propria costituzione come un Paese nucleare e ha perseguito scopi militari in modo esplicito. L’Iran non ha mai condotto alcun test nucleare, mentre il regime del Nord li ha compiuti nel 2006, nel 2009 e nel 2013, affermando di essere entrata nella fase tecnica di “miniaturizzazione e diversificazione delle bombe nucleari”.

A questo si aggiunge il fatto che, mentre le sanzioni economiche hanno colpito l’Iran in modo severo – diminuendo in maniera drastica le entrate derivanti dal commercio del petrolio – l’economia della Corea del Nord, da molti anni isolata dal sistema internazionale, è più immune a provvedimenti di questo tipo.

Fonte: AsiaNews/Agenzie

Last modified on Sunday, 19 July 2015 11:41

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