Ad attutire il brusco passaggio tra le epifanie natalizie e il corso ordinario del ciclo liturgico, con decreto del 1977, quasi a cerniera, viene instaurata la festa del battesimo del Signore, teofania, prima manifestazione solenne pubblica del mistero di Cristo e della Santissima Trinità. E la celebrazione avviene quindi alla presenza di tutta l’assemblea festiva. Bibbia, teologia, liturgia bene concorrono a mettere a fuoco i tre obiettivi che si propone il decreto: “vantaggi dottrinali, apostolici, ecumenici”.
Nella liturgia la solennità del battesimo del signore acquista uno spessore teologico notevole: voce del Padre e discesa dello Spirito santo sono il sigillo che autenticano la divinità di Cristo e segnano l’inizio della missione del Messia, l’atteso. È la prima teofania, cioè la prima manifestazione della santissima Trinità nella vita pubblica di Gesù. Le tre Persone segnano i tre momenti dell’episodio: Gesù entra nel giordano; lo Spirito scende su di lui; il Padre fa udire dall’alto la sua voce.
Primo momento - Gesù si unisce in incognito alla folla dei peccatori che chiedono a Giovani Battista di essere purificati dai peccati. Ma il Battista per ispirazione divina riconosce Gesù e lo indica alla folla con una frase familiare: Guardate! Questi è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Nella mente dei giudei queste parole richiamavano tre immagini della loro storia. Nella notte della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, essi avevano tinto gli stipiti delle porte con il sangue di un agnello. Nella solennità di Pasqua, ogni famiglia giudea ricordava questo grande avvenimento uccidendo e consumando un agnello. Per l’occasione pasquale nel tempio di Gerusalemme i sacerdoti sacrificavano migliaia di agnelli. E ogni giorno nel tempio veniva immolato un agnello per domandare perdono. All’arrivo di Gesù al Giordano, Giovanni, come araldo, quasi a chiudere una aspettativa durata millenni proclama: Questi è il vero Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.
Secondo momento – La discesa dello Spirito Santo. Quasi a spiegare ed autenticare la sua rivelazione Giovanni Battista aggiunse: ho visto lo Spirito discendere come una colomba dal cielo sopra di lui”. Discese “su” e non “verso”, come per richiamare la scena della creazione ed anche quella del diluvio ove lo Spirito di Dio aleggiava sopra il caos e sopra le acque. Gesù è destinato a ricreare l’umanità, a darle nuova vitalità.
Solenne la conclusione della testimonianza del Battista: “L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo spirito è colui che battezza in Spirito santo”. Cioè colui che veramente purifica le anime e le salva con la grazia.
Il vangelo vede in questa affermazione l’anticipazione del nostro battesimo: infatti il battesimo, in virtù del sangue versato da Cristo, agnello di Dio, ci purifica, come un anti-influenzale dai virus del peccato. Con l’infusione dello Spirito santo acquistiamo, come con una carta di credito, il diritto di ricevere ogni sacramento. Come figli di Dio ci viene dato quasi un telefono satellitare per metterci in colloquio con Dio.
Sulla scia dei tre momenti del battesimo di Gesù, s’inseriscono i tre parametri del nostro battesimo. Il battesimo è purificazione dei peccati. San Cipriano, un vescovo africano dei primi secoli del cristianesimo, scriveva: “È bello lavare il corpo con l’acqua e il salnitro. Ma è ancor più bello e salutare purificare l’anima con l’acqua e il sale dl battesimo”. Il battesimo inserisce nel nostro animo lo Spirito Santo. San Leonida, baciando il petto del figlio Origene appena battezzato, esclamava: Ora so che la tua anima è diventata abitazione dello Spirito Santo”. Il battesimo ci rende fratelli di Gesù e di conseguenza figli adottivi del Padre celeste. Sant’Agostino, così ricorda il momento in cui uscì dall’acqua del battesimo ricevuto da Sant’Ambrogio: “Allora i miei occhi si sprofondarono in lacrime dirotte ed io provavo un gran conforto per il dono ricevuto”.
Giovanni XXIII, il Papa buono, guardando le fotografie del battesimo che aveva voluto appendere alla parete della sua camera papale, così pregava: “Signore, ti ringrazio che facendomi cristiano mi hai rigenerato e destinato alla pienezza della vita”.
Il Beato Giuseppe Allamano invitava: “considerando la grande grazia del battesimo, sforziamoci di farci santi e così salveremo altre anime”.