L'argentino Adolfo Pérez Esquivel ricevette il premio Nobel per la pace nel 1980, mentre era incarcerato dalla Giunta militare al potere. A 88 anni mantiene uno sguardo attento alla “Patria grande” e ritiene che, in questo momento difficile, “la profezia” di papa Francesco sia la risposta per la crisi del Continente, che vive una generalizzata mancanza di giustizia e uguaglianza, e del mondo intero
L’America Latina sta vivendo il suo autunno più caldo da molti anni a questa parte: piazze piene, violenze e repressioni, repentini cambi di potere e fragili dialoghi. Non c’è quasi Paese, dal sud fino al Centroamerica, fino alle Antille, che non abbia conosciuto o non conosca proteste di piazza. Solo nelle ultime settimane, manifestazioni massicce hanno fatto tremare l’Ecuador, il Cile, la Bolivia. Ora ci è aggiunta, in modo inedito per la storia di quel Paese, anche la Colombia. I popoli si stanno svegliando? E’ la domanda che il Sir ha rivolto a un personaggio simbolo delle battaglie per la pace e la giustizia nel continente, il premio Nobel per la Pace argentino Adolfo Pérez Esquivel, che ricevette il riconoscimento nel 1980, mentre era incarcerato...