II DOMENICA DI AVVENTO

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battistsangio

Il Regno è vicino

 

 

Is 11,1-10

Rm 15,4-9

Mt 3,1-12

 

La prima lettura di questa domenica ci parla del Messiain termini entusiasmanti. Il profeta Isaia, vissuto nelsecolo ottavo avanti Cristo previde che dalla stirpe diDavide uscirà il Messia. Ma la grandezza della stirpe diDavide (Davide è vissuto mille anni avanti Cristo) eraormai un ricordo del passato. Giuseppe che era della stirpedi Davide, non è che un semplice falegname che hacontratto misteriose nozze con Maria.

Sul desolato deserto dell’umanità, dal tronco secco diIesse, cioè dalla famiglia di Davide, spunterà un germoglio(un inizio assolutamente inatteso e quindi gratuito divita), l’amore di Dio non conosce soste, non si spegnemai anche di fronte all’arido deserto dell’umanità.

Il Bimbo sarà umile e povero, ma questa umiltà è avvoltadalla divinità perché su di Lui si poserà lo Spiritodel Signore; giudicherà non per aver sentito dire, macon scienza propria perché possiede la scienza e la potenzadi Dio, e la sue sentenze saranno di gioia e confortoper i poveri e gli umili, mentre il soffio delle sue labbraucciderà gli empi. Egli cambierà le cose: l’agnellopascolerà con il lupo, così il vitello e il leoncello pascolerannoinsieme e un fanciullo li guiderà; starà dalla partedel Messia chi avrà la povertà, semplicità, fraternitàcon tutte le creature. Gesù è venuto per portare agliuomini la riconciliazione universale: quella con Dio e quella tra di loro. Pio XII “essendosi avvicinato agliuomini oppressi da tante colpe e miserie, poté far scaturiredalla sua natura umana unita alla sua natura divina,una sorgente d’acqua viva che irrigasse l’arida terradell’umanità e la trasformasse in un giardino fiorente efruttifero”.

Questa visione di Isaia ci riempie di speranza e digioia, è una visione ideale di non facile attuazione, maalla quale dobbiamo sempre tendere.

 

Il discorso del profeta Isaia è ripreso con maggiorforza da Giovanni Battista. Quando era giovinetto fucondotto nel deserto dallo Spirito del Signore, là si cibavapoveramente, viveva nella preghiera fino al giornodi uscire a predicare la venuta del Messia. Un giornosi diffuse la notizia di un uomo straordinario cheviveva nel deserto, si vestiva di peli di cammello, dinome Giovanni: (che significa Dio è misericordioso),predicava la conversione e amministrava il battesimodi penitenza.

ma vedendo che si facevano battezzare senza cambiarevita, diceva loro “razza di viere! Chi vi ha suggerito di sottrarviall’ira imminente?”. Pensavano di essere salvi perchéerano discendenti di Abramo, ma Giovanni dice che Diopuò suscitare i figli di Abramo anche dalle pietre, non contaessere discendenti ma imitare la fede e la docilità a Diocome Abramo – come un albero lo si giudica dai suoi frutti,così l’uomo dalle sue opere, e vedendo che alcuni sonoalberi che non producono frutti buoni diceva: “la scure ègià posta alle radici, l’albero che non produce frutti buonisarà tagliato e gettato nel fuoco”.

Erano da secoli che il popolo eletto non provava ilbrivido della parola di un profeta come Giovanni; suscitònel popolo una profonda emozione, ebbe la capacitàdi far capire che il Messia era vicino, alle porte; la forza del suo annuncio gli veniva dalla sua umiltà ‘solo l’umileè capace di imprese audaci’, dalla sua austerità e coerenza;le parole di Dio più che sulla bocca, Giovanni leaveva nel cuore.

 

È il precursore del Messia, egli è colui che fu annunziatodal profeta Isaia quando disse: “voce di uno che gridanel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate isuoi sentieri”.

Da Giovanni Battista andavano folle composte di poveri,ammalati, pubblicani, soldati, tutta gente presa datribulazioni e contraddizioni, e a tutti predicava la BuonaNovella, era l’anima di tutti coloro che erano in viaggioverso Colui che viene.

Giovanni è presentato nella sua duplice missione:quella di predicatore nel deserto e quella di battezzatore.La predicazione del Battista è una proclamazione,un solenne ammonimento da parte di Dio ed ha cometema la necessità della conversione nell’imminenza delRegno dei Cieli. La conversione è un tema capitale nell’AnticoTestamento nel messaggio dei profeti, ed indicaun mutamento di mentalità, di disposizioni interiorie di condotta per adeguarsi ai pensieri ed alla volontà diDio ed entrare così nelle vie della salvezza. Il Battista, inpratica, proclama lo stesso messaggio del Cristo “convertiteviperché il regno dei Cieli è vicino”, in questomodo l’evangelista stabilisce un legame intimo tra ilCristo e il suo precursore, un segno di autenticità delministero di Giovanni.

Convertirsi-rinnovarsi: se non si incomincia da quinon si incomincia mai nella vita cristiana; non solo unatteggiamento iniziale, ma la conversione deve accompagnaretutto il nostro pellegrinaggio dal battesimo all’ingressonella vita eterna. La vita cristiana è fatta disuccessive e progressive conversioni, a partire dalla primache coincide con il battesimo. “Per l’uomo vivere è cambiare, ed essere perfetti è aver cambiato spesso”(card. Newmann).

La Madonna nelle sue apparizioni richiama e riproponeall’umanità la conversione e l’amore di Dio (non c’ènulla di più terribilmente importante della propria salvezzaperché non si viva a proprio danno).

Santa Teresa d’Avila: “deprezzando a dovere il nostronulla, anzi il nostro meno di nulla, si acquista adesso unbuon grado di umiltà sicché i fiori tornano a sbocciare”.La conversione porta a diventare simile a Gesù che èl’uomo perfetto, il più bello tra i figli degli uomini, il primogenitodi ogni creatura.

Giovanni aveva scelto la regione intorno al fiumeGiordano perché la manifestazione concreta dell’accoglimentodel suo messaggio era il “battesimo” con la confessionedei peccati. Gli ebrei già usavano vari battesimi,cioè lavacri rituali, in occasione della venuta di qualchepersonaggio; il farsi battezzare voleva dire rendersi prontia riceverlo, ma il battesimo di Giovanni può dirsi veramente“suo”, aveva un chiaro aspetto di novità in quantoorientato alla preparazione interiore necessaria per accogliereil Messia.

Il battesimo di Giovanni portava alla conversione delcuore annunziando allo stesso tempo il perdono dei peccatida parte di Dio.

Giovanni diceva che verrà “colui che è il più forte” ebattezzerà in Spirito Santo e fuoco, e purificherà l’aiaumana dal male. Mentre Giovanni battezza con acqua,il Messia battezzerà in Spirito Santo e Fuoco; tra Giovannie Gesù esiste la differenza che intercorre tral’umano e il divino. Nella sua relazione a Cristo sta lagrandezza di Giovanni “dopo la incerta luce del precursore,viene la luce stessa che è tutto fulgore – dopo lavoce viene la parola – dopo l’amico dello sposo viene losposo stesso” (S. Gregorio Nazianzeno).


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