Chiediamo la sapienza del cuore per capire
Sap 9,13-18. La Sapienza é dono di Dio necessario per capire e decifrare la volontá che vuole salvarci. È anche una premessa necessaria impostata come eco permanente.
Fm 9b-10.12-17. San Paolo propone a un amico di trasformare uno schiavo in fratello amato.
Lc 14,25-33. Gesú esige che chi vuole essere suo discepolo sia coerente e riconosca che l’ultima parola non deve essere di altri, sia pure il padre o la persona prediletta, ma deve essere il Vangelo.
L’insegnamento di Gesù ci fa capire che l’unico padrone di ogni cosa è Dio e noi al massimo possiamo fare da amministratori e siamo giustificati se i beni li usiamo fedelmente per il bene che ci è stato ordinato. Alle volte succede che anche le persone le trattiamo come fossero nostri dipendenti e servi solo perchè siamo ministri. Invece quello che dobbiamo fare è considerarci accompagnatori che aiutano gli altri per farli arrivare a una realizzazione giusta, ottima e completa. Seguire Gesù vuol dire entrare in un mondo differente, in un corpo dove tutto si condivide in vista del bene comune. Seguire Gesù richiede la coscienza immediata che l’assieme a lui non assomiglia per niente a quello di un gruppo associativo o a un club. Ci registriamo in una famiglia con legami mai vissuti prima. Allora bisogna fin dall’inizio partire da una prospettiva differente. Quando nella società romana si notò la presenza dei cristiani e ci si accorse a dove portava la nuova mentalità e lo stile di vita ci fu una reazione tremenda. Nessuno capì che i cristiani con quelle idee e quei propositi fossero gente buona. Li giudicarono subito come dei delinquenti, gente che voleva distruggere la morale e l’etica vigente. Perfino li accusavano di orribili delitti. Dicevano che erano atei, anarchici, che odiavano e volevano abolire ogni legge e sconvolgere l’ordine famigliare. Ecco perchè quando si scrissero i vangeli non dimenticarono quello che aveva previsto Gesù: per seguire Gesù bisogna aborrire quello che il mondo ama, disobbedire quello che il mondo obbedisce, rinunciare a quello che il mondo cerca, liberarsi da tutte quelle catene che impediscono di seguire liberamente il Signore. Lo vediamo tutti i giorni che è difficile seguire Gesù e ci sono sempre in agguato catene, paure, rispetto umano, sottomissioni a questo e a quello. Quante volte la parola del padre, la madre, la moglie, i figli condizionano e diventano l’ultima parola e l’entusiasmo che sorge leggendo il Vangelo si spegne perché i genitori si spaventano e i fratelli si mettono a ridere e scoraggiano accanitamente l’impegno generoso che avevamo sognato con tutto il cuore.
Che bello sarebbe se potessimo scrivere la nostra storia con le parole di Gesú, con la sua visione, con le sue proposte. Invece ci riduciamo a scrivere la nostra storia con parole ridicole, banali, meschine, paurose, con egoismo, con calcoli, con prudenze imprudenti. Alle volte neanche nella Chiesa siamo liberi di accettare la parola di Gesú come l’ultima parola e bisogna invece sopportare la parole di un personaggio che si vuole imporre con una autoritá inventata. Perfino in comunità religiosa succede di dover fingere consenso a riconoscimenti richiesti, a parole ufficiali per vivere in pace, creando tutta una rete di sotterfugi per essere servitori dei poveri e onesti nella consegna dei doni ricevuti.