Dio si è fatto come noi per farci come lui
Dt 8,2-3.14b-16. Contiene una ampia esortazione di Mosè che invita a compiere i dieci comandamenti. In concreto pone la attenzione centrale nella famosa affermazione che “non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che sale dalla bocca di Dio”.
1 Cor 10,16-17. San Paolo corregge gli abusi che avvengono nella comunità quando si celebra l’agape cristiana. Come puoi entrare in comunione con Cristo e non amare il suo corpo?
Gv 6,51-59. Gesù parla di se stesso, della sua carne e del suo sangue come dell’unico e vero alimento che conduce alla vita eterna e alla comunione di vita con lui e con il Padre.
Immaginiamo l’Eucaristia secondo il nostro modo di vedere e capire. Ci sono di quelli che pensano nella comunione come un premio e per questo motivo molti cristiani che abitualmente vanno a Messa non osano comunicare. Altri la riducono a una specie di vitamina spirituale che aiuta a vincere difetti e difficoltà. Altre volte la riduciamo a un semplice gesto di fraternità tra di noi. In tutte queste idee c’è qualcosa di vero, però l’Eucaristia come alimento per il nostro cammino è molto di più. E’ quello che esprime la stessa parola: è una comunione con Gesù Cristo. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue abita in me e io in lui”, dice il Signore. Con la comunione, affermiamo la nostra fede e la nostra speranza, diciamo che è possibile seguire il cammino di Gesù, anche se in pratica rimaniamo a mezza via. Perciò il fatto fondamentale è che Dio si da a noi come alimento per mezzo di Gesù. Solamente accettando che questo è il fatto fondamentale e primario, possiamo capire cosa vuol dire che la Eucaristia sia anche per noi un impegno. La comunione obbliga a una scelta: quella di seguire il cammino di amore di Gesù. Però non come iniziativa nostra ma come risposta all’amore di Dio. Fare memoria nell’Eucaristia non è solo ricordare ma vuol dire rendere attuale quello che ricordiamo, tornare a vivere quello che ricordiamo. Crediamo nella presenza misteriosa, sacramentale, però certa e vera di Gesù nelle specie del pane e del vino. Entriamo in comunione con Gesù, come dice San Paolo nella seconda lettura, ci uniamo a lui e al suo passo dalla morte alla vita e questo ci trasforma come le parole della consacrazione trasformano il pane e il vino nel corpo e sangue del Signore. E se facciamo la comunione, se entriamo in comunione con Cristo, entriamo in comunione con tutto il suo corpo, con tutti i fratelli che fanno parte del corpo di Cristo. Ecco perché la festa di oggi è una festa di comunione e di comunità e di carità fraterna.
La festa del Corpus Domini è l’occasione di rendere vivo il nostro contatto con l’Eucaristia, sempre minacciato dall’usura e dalla abitudine. Ricordiamo che per i Padri della Chiesa, l’Eucaristia era il luogo per eccellenza della esperienza dello Spirito e della vita mistica. S. Agostino mette sulle labbra di Cristo questo proposito: “Non sarai tu che mi cambierai in te come fai con il cibo, ma sei tu che sarai cambiato in me”. La comunione ci fa diventare Cristo. Più comunione più Cristo. L’Eucaristia ci incorpora a Nostro Signore, ci mette più strettamente sotto l’influsso della sua umanità per farci vivere più intimamente la sua divinità.