Papa Francesco ha incontrato una delegazione della Casa Hogar, un progetto per promuovere nella regione del Chocó in Colombia percorsi di formazione destinati alle donne. In occasione di questa visita è stata consegnata al papa questa lettera.
Roma, 4 giugno 2022
Caro Papa Francesco, la provincia del Chocó si trova nella parte occidentale della Colombia sulla costa del Pacifico. È l'unica regione del Paese con accesso sia all'Oceano Pacifico che all'Oceano Atlantico ed è riconosciuta dalle autorità scientifiche come uno dei luoghi con la maggiore biodiversità al mondo, la sua bellezza e la sua ricchezza sono davvero grandi. La foresta pluviale tropicale che copre la maggior parte della sua geografia ne fa una riserva di acqua e ossigeno per l'umanità.
Per quanto riguarda la popolazione, l'80% degli abitanti sono afrodiscendenti, il 14% è indigeno e il 6% è meticcio, anche quello è una ricchezza che esprime il valore della cultura e della diversità.
La spiritualità del popolo del Chocó è fortemente influenzata dalla figura di San Francesco d'Assisi, in onore del quale sono stati dedicati la Cattedrale di Quibdó e vari templi. Per questo motivo c'è stato grande entusiasmo quando abbiamo appreso che Sua Santità aveva scelto il nome di Francesco per dire come voleva che fosse il suo pontificato. Questa affinità tra il suo servizio alla Chiesa universale e l'amore francescano vissuto nel Chocó aveva portato la Conferenza episcopale colombiana a considerare inizialmente Quibdó, la capitale del Chocó, come uno dei luoghi che il Santo Padre avrebbe potuto visitare nel 2017. Purtroppo l'alta probabilità di turbolenze e rischi atmosferici per i viaggi aerei ha impedito che il desiderato incontro avesse luogo e per questo motivo, gli abitanti della provincia sono felici di sapere che, attraverso di noi, possono dare un saluto speciale al Santo Padre.
La popolazione di questa provincia, umanamente e culturalmente così ricca, oggi sta vivendo una drammatica crisi umanitaria: il 64% dei suoi abitanti vive in condizioni di estrema povertà e questa affonda le sue radici nell'incuria dello Stato ed è alimentata dalle azioni ostile dei gruppi armati illegali, dalla povera realizzazione degli impegni presi nell’Accordo di pace (firmato nel novembre 2016 fra il governo e il movimento guerrigliero delle Farc) e dagli interessi di vari gruppi economici. Il Pacifico colombiano, come altre regioni del Paese, è diventato un teatro di guerra e illegalità che distrugge la vita delle persone e delle comunità.
Le missioni umanitarie, condotte dalla Chiesa, dalla società civile e da membri della comunità internazionale, hanno verificato e reso visibile la crisi umanitaria, economica, sociale e ambientale che si traduce concretamente in una infinità di crimini come sfollamento forzato, confinamento, morti e mutilazioni causate dalle mine antiuomo, minacce ai leader e alle comunità, reclutamento di minori, omicidi ed estorsioni. La violenza nella città di Quibdó ha portato all'uccisione di più di mille giovani negli ultimi dieci anni, il che significa che il numero medio di omicidi in questa città è quasi quattro volte superiore alla media nazionale. Allo stesso modo, l'alto numero di suicidi tra i giovani, soprattutto delle comunità indigene, riflette il grado di disperazione e paura della regione.
Affidiamo le vite dei bambini, dei giovani e di tutte le famiglie del Chocó alla protezione del Cristo mutilato di Bojayá, che ha presieduto il momento di preghiera nella città di Villavicencio, nel quale Lei, Santo Padre, ha invitato noi colombiani a lasciarci riconciliare e ad andare avanti nella costruzione della pace.
Caro Papa Francesco, il Chocó ha bisogno di condizioni di vita dignitose e chiede il suo intervento apostolico per raggiungere due obiettivi fondamentali: un accordo umanitario e una soluzione negoziata del conflitto armato; se non sará così le sofferenze del popolo aumenteranno e mieteranno molte altre vittime. Santo Padre, la regione del Chocó vuole ascoltare la sua voce di speranza e una benedizione che sia come un balsamo e una forza per continuare il difficile viaggio.
Grazie, Santo Padre. Vi salutiamo calorosamente, implorando la vostra benedizione.