Kenya - Siccità e fame

Published in I missionari dicono

Sui giornali quotidiani del Kenya, The Nation e The Standard, si possono leggere titoli come: Mass Starvation Feared in Northern Kenya, 300.000 Tonnes of Food Needed, 30 to 70%of the Livestock Could Die, How a Crisis Has Become a Full-blown Tragedy. Sono titoli che denotano una situazione disastrosa nelle zone di siccità massima, e conseguenze finanziarie nel resto del paese, dove le pioggie sono state molto scarse.

Mons. Ravasi,Vescovo di Marsabit, una delle zone più colpite dalla siccità, è stato intervistato dai giornalisti. Ecco alcune sue dichiarazione: "Solo nella mia Diocesi ci occorre circa 15.00 milioni di shellini per evitare che molti muoiano di fame e che il bestiame si riduca del 70%. Intere comunità presto potrebbero essere eliminate dalla fame sia per la siccità che per la morte del bestiame, l'unica fonte di cibo per i nomadi".

La situazione ha raggiunto una svolta tragica, diceva un anziano dal nome Abdullahi Maalim Hussein, che la gente deve bere la propria urina per dissetarsi. Il livello di malnutrizione della popolazione della Provincia del Nord del Kenya, ha raggiunto la percentuale del 30%, molto superiore a quella accettata come massimo dal WHO (Organizzazione Mondiale della Salute) che è del 15%.

La Croce Rossa il 23 u. s. ha dischiarato che al momento sembra che il Kenya abbia bisogno di circa 300.000 tonnellate di cibo per arrivare fino a Giugno, quando ci dovrebbe essere la stagione della mietitura dei raccolti, se ci saranno le pioggie da Aprile in avanti.

Molte scuole e uffici pubblici sono stati chiusi, e i nostri missionari di quella zona hanno sospeso molte attività per concentrarsi su questo lavoro di assistenza caritativa e sociale. Mons Ravasi e Mons. Pante sono in cerca di aiuto specialmente per quelle popolazioni così remote, iaccessibili agli aiuti generali, e che difficilmente si possono raggiungere senza l'intervento delle missioini, del loro personale e mezzi.

Un segno di fratellanza mai visto in precedenza è l'unico aspetto positivo di tutta la situatione. I Keniani stessi hanno contribuito molto, sia quelli ricchi, come le Banche, le Moltinazionali, che poveri, come la popolazione in genere. Solo ieri, 25 Febbraio, il Presidente del Kenya ha ricevuto da diversi enti circa 20 milioni di sellini per comperare cibo. Tutte le Chiese del Kenya si sono mobilizzate per motivare i loro membri a venire in aiuto dei più poveri del paese, che al presente sono gli affamati del Nord. Però anche la gente fa fatica ad aiutare, perchè la situazione finanziaria diventa sempre più difficile per tutti. Dovuto al fatto che molto cibo deve essere inviato nelle zone più colpite dalla fame e siccità, il resto del paese scarseggia, o deve importare il cibo dall'estero. Per cui i prezzi crescono continuamente, rendendo difficile per tutti la sopravvivenza, e l'aiuto per gli altri.

Chiediamo a tutti i Confratelli e Sorelle della Consolata di pregare per questa povera gente, e magari di pensare a loro nei sacrifici della Quaresima. Grazie

Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:29

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