Speranza nostra e incoraggiamento affettuoso
Ap 11,19.12,1.3-6.10. La storia di Maria si vede dal Cielo. Tutto quello che è avvenuto si giustifica e comprende da questo punto di partenza.
1 Cor 15,20-27. Maria ha compiuto tutto quello che indicò il Verbo: prima di essere madre secondo la carne fu madre per ascoltare e compiere la parola di Dio.
Lc 1,39-56. Altre donne benedette come Anna, Debora, Miriam, hanno cantato le meraviglie di Dio. Maria proclama il consenso per altra grandezza: un piccolo si salva, un umile si innalza, il bisognoso è riabilitato e diventa magnifico.
Maria è il primo frutto della redenzione e la prima glorificata. Questa impostazione è una chiave solida per interpretare la liturgia della festa. ’’E’ la festa del suo destino di pienezza e beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione con Cristo risorto; una festa che propone alla Chiesa e alla umanità la immagine e il pegno di consolazione del compimento della speranza finale: poiché questa glorificazione piena è il destino di coloro che Cristo ha fatto fratelli assumendone in comune carne e sangue’’. (Paolo VI). Maria è stata assunta in Cielo perché è la creatura nuova che ha risposto a tutti i requisiti della nuova creazione. Lei ha detto sì al corpo di Gesù come lo voleva Dio.
Il titolo completo della festa di oggi deve includere i dettagli: in anima e corpo. La persona Maria è proclamata prima cittadina mortale del Cielo. È il primo frutto della Redenzione, la prova che una persona umana può davvero arrivare al Cielo: con la Grazia di Dio, con l’ascolto e il compimento della parola, facendo grande il Signore qui e adesso. Facciamo grande il Signore qui e adesso quando diamo territorio alla sua opera quando riceviamo i suoi doni e cresciamo: vita in abbondanza e salvezza piena..
Certamente Gesù rimane grande anche senza di noi ma è sua volontà che dipenda da noi trasmettere la sua grandezza. Se lo ritengo una fede assurda, succede il contrario, mi rimpicciolisco e tutto quello che dipende da me: famiglia e borgo, vocazione e lavoro, diventa ridotto e insignificante. Le parole di Maria nel ‘’magnificat’’ sono una enorme sfida che vale la pena meditare e riflettere in quanto convoca anche la nostra partecipazione. Dice Maria: ‘’l’anima mia magnifica il Signore’’. Rende la megalomania che offre il Signore possibile per la mia vita. Come possiamo immaginarla la megalomania? Una realtà immensa, meravigliosa che mai potrei e oserei sperare da solo. Ma se ho la grazia di Dio allora il dono della ‘’grandezza’’ arriva realmente alla mia capacità e alla vita che vivo e pratico.
Il prefazio del giorno è uno schema molto adeguato per presentare il mistero che si celebra. Il primo paragrafo descrive le prospettive ecclesiologiche del mistero.
Maria assunta in Cielo è figura e primizia della Chiesa: ‘’consolazione e speranza del tuo popolo, ancora pellegrino sulla terra’’. Letteralmente dice ‘’documento della speranza certa e della consolazione’’. La Assunzione di Maria è la realizzazione della utopia umana: diventare ‘’soprannaturale’’.