Festa dell’Eucaristia
In questa domenica, la liturgia ci mostra due aspetti importanti: l’azione di Dio da una parte e l’azione dell’uomo dall’altra.
1 – Nella seconda lettura, Paolo ci illumina sull’eucaristia ricordandone l’istituzione, ciò che Gesù ha “inventato” per rassicurarci che Lui sarebbe sempre rimasto con noi: farsi cibo. Di più ancora: non un cibo d’elite, da hotel a 5 stelle, ma un cibo “comune”, popolare, quello che c’è sulla tavola di tutti: ricchi o poveri e in qualsiasi parte del mondo. Il pane, sotto diverse forme infatti, appartiene a tutti i popoli. Le parole di Gesú: “io sará sempre con voi fino alla fine dei tempi” si realizzano meravigliosamente in questo mistero eucaristico. Come il pane c’è sempre e spesso è l’unico alimento che molte persone hanno, così Gesù rimane sempre e, spesso, è l’unico sostengo, l’unica forza, l’unico cibo di vita che rimane alle persone: “io sono il pane di vita, che mangia questo pane vivrà per sempre”. Rinnovare ogni giorno l’azione eucaristica (fate questo in memoria mia) significa conservare la comunione con Lui, mantenerci uniti nel mistero di Cristo che ci divinizza, facendosi “cibo-vita” nostra. Noi viviamo grazie a Lui. La chiesa fa l’Eucaristia e l’eucaristia fa la chiesa. É il ricordo che ci lascia il Vaticano II. Senza la celebrazione di questo mistero, senza la frequenza e il cibarsi di questo Pane la nostra realtà di chiesa-comunione con Cristo e i fratelli resta un’illusione.
Mi pare che l’importante non é sottolineare il precetto domenicale della Messa, quanto piuttosto creare in noi e negli altri il “Bisogno” di questo cibo. L’appetito viene mangiando, dice il proverbio. Così, senza mancare di rispetto a Cristo, l’appetito di Lui, la necessità viene mangiando. “Chi non mangia la carne e non beve il sangue del Figlio dell’uomo, non avrà vita in lui. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue possiede la vita eterna”.
2 – L’azione dell’uomo. Il Vangelo, al riferire la risposta di Gesù agli apostoli dice: “Date voi stessi da mangiare a loro”. E questo è l’altro significato dell’eucaristia. L’azione e l’impegno di coloro che si “saziano” partecipando dell’Eucaristia e che, allo stesso tempo, cercano di “sfamare e saziare” i loro fratelli. L’Eucaristia si trasforma nel vincolo di unione tra Cristo e noi e tra noi e gli altri. Giovanni Paolo II nella sua enciclica Ecclesia de Eucharistia sottolinea con enfasi questa unità: “Una conseguenza significativa della tensione escatologica propria dell’Eucaristia é che da impulso al nostro cammino storico e introduce un seme di speranza nella dedicazione quotidiana di ciascuno per realizzare i propri compiti. Infatti, anche se il cristianesimo fissa il suo sguardo verso un “cielo e una terra nuova”, esso non debilita, anzi stimola sempre piú il nostro senso di responsabilità rispetto alla “terra presente”. (n.20) (cfr anche la nota del n. 20 di S. Giovanni Crisóstomo).
Quel “date voi stessi da mangiare”, è una sfida non nuova per la comunità cristiana. Sempre si è riflettuto su questo tema e si è cercato di dare una risposta, anche se non sempre adeguata e sufficiente. Già gli apostoli istituirono i diaconi per “servire a tavola”. E oggi i cristiani, come chiesa-corpo di Cristo, dobbiamo continuare questo servizio. Sarà attraverso la carità (assistenza), l’educazione, la promozione umana, la salute, la vicinanza a chi vive situazioni angustianti…
Il binomio evangelizzazione-promozione umana, trova in questo mistero la sua espressione più alta e significativa. Questo credo sia anche il senso dell’Eucaristia come origine e fine di ogni altra nostra attività di discepoli di Cristo. Se il nostro impegno umano non è fondato, rafforzato e illuminato dalla “comunione con Cristo”, non produrrà molti frutti. Lo stesso vale anche per coloro che esaltano una partecipazione all’eucarestia solo come impegno verso Cristo. .
L’andare alle genti, l’evangelizzazione, l’essere missionari attivi è un imperativo che ci aiuta a mettere in pratica le parole di Gesù di essere “luce del mondo, sale della terra e fermento nella massa”; allo stesso tempo però l’incontro fisso e periodico con Cristo è altrettanto importante. Ce lo chiede lo stesso Gesù affinché possiamo riposare in lui, recuperare le forze, condividere con gli altri le gioie e le tristezze, ringraziare Dio perché ci fa conoscere il suo amore, il suo perdono, la forza dello Spirito. L’eucaristia come fonte di contemplazione del mistero d’amore di Cristo, invito all’impegno verso i fratelli e spinta alla missione evangelizzatrice.
“Vi ho invitato a comtemplare Gesú “pane diviso” per tutta l’umanitá. Seguendo il suo esempio, anche noi dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli più bisognosi. L’Eucaristia porta in sé il segno dell’universalità e prefigura, sacramentalmente ciò che succederà quando tutti gli appartenenti alla razza umana, rigenerati in Cristo per mezzo dello Spirito, contemplando la gloria di Dio, potranno dire “Padre nostro…” In questo modo l’eucaristia, mentre ci fa comprendere pienamente il senso della missione, anima a ciascun credente e specialmente i missionari, ad esser pane diviso per la vita del mondo” (Giov.Paolo II-Messaggio per la giornata mondiale missionaria 2005)
Gn 14, 18-20;
Sal 109;
1 Cor 11, 23-26;
Lc 9, 11-17