XXXIV Domenica T.O. - C

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Nostro Signore Gesù Cristo
Re dell’Universo

Luca 23:35 Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: «Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!» 36 Pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: 37 «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!» 38 Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI. 39 Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» 40 Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? 41 Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». 42 E diceva: «Gesú, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!» 43 Gesú gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso».

Introduzione

Al termine dell’anno liturgico, la Chiesa ci propone di riflettere su Cristo, Re dell’Universo.

Al momento della nascita di Gesù l'angelo del Signore aveva annunciato: – Oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore. – (Luca 2:11). Sin dall'inizio la venuta di Gesù è legata a un grande compito. Sin dall'inizio si pone questa domanda: Come realizza Gesù questo compito? E all'altezza di ogni situazione di necessità umana? È lui il Cristo, il re definitivo inviato da Dio, che garantisce la piena salvezza?

La Chiesa insiste sul fatto che Gesù è il Re dell’Universo, cioè di tutti le cose, le persone e le situazioni. Ma IN CHE MODO Gesù è sovrano? È forse un conquistatore, uno stratega molto intelligente e coraggioso, come Alessandro Magno? O è un politico? O una persona così speciale, che ci toglie da tutti i dolori e problemi che dobbiamo affrontare in questa vita terrena? È importante capire IN CHE MODO Gesù Cristo è Re, per non farci delle illusioni, per apprezzare il suo ruolo e per seguirlo con coraggio.

Vangelo

Troviamo Gesù nel Vangelo odierno, appeso a una croce, tra due malfattori, schernito e nudo. Sulla sua testa, come su quella di ogni condannato a morte, c’è un’iscrizione: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI. Gesù è vicino alla morte.

Gesù è solo, senza amici.

La folla si trova lì per curiosare, per vedere cosa succede.

Le altre persone vicine si fanno beffe di lui, come se fosse un pazzo, un esaltato. Essi possono solo burlarsi di tanta pretesa e di tanta follia. Uno che è stato condotto a forza alla croce e ha lasciato fare tutto contro di sé, può mai essere il Re Salvatore inviato da Dio? A che vale un Cristo che non pub salvare neppure se stesso dalla morte? Se la sua rivendicazione è vera, egli può dimostrarlo ora, come in un esperimento. Gli avversari hanno programmato la sua morte in croce. Ora manca ancora solo l'ultimo atto. Ora Gesù può dimostrare riguardo a se stesso di avere il potere di salvare. Da ogni parte viene rivolta a lui questa frase, come un ritornello: – Se tu sei il Cristo, il re del giudei, salva te stesso! Mostra la tua potenza ! – Queste parole provengono dai capi giudei, dai soldati e da uno dei due malfattori che è appeso alla croce accanto a Gesù. Anche la scritta posta sopra il Crocifisso: <<Costui è il re dei giudei>>, sembra una falsa etichetta. La croce pone un grande punto interrogativo su tutta l’opera precedente di Gesù. Essa sembra smentire chiaramente la sua rivendicazione. Una persona che è appesa alla croce e sta per morire, come può aiutare gli altri?

C’è però un’altra persona, che ha un atteggiamento diverso verso questo povero crocefisso: è l’altro malfattore che è appeso alla Croce con Gesù. Egli rimprovera il suo compagno. Riconosce la propria colpa e riconosce la loro morte in croce come giusta punizione. Dichiara l'innocenza di Gesù. Afferma che questo uomo crocifisso e deriso, che non scende dalla croce ma muore su di essa, è il Re Salvatore. Crede in Gesù, il Crocifisso. La sua preghiera testimonia tutto questo: – Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. – Egli non ripone la sua speranza nel fatto di essere preservato dalla morte, dal momento che ha accettato la morte come punizione. Però è convinto che Gesù non finisce con la morte, ma che attraverso di essa egli entra nel suo regno. Con la sua preghiera non impone nulla a Gesù. Gli chiede soltanto di non dimenticarsi di lui ed esprime la fiducia che Gesù possa fare qualcosa per lui. Riconosce Gesù come Salvatore, come colui che salva non dalla morte, ma al di là della morte.

Gesù non risponde agli insulti dei “grandi”. Al malfattore che con fede ha aderito a lui, dice con un' affermazione solenne: – Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso. – Gesù non solo non si dimenticherà di lui, ma lo rende sin d'ora suo compagno inseparabile. Gesù entrerà in paradiso con un malfattore, che sulla croce è giunto alla fede. Con le sue parole dichiara riguardo a se stesso, che con la morte entrerà nella piena comunione con Dio. Ma fa capire anche che egli stesso decide chi deve entrarvi con lui; che egli dispone dell'accesso alla piena comunione con Dio. Così, con un atto di fiducia, questo malfattore, che aveva ucciso e compiuto tanto male, diventa il primo santo canonizzato!

Chi è dunque questo Gesù, Re dell’Universo? Proprio Gesù crocifisso mostra di non essere un Re Salvatore che garantisce il benessere terreno. Non ha salvato se stesso dalla morte in croce. Non preserva neppure noi dalla malattia e dalla morte. La sua potenza non riguarda il nostro benessere terreno, ma la nostra vita con Dio. Gesù salva dalla rovina della lontananza da Dio, e riconduce alla comunione con lui. Chi cerca questo in lui, viene da lui salvato, anche se si presenta a lui come un malfattore.

Il Missionario

Che conseguenze può trarne il cristiano e il missionario da questo fatto che Gesù è tale Re dell’universo?

Gratitudine

Sono profondamente grato a Gesù Cristo perché non è un re che ci lascia nella sofferenza, mentre lui si gode la vita nel suo palazzo. No! Gesù ha condiviso in tutti gli aspetti la vita con noi: disagi, fame, sete, solitudine, amicizia, sofferenze, tentazioni, eccetto il peccato. Lui conosce la nostra situazione, perché l’ha vissuta sulla propria pelle! Proprio non riesco a vedere che ci possa un amore più grande!

Seguire Gesù

Noi siamo seguaci di questo Gesù crocifisso che, umanamente parlando, è stato un fallimento!

Siamo sollecitati a seguirlo, mostrando almeno una scintilla del suo amore, in tutte le nostre attività:

• Nel parlare di lui agli altri.
• Nell’insegnare.
• Nell’impegno di aiutare gli altri.
• Nell’apprezzamento genuino degli altri.
• Nel superare i pregiudizi.
• Nell’accettare la sofferenza e i nostri limiti.
• Nel creare spazi di perdono, di tolleranza, di collaborazione tra persone di culture e religioni diverse.

In tutte queste nostre attività è opportuno domandarsi, di tanto in tanto: – Gesù, come ti comporteresti al mio posto? –

Servire gli altri, con impegno

Gesù ci ha serviti, assumendo in pieno e sino in fondo, il compito che gli era stato affidato. Attraverso il suo servizio continuo e impegnato fino in fondo, ha procurato la nostra salvezza. Il servizio è il regnare di Cristo. Cristo è Re, in quanto ha servito il Regno di Dio.

Anche a noi Gesù chiede lo stesso, cioè compiere con impegno, generosità e intensità il nostro servizio, il nostro impegno quotidiano, per il Signore! Servire è regnare!

Servendo gli altri umilmente, noi possiamo mostrare che siamo veramente seguaci di Cristo, Re dell’Universo.


2 Sam 5, 1-3;
Sal 121;
Col 1, 12-20;
Lc 23, 35-43

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