Ventuno anni dopo, il governo brasiliano è stato obbligato a riconoscere il fatto e a implementare tutta una serie di azioni raccomandate dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani alla quale si erano rivolti il CIR(Consiglio Indigeno di Roraima) ed il Centro per la {mosimage}Giustizia ed il Diritto Internazionale nel 1995. Due anni dopo il caso fu accettato riconoscendo il governo brasiliano come responsabile dell’accaduto obbligandolo a compiere una serie di azioni tra cui figura l’obbligo di un’investigazione seria, imparziale e efficace che verifichi i fatti, le circostanze e punisca i colpevoli; riveda l’operato del ministero pubblico e dei giudici per scoprire eventuali omissioni ed inadempienze che possano aver fatto si che non fosse eseguita la condanna degli incriminati, ed infine paghi i danni arrecati ai famigliari dalle situazioni vissute.
Il documento oggi firmato dal governo brasiliano con la Commissione Interamericana dei Diritti Umani ha come fine la lotta all’intolleranza, all’impunità, alla discriminazione per costruire una relazione di rispetto attraverso alcune azioni concrete come l’aumento del numero di difensori pubblici, la costituzione di un balcone per i Diritti per aiutare i popoli indigeni nella conquista del loro posto nella società.
Ci si augura che le promesse fatte oggi dai vari intervenuti possano trovare la loro realizzazione con un intervento efficace e misure concrete nei prossimi mesi quando scadrà il termine nel quale tutti gli invasori dovranno aver lasciato la terra indigena Raposa Serra do Sol, riconosciuta come tale dal decreto presidenziale del 15 aprile 2005.