Pentecoste

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L’universalitá della salvezza

Già la preghiera “colletta” ci dá il senso di questa giornata liturgica: dobbiamo pensare all’universalitá della salvezza. “oh Dio… che santifichi la tua chiesa tra tutti i popoli e le nazioni, spargi su tutta la terra i doni dello Spirito Santo e infondi nei cuori dei tuoi fedeli quelle meraviglie…”. Non si puó celebrare questa festa senza pensare al mondo. La salvezza destinata a un solo popolo eletto, l’esclusività del discepolato per un gruppo ristretto di apostoli e discepoli, le barriere di ogni tipo, cadono di fronte a questa “pasqua-passaggio” dello Spirito di Dio. Se la Pasqua di Cristo é il passaggio dalla morte alla vita, la Pasqua dello Spirito é senza dubbio il passaggio dal privato al pubblico, dal particolare all’universale, dalla divisione all’unità. Tutti furono invasi dallo Spirito; tutti i pellegrini li capivano nelle loro lingue e tutti ascoltavano proclamare le “Meraviglie del Signore…”

Il Vangelo ricorda ancora una volta, il dono dello Spirito che Cristo ha dato agli apostoli nel giorno della sua risurrezione: “Ricevete lo Spirito Santo…” insieme con il potere di perdonare i peccati.

Il Dono dello Spirito, l’universalitá della salvezza, l’unitá di tutti nell’unico battesimo nello Spirito sono i punti centrali da celebrare in questa giornata. E piú che mai abbiamo bisogno di riscoprire il valore dell’unitá in un mondo sempre piú diviso, in una chiesa dove singoli cristiani o gruppi spesso rompono l’unitá per difendere il proprio spirito, non quello di Dio.

Si parla sempre piú di un mondo globalizzato dove tutti possano godere i benefici prodotti dagli altri. Ma in realtà sembra che quello che realmente si globalizza sono le miserie, le ingiustizie, le emarginazioni di diverso segno, il rifiuto alla condivisione, le misure di esclusione, come le barriere e i muri vari (fisici, culturali, razziali…) che si costruiscono un po’ dappertutto. I benefici, in cambio, si cerca di privatizzarli sempre di più (vedi per es.: le grande imprese multinazionali: sono in tutto il mondo, sembrano il segno dell’unità, della libertà, offrono lavoro.. ma i benefici reali, i guadagni chi li gode, dove vanno a finire?

Cosí pure, aumentano sempre di piú le tentazioni dell’isolamento. Gruppi violenti o non violenti che reclamano il proprio spazio (chiuso per chi non pensa come loro); persone che si isolano per l’uso incrollato dei mezzi di comunicazione sociale; difesa ad oltranza di ciò che si considera identificatorio di un gruppo o di un popolo (religione, cultura e tutti i vari “..ismi”).

Negli Atti degli Apostoli, si parla anche di altre Pentecoste: ogni volta che lo Spirito agisce per iniziativa propria: lo Spirito disse a Filippo, lo Spirito disse a Pietro, lo Spirito mi disse di andare con loro…. É Lui che indica i nuovi cammini alla sua chiesa.

Qualcuno ha detto che la V Conferenza dei Vescovi latinoamericani inaugurata da Benedetto XVI deve cercare di spingere affinché l’America Latina passi da una chiesa “oggetto di missione” a una chiesa “soggetto” di missione. Ma questo vale per tutta la chiesa in generale e per ogni cristiano. I vari sinodi (continentali, nazionali, diocesani), le assemblee, le riunioni episcopali, di movimenti, lo stesso Vaticano II, la celebrazione del bimillenario della redenzione…sono “impulsi dello Spirito oggi” affinché la chiesa sia missionaria e continui a predicare le “meraviglie del Signore” come in quella prima Pentecoste.

Da sottolineare, tuttavia, che unità non significa uniformità. Lo Spirito obbligò la chiesa primitiva ad aprirsi alla novitá dei ”pagani” (vino nuovo in otri nuovi). La chiesa (noi cristiani) di oggi dobbiamo imparare a lasciarci guidare dallo Spirito. Ma.. come discernere questo spirito? Attraverso di chi oggi parla lo Spirito di Cristo? La chiesa gerarchica, i movimenti, il cammino ecumenico, i grandi avvenimenti mondiali, le epidemie moderne, l’indifferenza verso ciò che dicono le chiese tradizionali di Dio (dottrina e morale), l’ansia di nuove esperienze spirituali..? Certamente non parla attraverso uno solo si questi molteplici aspetti, ma attraverso tutti loro. All’inizio della chiesa i Padri apostolici parlavano dei “semi del Verbo presenti tra i pagani. Oggi, non ci saranno questi semi del Verbo nelle grande sfide dell’umanitá? La tecnologia, i mezzi di comunicazione sociale, le scoperte della scienza, della medicina, l’angoscia di tante persone, giovani e non giovani, che sentono il vuoto della vita, i grandi movimenti migratori, le grandi conquiste sociali e le enormi ingiustizie economiche, i grandi movimenti in difesa dei diritti delle persone e allo stesso tempo il disprezzo per la vita, il desiderio della pace (interna ed esterna) e l’uso sempre più generalizzato della forza…..

Pentecoste deve essere quindi, oggi, un richiamo alla “libertà dello Spirito che agisce nella sua chiesa”. La sua voce “profetica” deve incontrare eco nella vita di noi cristiani oggi. Fedeli alla tradizione ma con il coraggio dei profeti che annunciavano e denunciavano, in nome di Dio, la salvezza e il peccato dell’umanità. Spesso é piú facile annunciare che denunciare per colpa della nostra incoerenza. Tuttavia il Signore ci ripete oggi: “Come il Padre ha mandato me, cosí anch’io mando voi”. Perché ci manda? Per tacere, per ripetere solo e sempre quello di prima o per annunciare la Buona Notizia, la salvezza, il regno all’uomo concreto dei nostri giorni?

Maria, dal momento dell’Annunciazione fino alla morte, ha dovuto “adattarsi” a ciò che il Signore gli chiedeva: essere Madre, accompagnare le scelte del Figlio, vivere il dolore, accompagnare la nascita della chiesa. Presente sempre nel silenzio. Chiediamo la sua intercessione affinché possiamo anche noi esere presenti nel mondo di oggi come lievito nella massa. Non si vede ma agisce e trasforma.


At 2, 1-11;
Sal 103;
Rm 8, 8-17;
Gv 14, 15-16. 23-26

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