Qui in Marocco, paese musulmano, oggi è la più grande festa dell'anno: l’Eid detta anche festa del montone perché si celebra il ricordo del sacrificio di Abramo quando risparmiò il figlio Isacco.
Questa mattina alle 3,30 il muezzin ha chiamato alla preghiera. anch’io mi sono svegliato e siccome fa molto caldo in questo periodo, riaddormentarsi era impossibile. Così io ho celebrato alla stessa ora dei mussulmani il mattutino della festa del santi Pietro e Paolo.
È certamente una bella coincidenza, cristiani e mussulmani siamo in festa assieme.
Alle nove una sirena, che rimbombava in tutta la città ha dato il via hai festeggiamenti.
Il capo famiglia che ha comprato il montone lo sgozza alla presenza di tutta la famiglia dopo aver fatto una lunga preghiera. Anche noi con i nostri amici abbiamo pregato e poi, un ragazzo esperto, ha sgozzato il montone e l’ha disossato per bene. Alle undici la carne era pronta per la cottura.
Tutti i giovani presenti nella casa, che in questo periodo sono una sessantina, sono andati a pregare nella vicina moschea mentre i giovani cristiani preparavano i tavoli. Al ritorno ci siamo seduti tutti attorno la stessa tavola: un ragazzo fa la preghiera di ringraziamento in arabo e francese; si mangia assieme il piatto di riso e montone e così è presto ricreato quel clima di festa che ognuno avrebbe vissuto in famiglia. Malgrado la loro condizione difficile di migranti un buon gruppo di persone hanno vissuto un po di gioia e speranza nel futuro che da tempo non vivevano. Con i giovani cristiani questa sera alle 17 celebreremo la santa Messa in occasione della festa apostolica di Pietro e Paolo. È bello vivere la festa nella gioia della preghiera; è bello stare assieme cristiani e musulmani come fratelli. Ringraziamo il Signore!
* Padre Francesco Giuliani è Missionario della Consolata che lavora con migranti a Oujda (Marocco)