DOMENICA DI PENTECOSTE

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pentecosss

L’avvento dello Spirito

At 2,1-11

1Cor 12,3b-7.12-13

Gv 20,19-23

 

Anche nell’Antico Testamento c’era la Pasqua ebraica e la Pentecoste ebraica (Pentecoste è termine greco che significa “il cinquantesimo giorno” dopo la Pasqua). Nella Pasqua ebraica si immolava e si mangiava un agnello naturale, invece nella nuova Pasqua si sostituisce l’agnello naturale con il nuovo Agnello, Gesù stesso, Dio e uomo.

La Pentecoste ebraica da festa della mietitura era diventata la festa in cui si celebrava l’Alleanza stretta da Dio con il popolo eletto presso il monte Sinai col dono della “Legge” (Es 24,8) - nella Pentecoste cristiana si celebra la nuova ed eterna Alleanza stipulata da Dio mediante “lo Spirito del Figlio suo” (Gal 4,6), cioè con la totalità di se stesso.

 

Lo Spirito è il dono supremo a coronamento dell’opera compiuta da Gesù qui in terra in nome del Padre.

Quando il mondo fu creato lo Spirito di Dio aleggiava sulla creazione, e ogni cosa assunse il suo vero aspetto e il suo posto, ci fu ordine e armonia, le erbe e i semi germogliarono sulla terra e in cielo incominciarono a brillare gli astri, e Dio si compiacque della sua creazione.

Giovanni Paolo II nel “Divino afflante Spiritu” scrive “questo spirito di Dio riempie l’universo e tutto ciò che è creato, in Lui riconosce la fonte della propria identità, in Lui trova la propria trascendente espressione, a Lui si volge e Lo attende, Lo invoca con il suo stesso essere”.

Al sesto giorno (che sono poi milioni o miliardi di anni) disse: “facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza” (Gn 1,26) e Dio plasmò l’uomo con il fango della terra, ed anche qui intervenne lo Spirito di Dio come già aveva aleggiato sulle acque primordiali; difatti “Dio soffiò nelle sue narici uno spirito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2,7) – un essere capace di dialogare con il suo creatore, di essere suo amico, ma anche di ribellarsi a Lui. E l’uomo si portò, sciaguratamente, su questa seconda possibilità e peccò. Ma Dio non si arrese difronte al male, la sua misericordia decretò di riplasmare la sua creazione, come quasi si fonde una statua di bronzo per ritrovarne una nuova dai lineamenti originali riportati alla luce. E per questa creazione-umanità nuova stabilì di inviare un nuovo Adamo, il suo Figlio unigenito, che trasse dalla carne della vergine Maria per opera dello Spirito Santo.

Tutta la vita di Gesù, dalla sua nascita, si svolge sotto il segno dello Spirito Santo “Gesù per tutta la sua vita fu assistito dal dolce e a Lui consostanziale Spirito Santo” (san Giovanni Crisostomo).

 

Quando ebbe teminato la sua opera qui in terra, fu esaltato in cielo alla destra del Padre. Qui in terra aveva lasciato la sua Chiesa: undici discepoli e poche decine di seguaci, che vivevano nascosti e impauriti senza sapere cosa fare e cosa volesse dire andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo. Il giorno di Pentecoste, mentre erano raccolti con Maria nel cenacolo, lo Spirito Santo fece irruzione su di loro, e quel piccolo numero divenne la Chiesa, il corpo mistico di Cristo vivificato dallo Spirito Santo – si ebbe completata la “cosa nuova” (Is 43,19) che Dio andava annunziando dall’Antico Testamento.

Gli apostoli prima della Pentecoste erano amanti di Gesù, però erano ignoranti, timidi, ambiziosi. La mor125 te di Gesù sul Calvario riempì di amarezza il loro cuore – il miracolo della risurrezione rianimò la fede in loro, ma restavano ancora senza coraggio e intrapresa. Erano le nove del mattino, si sentì un rumore come di vento impetuoso e su ognuno si posò una lingua di fuoco, e gli apostoli furono trasformati: la loro mente si riempì di luce soprannaturale, il loro cuore si colmò di amore, la loro volontà prese una energia divina e uscirono a predicare. Le loro parole furono raccolte dalle orecchie degli ascoltatori come se parlassero nella di loro propria lingua, così il dono della fede è stato dato a tutti i popoli, ecco la Chiesa nasce universale. Parlavano con tanta confidenza e dolcezza di Gesù che la gente diceva “ma costoro sono ebbri di mosto”. Con la Pentecoste c’è l’unità delle genti con il medesimo linguaggio, quello della fede, e Dio è ormai proponibile a tutti, nessuno eccettuato, ormai Dio è reso raggiungibile da ogni uomo: “Pentecoste celebra il mistero dell’unità divina della Chiesa e insieme la sua molteplicità umana” (Giovanni Paolo II).

 

La Pentecoste segna il giorno di nascita della Chiesa. Lavoro principale di Gesù fu costruire la sua Chiesa: “la chiesa è visibile dai primordi del mondo, è stata preparata in modo mirabile nell’Antico Testamento specialmente nella storia del popolo ebreo, è apparsa ufficialmente davanti alla moltitudine con la discesa dello Spirito Santo e sarà perfetta alla fine del mondo dove tutti gli eletti da Adamo e Abele fino all’ultimo eletto si raduneranno al Padre nella Chiesa” (Concilio Vaticano II).

Ancora il Concilio Vaticano II dice che ciò che Gesù ha detto e fatto deve essere predicato ovunque, per il raggiungimento di questo scopo ha mandato lo Spirito Santo perché compisse dal di dentro la sua opera di salvezza e stimolasse la Chiesa a svilupparsi – nel giorno di Pentecoste Egli si effuse sui discepoli per rimanere con loro in eterno e la Chiesa apparve ufficialmente di fronte alla moltitudine ed ebbe inizio la predicazione del Vangelo.

Nel brano del Vangelo di oggi si legge che la sera di Pasqua apparve ai suoi apostoli radunati nel cenacolo per paura dei Giudei, comunicò loro il dono della pace e alitò su di loro dicendo “ricevete lo Spirito Santo...”. È come una nuova creazione: il libro della Genesi racconta che per creare l’uomo, Dio lo ha plasmato con la polvere della terra e poi ha alitato su di lui per animarlo; allo stesso modo Gesù alita sui discepoli, è come una nuova creazione più bella della stessa creazione comparsa all’inizio dei tempi. “Come il Padre ha mandato me così io mando voi” c’è una unica missione, voluta dal Padre, affidata a Gesù e continuata infine dai discepoli. Lo Spirito Santo è il grande maestro della Chiesa ‘il popolo in cammino è guidato dallo Spirito Santo’, dobbiamo ascoltare la Chiesa per essere sicuri di ascoltare lo Spirito Santo.

Sant’Ireneo “dov’è la Chiesa là è anche lo Spirito di Dio e dov’è lo Spirito del Signore là è la Chiesa e ogni grazia”. Sant’Agostino “si ha tanto Spirito Santo quanto si ama la Chiesa”.

 

La Pentecoste è il compimento della Pasqua: Gesù è morto e risorto per noi e oggi manda lo Spirito Santo che è l’abbraccio di Dio al mondo, l’abbraccio di Dio agli uomini – un canto dice: “Dio è amore ama gli uomini, Dio è amore mi ama, sentite qual’è la mia gioia: Dio è amore e mi ama” – lo Spirito Santo con occhio nuovo ci fa capire che Dio è Padre e noi suoi figli, Lui che senza fine “grida: abba-Padre” (Gal 4,6).

Von Balthasar: “lo Spirito Santo è soffio, alito, non vuol essere visto ma essere occhio veggente della grazia in noi, è la luce che non si può vedere se non sull’oggetto illuminato – lui solo conosce le profondità di Dio e come Cristo sia totalmente rivolto verso il Padre e interamente esistente per gli uomini”.



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