SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

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“ Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore..”   

 

A Natale, al momento della nascita di Gesù, lo abbiamo osservato nella grotta di Betlemme, oggi lo contempliamo con i suoi genitori, Maria e Giuseppe nel Tempio di Gerusalemme. E’ una scena frequente e normale: una coppia di sposi con un bambino al braccio che sale al Tempio. Vengono da Betlemme, 5-6 km dalla città santa. Luca ci aveva detto prima, che alcuni pastori, di notte, erano andati in una grotta a Betlemme, e avevano trovato “Maria, Giuseppe e il Bambino che giaceva in una mangiatoia”. I pastori, dunque, avevano trovato una “famiglia”: un bambino e una coppia. A Betlemme, quindi, nasce il Cristo e nasce la famiglia, la famiglia nuova, cristiana, il cui fondamento non è la parentela del sangue, ma la fede. Ma attenzione: è una famiglia che vive un’esperienza particolare, quella della marginalità, della estraneità e del nomadismo. Maria e Giuseppe vissero gli eventi della loro famiglia, in modo non diverso da quello in cui lo vivono due normali sposi poveri, ma che si vogliono bene..

Più tardi, soggetti alle leggi di allora sui neonati, “portarono il bambino a Gerusalemme, per offrirlo al Signore”. L’atteso delle genti si sottomette alla legge. Colui che le Scritture da secoli annunciavano la venuta, sta salendo i gradini del Tempio. Ma chi si accorge di questo Bambino?.

A Betlemme se ne accorsero i pastori, gente esclusa che non contava, annunciarono a tutti la bella notizia; ma il popolo ebraico, anche se era preparato all’evento, non ha inteso il messaggio!.

Solo Simeone e Anna, due anziani e timorati di Dio, se ne accorgono! Il Signore entra nel suo Tempio e Gerusalemme non se ne accorge! Quei due anziani sono talmente “vivi e giovani”, da avere occhi per “vedere” Colui che è nascosto nell’ordinario, l’Emmanuele, il Dio con noi. Il vecchio Simeone si presenta come il simbolo della lunga attesa messianica. Si accorge di quei “tre”, solo chi ha un’unica attesa, l’attesa del Signore, un’attesa di fede. Il mistero di Gesù è già iniziato ed incontrerà soltanto contraddizioni da parte di coloro che avrebbero dovuto essere i primi ad accoglierlo. La passione e morte di Gesù, sarà il culmine tragico di questo rifiuto. Gesù non è venuto a dividere gli uomini: tuttavia il suo messaggio e la sua presenza, metteranno in luce una divisione già latente nel cuore e nella coscienza di ciascuno.

/ L’episodio della Presentazione di Gesù al Tempio, sottolinea pure la crescita “in sapienza e grazia”   di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La vocazione di Gesù, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca come “segno di contraddizione”, ma anche di “luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele”.

/ Inoltre questa famiglia, “quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth, e il bambino cresceva” nel silenzio di 30 anni. Non sappiamo niente di questo lungo periodo di silenzio di Gesù, se non che “stava loro sottomesso”.

Poi Gesù sarà chiamato “il figlio del carpentiere”, anzi in Marco addirittura “il carpentiere”(Mc.6,3). Vediamo una famiglia sempre obbediente, che vive guidata dagli “angeli”, ma in stato di “passione”, e tribolazione, perché i pensieri di Dio vengono scritti sulla croce; difatti Simeone, fissando Maria, parla di una “spada” misteriosa…

/ Gesù, Maria e Giuseppe: ecco la prima famiglia cristiana, che ha accettato e accetta sempre di fare la volontà di Dio, il  “si” dei tre, comunque si manifesta.

a. Gesù: dirà in seguito:”Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua   

                                       opera”(Gv.4,34).

b. Maria SS.:”Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”(Lc.1,38).

                       E così la sua disponibilità fino al Calvario..

c. Giuseppe: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del    

                      Signore”(Mt.1,24).

/ La santa Famiglia di Nazareth, non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel Figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano la nostra ammirazione ed amore.                      

/ Ora, se questa è la famiglia che Dio ha voluto, volontà che nessun referendum può abrogare e nessuna legge umana può mutare, osserviamo come sono le nostre famiglie? Oggi non pochi rifiutano la Chiesa, la famiglia allargata, perché, dicono, non assomiglia alla comunità dei primi cristiani. E’ una questione complessa, che chiama in causa il comportamento delle singole famiglie, “piccole chiese”, e dei cristiani. La diffidenza di tanti verso la Chiesa, è perché costoro, non hanno ancora trovato il loro posto e la loro funzione attiva nella comunità cristiana.

Nel disegno di Dio, la famiglia, come Lui l’ha voluta, deve essere la continuazione della creazione: e la creazione non è altro che la partecipazione della vita per amore. Dio crea, dà la vita a degli esseri liberi perché è buono, perché è amore, e l’amore tende a diffondersi e a comunicarsi. In questa luce, la famiglia ci appare come realtà voluta da Dio, affinché la vita si diffonda nel tempo, per mezzo dell’amore. Si tratta di coniugare l’obbedienza e la libertà, nel tessuto dell’amore.

/ Come siamo lontani dal modello di famiglia che Dio ha voluto! Oggi si parla troppo di “nuovi diritti di famiglia: libero amore in libero stato; sono all’ordine del giorno, divorzi, separazioni, convivenze, libertà sessuale, ecc. Lasciamo da parte poi le unioni di omosessuali e di gay, che sono una mostruosità, una degradazione, che neppure gli animali fanno, un andare contro natura, frutto del disprezzo della legge di Dio, sempre condannati dalla Bibbia( ricordate Sodoma e Gomorra, e le invettive dell’apostolo Paolo!..). Il rinnovamento delle famiglie non può venire da un nuovo diritto, ma da un nuovo amore; l’amore come dono e disponibilità di se stesso all’altro, è la realtà che fa superare le contrapposizioni di famiglie lacerate e divise, e fa nascere e mantenere in vita una famiglia.

/ E che dire, inoltre, del rapporto genitori e figli e loro educazione?

Nella famiglia in cui Dio è presente per la fede e il buon esempio dei genitori, per l’ascolto della sua Parola, per la preghiera fatta in comune e per l’osservanza della sua legge, l’amore non mancherà, o potrà rinascere dopo ogni crisi. Ecco cosa dice la Bibbia a riguardo dei figli:

Prov. 22,6:”Abitua il giovane secondo la via da seguire; neppure da vecchio se ne allontanerà”. Prov.13,24: “Chi risparmia il bastone, odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo”.

Si sa che i figli imparano la lezione della vita più con gli occhi che con le orecchie!.

L’albero buono, produce frutti buoni..

/ Proverbi kikuyu del Kenya: “Chi preferisce la compagnia del lupo, imparerà ad ululare”. Inoltre: “I genitori non si ammalano quando puliscono il muco dal naso del loro figlio”!

/ I figli siano educati a scoprire la meravigliosa vocazione sacerdotale, religiosa e missionaria, di cui la Chiesa ha bisogno per attuare la testimonianza della fede attraverso l’evangelizzazione.

Il Card. Carlo M. Martini scrisse nella sua lettera,”Testimoni del Risorto”(n.5): “Voi genitori, siete sicuri di volere il bene dei vostri figli pensando al loro futuro solo in termini di carriera e di benessere? Non dovreste guardare con fierezza, con gioia e con speranza, un giovane o una ragazza, che ha il coraggio di scegliere  una vita impegnata per gli altri e non conformista?

/ Giovanni Paolo II: “La famiglia è nel cuore di Dio, perché la famiglia è una comunione di persone, specchio e immagine della comunione del Padre con il Figlio e lo Spirito Santo”.

/ Preghiamo insieme oggi la Santa Famiglia di Nazareth, perché il Signore ritorni là dove la sua assenza rende la vita delle famiglie squallida e intollerabile.

Invitatelo a pranzo spesso, come alle nozze Cana di Galilea, assieme a Maria sua Madre!

 

 

 


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