EPIFANIA DEL SIGNORE

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SAC. “È venuto il Signore nostro re: nelle sue mani è il regno, la potenza e la gloria.”

 

G. La liturgia dell’Epifania è piena di luce e di gioia. È manifestazione di quello splendore di gloria cantato dal profeta Isaia. È la felicità che traspare nei Magi che incontrano il Messia al termine del loro lungo viaggio passando dalle fitte tenebre di Gerusalemme alla sfolgorante luce della stella riapparsa. È l’esultanza dell’apostolo Paolo che ha ricevuto la rivelazione dello splendido disegno di amore totale del Padre che vuole tutti gli uomini, ebrei e pagani insieme, partecipi del disegno universale di salvezza. La Liturgia è il luogo nel quale Dio ci chiama dalle nostre più lontane trincee per lasciarsi adorare, per trasformare le nostre vite. Come i Magi anche per noi questo incontro diventa luogo da cui ripartire per un’altra strada, quella della fede rinnovata, sulla quale il nostro cammino è confortato dalla presenza certa e amicale dell’Emmanuele. In questo cammino sappiamo che la Parola ci illumina e l’Eucaristia ci nutre. L’una e l’altra, unite indissolubilmente tra di loro, ci rendono veramente figli di Dio, compartecipi della medesima promessa di salvezza, intimamente uniti al corpo di Cristo nella Chiesa, beneficiando con tutti del disegno della salvezza divina.

 

Canto:

 

G. E’ la voce lirica del prefazio che ci immette nello stupendo e meraviglioso rendimento di grazie: «Oggi, in Cristo luce del mondo / tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza / e ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina». Quanto viene proclamato nell’Epifania del Signore, noi lo possiamo riudire e accogliere in ogni Eucaristia alla quale partecipiamo, in quanto ogni Domenica noi “vediamo sorgere la sua stella e noi veniamo per adorare il Signore” con la certezza di essere condotti “a contemplare la grandezza della gloria divina” nell’eternità beata. E’ per questo che la Chiesa ieri, oggi e sempre annuncia all’umanità: «Noi abbiamo visto la stella». E ci invita a seguire la stella di Cristo in qualsiasi notte della vita. Cristo stesso ripete sempre a noi: «Io sono la luce del mondo» per tutti gli uomini di buona volontà: vale a dire i pastori e i Magi, i poveri e i sapienti, sempre piccoli per cercare questa luce e tanto umili per poterla accogliere.

 

SAC. “Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore.”

 

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

 

Tutti

Dal Salmo 71: A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.

 

Dio, dà al re il tuo giudizio,

al figlio del re la tua giustizia;
regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine.

 

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.

Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l’oppressore.

 

Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.

Scenderà come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.

Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e abbonderà la pace,
finché non si spenga la luna.

 

E dominerà da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
A lui si piegheranno gli abitanti del deserto,
lambiranno la polvere i suoi nemici.

I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.

Padre nostro …..

Una stella indicava il cammino in quelle notti di timore e buio, Signore.Uomini saggi, da lontano, compresero che li avrebbe condotti a te,Dio della pace e della fraternità tra tutte le creature, e ‘gioirono molto di gioia grande’.E andarono. E videro. E si inchinarono alla novità di un Dio venuto a condividere, a soffrire e ad amare fino in fondo i suoi figli, tutti quanti. Signore, oggi a Gaza quella stella è oscurata da bombe e razzi seminatori di paura e di morte. Ti supplichiamo: aiuta i potenti che abitano la Terra santa a fermarsi. A far cessare i bagliori mortiferi delle armi, a non spegnere la stella.
Signore, Dio-con-noi! Tu che bambino piangevi come tutti i bambini del mondo,asciuga le lacrime dei bimbi di Terra Santa,vittime di una nuova strage degli innocenti: ora il loro cielo ha il colore della notte senza speranza. Consola il pianto delle mamme di Gaza, che non vedranno mai crescere i loro figli perchè la loro veglia, in queste notti senza luce, è una veglia funebre. Dona loro la forza di non spegnere nei loro cuori straziati la fiammella del perdono. 
Signore, tu che attraverso la stella hai chiamato ad una vita buona ogni uomo e donna del mondo, tu che della trepidazione dei pastori e dei magi hai colto il movimento, l’andare verso, restituisci a noi, che forse ci sentiamo lontani dalla tragedia che si sta compiendo in queste ore a Gaza, il senso di una giustizia che cerchi il bene di tutti. 
Signore, Dio degli ultimi e degli oppressi, tu che ti sei lasciato umiliare e ferire per vivere fino alla fine il dramma di tutti i crocifissi nell’ingiustizia, accarezza le migliaia di bambini, donne e uomini innocenti che non hanno trovato riparo dalla follia delle bombe intelligenti, degli attacchi mirati. 
Signore, Padre di tutti i danni collaterali di questa tragedia, tu che non l’hai certo voluta, ma che la subisci insieme a loro, sostieni la dignità di questi tuoi figli amatissimi. E a coloro che così stoltamente hanno organizzato e stanno perpetrando questo ennesimo atto di barbarie, infondi un po’ di quella sapienza che accendeva la notte dei tre saggi venuti ad incontrarti.


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