XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Nelle difficoltà la fede assicura la visione e incoraggia la perseveranza

Ez 17,22-24. Ezechiele anche nell’esilio parla al suo  popolo. Il castigo è stato senza rimedio, ma non vuol dire che Dio abbia abbandonato il suo popolo. Il piccolo ramo verde è segno di speranza e diventerà albero frondoso.

2 Cor 5,6-10. San Paolo dice che abbiamo bisogno della fede anche per saper vedere e ubicare le difficoltà perchè la visione non c’è ancora.

Mc 4,26-34. La fiducia si ritrova appoggiandoci alla grandezza di Dio. Possiamo essere anche piccoli come un granellino di senape. Così è stato sempre. Ma nella grandezza di Dio siamo accolti e troviamo posto e dimensione anche se ci vediamo come un uccellino spaurito.

Gli altolocati erano convinti che un gruppo di uomini non influenti, non istruiti nelle scuole rabbiniche con a capo un Galileo proveniente da un insignificante paese quale era Nazareth non potesse avere alcun futuro. Già erano sorti personaggi che avevano attratto a sé la gente in una rivolta contro Roma, e poi erano finiti, tanto più questi che un posto nella storia non potevano sperare di averlo. Questi pensieri erano radicatissimi, tanto che Gamaliele per liberare gli apostoli imprigionati (At 5, 36s), fece leva proprio su tali convinzioni. Il Sinedrio liberò gli apostoli per la convinzione che si sarebbero dissolti nel nulla. Gli uomini ritengono che avranno un futuro positivo solo coloro che hanno ricchezza, potenza, prestigio; i poveri, i miseri non hanno futuro che non sia la povertà e l'inferiorità. Chi ha raggiunto un certo prestigio e potere, ricorrendo a tutti i mezzi, seduzione, coercizione, violenza, manipolazione, emarginazione, egemonia culturale, diventa come la massa di un buco nero di cui parla l'astrofisica, che con la sua immane forza gravitazionale ingloba tutto quanto gli sta intorno. Tuttavia, questi buchi neri della terra si trovano di fronte alla luce del regno portato da Cristo sulla terra, regno che non nasce dalle forze della terra, ma che viene dal cielo e che è del cielo. L'esiguità degli inizi, che Gesù presenta nell'immagine del granellino di senapa, è tuttavia accompagnata da una insospettata potenza di crescita immensa. Non parte avendo al suo attivo le potenze della terra, che sono viziate da egoismo e proprio tornaconto. Il risultato del granellino di senapa, il più piccolo di tutti semi, è sorprendente poiché da esso si sviluppa una bella pianta e gli uccelli del cielo si riparano abitando i suoi rami. Gesù ci comunica un'altra verità circa il regno dei cieli ed è quella che il seminatore vede svilupparsi il seme e diventare spiga senza rendersi conto. La parabola dice che l'opera della crescita avviene per la grazia, cioè per qualcosa che procede da Dio e non dalla furbizia dell'uomo.

Una tentazione, molto subdola, è quella che, volendo fortemente la riuscita dell'opera intrapresa, si cerca l'appoggio di chi detiene il potere. Non abbiamo paura di cominciare come tanti granellini di senapa. Lasciamoci coltivare da Gesù nella sua Chiesa con l’azione sacramentale che ci da la Grazia e diventeremo una bella pianta  e la pianta con i suoi bei rami accoglierà gli uccelli del cielo, cioè tante persone bisognose di comunità fraterna dove si trovi sempre pace e gioia.


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