IV DOMENICA DI AVVENTO

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“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto. E il Verbo si fece carne”.

 

 

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In questa ultima Domenica di Avvento, la Chiesa, dopo di aver meditato sul messaggio dei Profeti antichi e sulla figura di Giovanni Battista, oggi ci presenta l’oggetto centrale delle attese e speranze dell’umanità su Colei  che ce lo diede: Maria Santissima.

Il profeta Isaia, descrive il Messia come l’”Emanuele”; Natan, come “figlio di Davide”; Michea, come “Re pacifico”.. I testi del NT. precisano ancora meglio: il Messia atteso che nasce da Maria è il Figlio di Dio, è Redentore e Salvatore degli uomini, e Mediatore presso il Padre. Maria Vergine è perciò la via che Cristo ha scelto per venire in mezzo a noi.

Ogni bimbo che nasce, richiede una madre; così è stato per ciascuno di noi e così è stato per Dio quando, in Gesù Cristo ha voluto farsi uomo, nostro fratello.

/ Il tempo dell’Avvento è indissolubilmente legato alla presenza di Maria, la Vergine Madre che, con la sua totale sottomissione alla volontà di Dio, ha reso possibile l’Incarnazione del Figlio di Dio. In Maria convengono e confluiscono tutte le aspirazioni e attese dell’AT., così da poter dire che, alla vigilia della venuta di Cristo, Maria riassume e incarna la lunga attesa dei secoli precedenti. Quando i Profeti parlavano di una “discesa” di Dio tra gli uomini, pensavano ad una condiscendenza, ad una venuta “in grazia” o “in gloria”, come quella dell’Esodo o sul Sinai; mai ad una venuta in carne e ossa, cioè “in persona”. Questa è la novità assoluta e la più inattesa rispetto ad ogni profezia.

Maria SS. e la sua missione, è stata preparata da tante donne dell’AT.: Eva, Sara di Abramo, Anna madre di Samuele, Debora, Ruth, Giuditta, Ester e molte altre donne. Ma Maria primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia, attendono e ricevono la salvezza del Signore.

La salvezza dell’umanità è frutto di due azioni riunite: l’iniziativa di Dio e il contributo dell’uomo.

L’iniziativa della salvezza spetta a Dio, poiché lui solo può inserire l’uomo nella sua famiglia. Ma la salvezza deve essere edificata anche da noi creature, già figli di Dio per mezzo della redenzione di Cristo Gesù. Noi possiamo dire a Dio: “Abbà- Padre”, perché c’è stata l’Incarnazione di Cristo.

Dio entra nella storia dell’uomo attraverso la carne di Maria, assume la nostra condizione umana, eccetto il peccato, per camminare accanto a noi. Nella carne di Maria prende corpo il Cristo, e ciò accade non per progetto d’uomo, ma avviene per la presenza e l’azione di Dio stesso, dello Spirito Santo che crea e dona la vita. Un Dio che non starà nelle quattro mura di un tempio, ma disturberà la vita pubblica e privata dell’uomo. “Il Verbo si è fatto carne” significa che Dio si è calato in tutta intera la realtà umana, che si è compromesso con l’umanità, con la sofferenza, il dolore, il lavoro, il sudore della fronte e il nutrimento. Gesù, nella sua vita, è stato coerente con la sua Incarnazione: era libero e distaccato di fronte alle cose, ma interessato e sensibile a tutti e a tutte le cose.

/ Nel grembo di Maria c’è il capolavoro di Dio: Maria  è l’Arca della nuova Alleanza.

Dio non è entrato nel mondo con forza, né all’improvviso, ma ha voluto “proporsi”. Pertanto il “sì” di Maria realizza definitivamente l’alleanza e il piano di salvezza di Dio. In Maria c’è tutto il popolo della promessa: l’”antico popolo”(Israele), e il “nuovo popolo” dei redenti(la Chiesa).

/ Il racconto dell’Annunciazione, in Luca, è l’annuncio più sconvolgente che un essere umano abbia ricevuto dal cielo: è il compimento della promessa fatta da Dio ad Abramo fino a Davide e ai profeti, e in Gesù Cristo si sono realizzate tutte le promesse; questa è la pagina della cooperazione di Maria all’opera della salvezza. Ora il realizzarsi di queste promesse in Cristo, è opera esclusiva di Dio e non dell’uomo, benché ciò non avvenga senza il concorso umano rappresentato dall’accettazione di Maria, che prese coscienza di essere stata chiamata da Dio. “Ecco la serva del Signore”, indica umiltà e disponibilità di Maria al piano di Dio, oltre che alla presa di coscienza della sua vocazione. Maria iniziò così un cammino di fede, dall’Annunciazione al Calvario, cammino non esente da sofferenze. L’evangelista Luca nel descrivere l’importante evento dell’Annunciazione, vuole sottolineare chi è veramente il Figlio di Maria: e per descrivere questo evento, si serve del modo di descrivere ai suoi tempi, usando citazioni bibliche. Ora nella Bibbia, la nascita straordinaria di un bambino, è annunciata: ricordiamo quella di Isacco, di Sansone, di Samuele, di Giovanni Battista. Queste nascite non sono compiute in modo naturale come tutti i mortali, ma con genitori sterili, anziani, ecc. Inoltre si aggiunge la vocazione speciale dei neonati, come lo fu per Mosè, Gedeone, Sansone, Samuele, il Battista..

/ Inoltre Luca è l’evangelista dei poveri e fin dall’inizio vuole mostrarci la pietà e l’amore di Dio verso i poveri e i più abbandonati. Dio non predilige una grande e famosa città, né un Tempio, per scegliere la Madre di Gesù, ma Nazareth, un villaggio e un borgo insignificante della Galilea, remota provincia mista di popolazioni pagane e giudaiche; Nazareth poi non appariva nemmeno sulle carte geografiche! Inoltre il messaggio di salvezza non viene rivelato ai grandi personaggi e dignitari di allora, ma ad una semplice ragazza vergine. La famiglia di Maria non era conosciuta negli annali della corte o del Tempio. Una giovane ragazza, quindi, con eccezionale proposito di verginità. Allora le ragazze vergini erano considerate“nullità” di una donna, incapacità di attirare l’attenzione dei maschi! Maria nel suo inno poi, glorificherà Dio perché “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Inoltre la giovane e vergine Maria è “fidanzata”, cioè, secondo il costume dell’epoca, “legalmente sposata”, ma senza ancora condividere la vita comune con lo sposo Giuseppe, uomo “giusto”.

Pertanto, l’arcangelo Gabriele fu mandato da Dio proprio a questa ragazza, e la saluta in modo del tutto speciale:”Gioisci, rallegrati, o tu che sei stata riempita di grazia”. Il nome di Maria viene cambiato dall’angelo in “ piena di grazia” o meglio in “riempita di grazia”, perché è Dio il soggetto di questo capolavoro. Questo nuovo nome indica la missione e la vocazione di Maria. Questa giovane ragazza ha la “grazia”, cioè il favore di Dio. Quale annuncio!..La Bibbia ha descritto spesso figli promessi: ma questo figlio Gesù è il Messia, è il Figlio di Dio che cerca una madre e una dimora tra le creature. Maria poteva offrire a Dio solo la sua povertà e la sua verginità, e Dio la rese perciò grande, da diventare segno e speranza per tutti i poveri. Anche Davide era un povero pastore: Dio inizia la sua opera proprio dove c’è povertà e miseria in coloro che accettano la salvezza da Dio, perché “nulla è impossibile a Dio”. Il “sì” di Maria SS. è stato mantenuto, accettato e accentuato in tutta la sua vita fino al Calvario, dove offrì Cristo che si offriva per la nostra salvezza. Il “” di Maria divenne l’antitesi del “no” di Eva, del rifiuto della prima donna. Questo di Maria, subito seguito dall’effetto, costituì il punto di partenza della redenzione, e la grazia redentrice dell’umanità, iniziò il suo percorso, come il no di Eva era stato all’origine del peccato originale, e il peccato e il decadimento umano iniziò pure il suo percorso. Il di Maria aprì il cammino degli uomini verso Cristo. Da Madre premurosa, Maria ci aiuta a balbettare il nostro sì, ci pungola ed interpella, e nello stesso tempo ci aiuta ed incoraggia. E’ possibile che noi pure pronunciamo questo , con Maria, a patto che non evadiamo da quello che siamo e dalla nostra missione.

/ Maria SS. è invocata in Oriente col nome di “Maria Odighitria”, cioè colei che ci indica la strada.

// S. Bernardo, in una sua omelia sul Cantico, mette in scena l’attesa, la sospensione che si crea attorno alla consapevolezza di Maria, nel dire il suo sì. Ecco il suo commento:

“L’angelo aspetta la tua risposta, o Maria. Stiamo aspettando anche noi, o Signora. Rispondi presto, o Vergine. Pronunzia, o Signora, la tua parola che terra e inferi e cielo aspettano. Apri dunque il tuo cuore alla fede, le tue labbra alla parola, il grembo al Creatore. Ecco, Colui che è il desiderio delle genti sta fuori e bussa alla porta. Alzati, corri, apri, rispondi di sì”..

Che la Madonna aiuti anche noi a dire a quanto Gesù ci chiede e ci chiederà per mezzo di Lei.

 

 

 


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